L’AQUILA – Dopo l’alta adesione da parte dei lavoratori e delle lavoratrici di Dante Labs allo sciopero indetto dalla Cgil della Provincia dell’Aquila, l’assessore regionale alle Attività produttive, Tiziana Magnacca, ha convocato per il 22 ottobre una tavolo di confronto per scongiurare i licenziamenti.
Coinvolti 13 lavoratori, mentre altri 7 hanno già perso il posto di lavoro. Si tratta di personale giovane di età compresa fra i 30 e i 40 anni, in forza alla società specializzata nello studio del genoma umano, insediata nel Tecnopolo dell’Aquila, nata dall’idea di due amici, Andrea Riposati e Mattia Capulli che, dopo aver intrapreso dei percorsi universitari negli Stati Uniti, avevano deciso di avviare un’attività imprenditoriale nella loro città, meò Tecnopolo d’Abruzzo, accolti con entusiasmo dalle istituzioni e dalla politica che vedevano nel nuovo insediamento un’opportunità occupazionale. Durante la pandemia, Dante Labs aveva anche riconvertito una parte dell’attività per eseguire e, poi, processare migliaia di tamponi al giorno, anche a mezzo dell’acquisto e dell’installazione di macchinari utili ad automatizzare l’attività di analisi dei tamponi per la rilevazione del Covid-19, in collaborazione con le strutture pubbliche competenti in materia, e a sostegno della comunità.
Scrive la Cgil: “ringraziamo, quindi, l’assessora per la disponibilità dimostrataci e l’attenzione riservata alla vertenza che ci occupa. Le nostre richieste mirano ad ottenere la revoca della procedura di licenziamento collettivo avviata dalla società e la revoca di una serie di ulteriori licenziamenti individuali comminati a ridosso della predetta procedura. Al contempo, chiediamo di valutare il ricorso agli ammortizzatori sociali a sostegno del reddito, partendo dalla reale situazione economica e finanziaria della Dante Labs e di conseguenza, dalla possibilità di elaborare un piano industriale di rilancio dell’attività d’impresa”.
“Giova, infatti, ricordare che parliamo di giovani lavoratori e lavoratrici dotati di comprovate competenze, difficilmente ricollocabili sul territorio, che, quindi, privati di garanzie occupazionali e di una adeguata prospettiva professionale, potrebbero essere costretti a cercare altrove condizioni di vita migliori, con conseguente impoverimento di un tessuto socioeconomico già fragile qual è quello aquilano. Senza contare che i lavoratori e le lavoratrici della Dante Labsu costituiscono un capitale umano e professionale che ha contribuito, nel tempo, a valorizzare e a diffondere l’idea dell’Aquila come Città della Conoscenza. Lavoratori e lavoratrici che, nonostante abbiano sempre creduto nel progetto DANTE LABS e nell’effetto positivo di questa realtà imprenditoriale sul territorio, vivono, ad oggi, insieme alle loro famiglie, un grave disagio, non percependo la retribuzione da circa tre mesi; condizione, questa, inaccettabile per chi ha continuato a lavorare garantendo la continuità aziendale”. Pertanto, confidiamo nella pronta individuazione, in sede istituzionale, di tutte le soluzioni necessarie alla difesa del diritto al lavoro e al salario dei lavoratori e delle lavoratrici che, negli anni passati, hanno contribuito alla crescita della società e che oggi rischiano il posto di lavoro o che, ancora peggio, lo hanno già perso”.
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