L’AQUILA – Botta e risposta nella Lega in Abruzzo, che continua a perdere pezzi a poco meno di un anno dalle elezioni regionali che vedono sulla carta la maggioranza di centrodestra ora al potere come favorita, tra, da una parte, il consigliere regionale pescarese Luca De Renzis e sei amministratori locali abruzzesi – Enrico Valentini, sindaco di Catignano (Pescara), Agostino Castagna, consigliere comunale dello stesso comune e vicepresidente di Ater di Pescara, Lorenzo Mucci, ex sindaco di Nocciano (Pescara), Giovanna Speziale, prima degli eletti nello stesso comune “vicesindaco di imminente nomina”, Angelita Palumbo, candidata alle regionali del 2019 con 2.400 preferenze, e Gabriele Finocchio, presidente della società pubblica partecipata di Pescara Provincia Ambiente – e dall’altra i vertici dirigenziali del partito guidato dal sottosegretario all’Agricoltura, l’aquilano Luigi D’Eramo.
De Renzis, entrato nell’assemblea come primo dei non eletti in surroga di Nicoletta Verì, nominata assessore alla Sanità dopo le elezioni del febbraio del 2019, ha lasciato la Lega, sbattendo la porta, tre giorni fa, scatenando la reazione di D’Eramo che ha parlato di scelta “coerente nella sua incoerenza”, specificando che De Renzis “non si sentirà mancanza” e stigmatizzando la “scarsa attività di produttore di leggi, emendamenti e riunioni di commissione”, tanto che “bene ha fatto, quindi, ad andare via”.
Dal canto suo, De Renzis aveva argomentato il suo addio al Carroccio “Semplicemente come la crescita di uomo e di rappresentante delle Istituzioni”. Ed oggi sono arrivati gli ulteriori addii di Valentini, Castagna, Mucci, Speziale, Palumbo e Finocchio, i quali, in una nota, hanno ringraziato il leader nazionale della Lega Matteo Salvini e il Coordinatore regionale D’Eramo “per il percorso e per l’esperienza maturata all’interno della Lega, con la quale abbiamo condiviso valori, obiettivi e una deontologia politica e morale alla quale riteniamo di dover tenere fede. Ed è infatti proprio il rispetto di quella deontologia che oggi ci impone di lasciare la Lega – hanno spiegato – non potendo condividere metodi, espressioni e comportamenti di coloro ai quali è stata affidata la guida del partito in Abruzzo. Se un ‘cosiddetto’ leader locale, in questo caso D’Eramo, assiste inerme all’emorragia di consiglieri e amministratori locali che ogni giorno si dissociano e lasciano il partito, senza fare nulla, senza porsi domande e, possibilmente, cercare risposte, ma piuttosto abbandonandosi al vituperio, è evidente che l’esperienza leghista in Abruzzo è destinata a naufragare e non occorre la sfera di cristallo per prevedere una debacle ai prossimi appuntamenti elettorali”.
I sei hanno quindi difeso De Renzis dall’attacco di D’Eramo seguito alla sua fuoriuscita del presidente della Giunta per il regolamento: “D’Eramo ha attaccato il consigliere regionale uscito dalla Lega De Renzis, abbandonandosi a un mal di pancia stizzito e scomposto, anziché fare un mea culpa, e ricordare e ammettere che De Renzis è l’unico amministratore regionale della Lega che ha tenuto insieme in questi anni un gruppo facendo sentire e vedere in modo tangibile la propria presenza a servizio delle esigenze del territorio”.
Non si è fatta attendere la risposta di D’Eramo. “Il consigliere De Renzis, uscito dal partito qualche giorno fa, muove le sue truppe (sei persone…) facendo firmare loro un comunicato stampa di dimissioni dal partito attraverso un percorso di fake news nel tentativo, goffo e prevedibile, di danneggiare l’immagine della Lega. Tranne che l’ex Sindaco Mucci degli altri firmatari nessuno è iscritto al partito della Lega, partito che non votano e non fanno votare da tempo”.
“Provo imbarazzo per De Renzis, sia per l’uomo che per il politico – ha proseguito D’Eramo -. Ridursi a trarre in inganno gli abruzzesi e gli organi di stampa, rappresentanti della collettività, è la dimostrazione plastica della confusione che in questo momento lo caratterizza. Per un politico dire bugie è l’anticamera dell’oblio. Per un consigliere regionale surrogato dire bugie è l’anticamera dell’abbandono forzato dal ruolo istituzionale. Ma questa vicenda appare strettamente collegata ‘all’affaire’ Sara Marcozzi sulla costruzione di una nuova, inutile, commissione permanente sull’acqua, rispetto alla quale la Lega, come nel suo stile, ha assunto una posizione di coerenza e dunque di contrarietà”.
D’Eramo ha inoltre sottolineato che De Renzis, poco prima di lasciare la Lega, nella sua qualità di presidente della Giunta per il regolamento, ha ‘tradito’ il gruppo consiliare che gli aveva dato mandato, attribuendogli sei voti, di non approvare e di rinviare la decisione sulla nuova commissione: “Il consigliere De Renzis ha disatteso le indicazioni del gruppo consiliare e del partito e la contrarietà emersa successivamente con un intervento del nostro portavoce, Francesco De Santis, ha scatenato l’irritazione e la reazione di qualche genio del centrodestra, guarda caso gli stessi che stanno gestendo il passaggio nel centrodestra della Marcozzi, ex candidata alla presidenza della Regione del M5S, e che esercitano una forte fascinazione sul Consigliere regionale De Renzis. Ordinandogli, immagino, di colpire il suo ex partito. Cosa che lui prontamente ha fatto diffondendo fake news su dimissioni dal partito di gente non iscritta alla Lega”.
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