L’AQUILA – “L’obiettivo è sfruttare la crisi Covid-19 per fare una rivoluzione dal lato di chi comanda, dal lato del profitto. Così va interpretato non soltanto il rifiuto di Confindustria di rinnovare i contratti ormai scaduti da anni, ma pure le proposte di sostituire pressoché integralmente il contratto nazionale con le contrattazioni aziendale, per cui i lavoratori sono molto più deboli. Credo che in questa direzione vadano le continue pressioni delle associazioni padronali a precarizzare ulteriormente i contratti di lavoro, come se non bastassero i disastri compiuti con le riforme del lavoro passate”.
Lo ha affermato Emiliano Brancaccio, economista, professore associato di Politica economica presso il Dipartimento di Diritto Economia Management e Metodi quantitativi dell’Università degli studi del Sannio, in una intervista concessa a Radio Popolare.
“Insomma, una volta rimosso il blocco dei licenziamenti, l’obiettivo è di andare nella direzione di ulteriori flessibilizzazioni del mercato del lavoro. A questa strategia gli economisti danno un nome preciso: deflazione. Deflazione dei salari e, più in generale, deflazione degli ultimi scampoli di diritti sociali ereditati dalle lotte del secolo scorso”, ha aggiunto Brancaccio.
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