L’AQUILA – Stessi concetti dell’ex assessore regionale all’Ambiente Nicola Campitelli: ad un solo giorno dall’abbandono del componente della Giunta, che a mezzo stampa ha rimesso il mandato nelle mani del presidente, Marco Marsilio, di FdI, senza peraltro dimettersi, anche il consigliere regionale di Sulmona Antonietta La Porta lascia la Lega.
Il secondo abbandono in poche ore, dopo i cinque anni trascorsi al governo della Regione, tra espulsioni e porte in faccia ai vertici dei salviniani. Una fuga pre-elettorale, a pochi mesi delle Regionali in programma ad aprile, che ai più ha lasciato intravedere i contorni di un piano ordito ai danni del Carroccio abruzzese.
In una nota, che non tutte le Redazioni hanno ricevuto, La Porta ha scritto: “Da oggi lascio il gruppo consiliare della Lega. Continuerò, in ogni caso, a portare avanti con lo stesso impegno il mio lavoro nella coalizione alla quale appartengo. Ringrazio tutti coloro che sin dall’inizio mi hanno sostenuta e quelli che hanno condiviso con me questo percorso”.
Contattata da AbruzzoWeb, ha preferito non rilasciare ulteriori spiegazioni, senza precisare se le sue intenzioni siano state comunicate ai vertici del partito prima di inviare comunicazioni alla stampa.
E così, come Campitelli, anche La Porta annuncia che resterà nel centrodestra, facendo intendere la volontà di ricandidarsi, pur non citando il partito. Probabile il pedaggio in una civica per poi approdare in un partito, Fratelli d’Italia o Forza Italia, secondo i rumors che da tempo circolano.
La Porta, tra le altre cose, è moglie del coordinatore cittadino della Lega a Sulmona, l’imprenditore edile Nicola Di Simone – che è anche consigliere al Comune di Prezza, guidato dal sindaco Marianna Scoccia, che a sua volta è anche consigliere regionale, prima Udc, oggi gruppo misto – e nipote del coordinatore di Forza Italia Lorenzo Fusco, di professione medico.
L’ormai ex leghista è entrata in Consiglio regionale al posto del recordman di preferenze Emanuele Imprudente, nominato vice presidente con delega all’Agricoltura.
La Lega, a questo punto, resta con cinque consiglieri. A inizio legislatura i consiglieri erano dieci.
Si attende ora la reazione dei vertici del carroccio a queste mosse di chiaro stampo elettorale.
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