LORETO APRUTINO: IN CAMPO ANCHE COLDIRETTI CONTRO L’INSTALLAZIONE DELLA CABINA AD ALTA TENSIONE

17 Aprile 2024 14:08

Pescara - Politica

LORETO APRUTINO – Sarà presente anche Coldiretti Pescara domani mattina alle 9.30 in contrada Remartello di Loreto Aprutino (Pescara)  alla mobilitazione indetta dal Comitato spontaneo di tutela del territorio e dal Comune per dire No alla realizzazione della Cabina Primaria di alta tensione e all’installazione di impianti di Fonti energetiche rinnovabili (FER) nel cuore della zona agricola vestina, nota per essere custode di vitigni e olivi di pregio  e di produzioni tipiche e tradizionali come il tondino del Tavo.





Per Coldiretti – che parteciperà con le consuete bandiere e il direttivo sezionale – si tratta infatti di un intervento che, oltre a compromettere la bellezza incontaminata del paesaggio, aprirebbe la strada ad almeno 150 ettari di fotovoltaico “a terra”, argomento su cui la principale organizzazione agricola ha espresso anche a livello nazionale la sua posizione contraria per le conseguenze in termini di consumo di suolo agricolo e di deturpazione dei paesaggi tradizionali.

“Ogni opera che va a incidere sul territorio deve essere compatibile con l’ambiente circostante e condivisa dai cittadini e dagli imprenditori – dice Giuseppe Scorrano, presidente di Coldiretti Pescara – ci auguriamo che, nella conferenza dei servizi indetta dalla Regione per il 19 aprile per definire l’iter autorizzativo per la costruzione della cabina primaria di alta tensione, si comprenda l’importanza di riconoscere l’importanza di questo territorio e delle esigenze legittime dei suoi produttori e cittadini. Non siamo contro le energie rinnovabili, tutt’altro, ma siamo anche convinti che debbano essere concepite su terreni non destinati alla produzione di cibo”.





Sull’argomento si è espresso anche Andrea Talamonti, presidente della sezione loretese di Coldiretti. “La valle del Tavo non si tocca – dice Talamonti – saremo presenti per contrastare la costruzione della centrale chiedendo alla Regione di individuare aree alternative e più idonee che non incidano sulla salute, sull’economia tradizionale e su un paesaggio emblematico del nostro territorio”.

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