L’AQUILA – Si è costituito a Roma Ermin Dashi, kosovaro di 36 anni, considerato il capo indiscusso della banda smantellata a L’Aquila dedita al traffico e spaccio di stupefacenti.
Come riferisce il quotidiano Il Messaggero, potrebbe essere a breve trasferito al carcere dell’Aquila.
L’operazione della Polizia scattata il 27 ottobre, ha stroncato un traffico con un volume d’affari, quantificato tra i 3mila e i 5mila euro al giorno, gestendo un fiorente traffico di cocaina in città avvalendosi di altre persone di fiducia, spesso legate da vincoli di sangue, che si occupavano a vario titolo dell’acquisto, del trasporto, della custodia e, infine, del confezionamento in dosi e dello spaccio su piazza.
Dashi è ritenuto essere il punto di riferimento per l’approvvigionamento di droga, e disponeva di ingenti risorse economiche reinvestite nell’acquisto di attività e immobili, anche a L’Aquila.
L’operazione “Magnetic box” (così denominata per l’espediente di applicare alle confezioni di cocaina un magnete, per occultarla in punti nascosti e difficilmente individuabili in caso di controlli) del personale della Squadra Mobile della Questura dell’Aquila, coadiuvata da personale del Reparto Prevenzione Crimine, del Reparto Volo e da Unità Cinofile, ha portato all’arresto di 7 persone, cui 5 in carcere e 2 ai domiciliari, di origine kosovara e albanese, tra i 20 e i 37 anni, con precedenti specifici in materia di stupefacenti ed appartenenti ad una famiglia ormai radicata nel tessuto sociale ed economico del capoluogo aquilano. Altre quattro persone sono ancora ricercate.
In carcere sono finiti Mujadin Dashi, 34 anni, ed Ermir Bela (29) entrambi di origini kossovare; Avni Pascu (27) macedone; Andrei Gavril Cotlet (25) romeno e Brunilda Xhafa (27) albanese. Arresti domiciliari per Alesio Xhafa (21) e Idajet Saliaj (32), entrambi di origini albanesi, e Angelo Lauria (27) dell’Aquila. Altri 3 i ricercati.
Piazze di spaccio erano a Colle Sapone, nei pressi della galleria commerciale L’Aquila ovest, nei pressi del cinema Movieplex, a San Giuliano, a Pile, e in un distributore della statale 80. Sempre in luoghi affollati, come i parchi, e in prossimità di centri commerciali, dove le cessioni davano meno nell’occhio. Territorio controllato dall’organizzazione erano i quartieri di Pettino, del Torrione e di Pile.
La cocaina immessa sul territorio era a ritmi ingenti e serrati: circa 2 chili ogni 10 giorni, proveniente da Lazio e Campania.
L’operazione è partita dal 2018, a seguito di un sequestro di un chilo di cocaina ad un aquilano già all’epoca funzionale all’organizzazione.
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