LA NOTIZIA HA SCONVOLTO IL MONDO INTERO, "EL PIBE DE ORO" SI E' SPENTO A 60 ANNI A SEGUITO DI UNA CRISI RESPIRATORIA; TIFOSI IN PIAZZA CON LA MAGLIA AZZURRA A NAPOLI, CITTA' IN LACRIME: "GLI INTITOLIAMO IL SAN PAOLO"; QUEL GIORNO CHE DECISE DI SCIARE A ROCCARASO, "UNA STRADA IN SUO RICORDO"

ADDIO A MARADONA: “LA MORTE DI UN DIO”, TRE GIORNI DI LUTTO NAZIONALE IN ARGENTINA

25 Novembre 2020 17:28

Mondo - Cronaca

ROMA – La notizia è partita dall’Argentina e ha sconvolto il mondo intero: Diego Armando Maradona, il venerato “pibe de oro” è morto oggi,  a meno di un mese dal suo 60esimo compleanno.

A riferirlo, per primo, il sito argentino El Clarin. L’ex campione argentino, reduce da un intervento al cervello, da cui sembrava essersi ripreso, ha avuto una crisi respiratoria nella sua abitazione ed è deceduto poco più tardi, nonostante i soccorsi portati con diverse ambulanze. Maradona, riferisce El Clarin, sarebbe morto nella casa di Tigres, dove si trovava dopo essere stato dimesso a seguito dell’operazione. “È successo l’inevitabile”, scrive il giornale.

Per l’Equipe, il giornale francese di calcio, è “la morte di un Dio”. Come nel resto del mondo, ma naturalmente ancora di più, è choc a Napoli: la notizia, alla quale molti stentano a credere, è rimbalzata sui telefonini. In pieno centro, in piazza Municipio una sola voce: “Maradona era il più grande di tutti”. Anche a Fuorigrotta, dove si trova il San Paolo, tempio calcistico di Maradona, c’è chi si commuove ai ricordi per le sue straordinarie giocate. E una donna dice: “Questo 2020 è veramente l’anno peggiore”. Tanti tifosi a Napoli si stanno raccogliendo davanti al murales  alui dedicato, nei Quartieri Spagnoli. Tifosi con la maglia azzurra, ma anche tante donne dei vicoli ricordano l’ex asso argentino in una città sconvolta dalla morte del calciatore che è rimasto il suo idolo in tutti questi anni.

“È il nostro passato che se ne va”: è stato il primo commento di Michel Platini alla radio francese Rtl.

“È resuscitato più volte nella sua vita spericolata. Stavolta non ce l’ha fatta e il mondo piange il più grande di tutti con un pallone fra i piedi, ma anche con qualsiasi oggetto sferico”, scrive la Gazzetta dello Sport che ripropone proprio una frase di Platini: “’Quel che io faccio con un pallone Maradona lo fa con un’arancia’. Populista, peronista, castrista, seguace di Che Guevara, anima di Buenos Aires e cuore di Napoli. Diego è stato questo e tanto altro, impossibile in poche righe inquadrare uno dei pochi miti veri, raccontato in libri, film, serie tv e rotocalchi. Mito in vita, mentre da Che Guevara a James Dean, altri sono morti giovani, diventando dopo personaggi letterari”.





Il governo argentino ha decretato tre giorni di lutto nazionale, a disporlo il presidente Alberto Fernandez dopo aver appreso la notizia della morte del campione argentino. “In occasione della morte di Diego Armando Maradona, il presidente della Nazione decreterà tre giorni di lutto nazionale a partire da oggi”, ha annunciato la Casa Rosada in una nota ufficiale. Fernandez venerava Maradona, che ha esordito in prima divisione con la maglia dell’Argentinos Jrs, club di cui è tifoso il presidente, che a dicembre dello scorso anno ha accolto il campione alla sede del governo dopo la sua vittoria alle elezioni nazionali.

“Ciao Grande Diego. RIP”. Con queste parole Bruno Conti sui propri social piange la morte di Maradona, suo grande rivale in tante sfide fra Roma e Napoli e Italia e Argentina, come quella epica dei Mondiali del 1982 in cui l’azzurro divenne “Marazico”. Conti non aveva mai nascosto di provare grande ammirazione per l’ex “Pibe de Oro”.

La notizia della sua morte è stata annunciata anche nell’Aula del Senato: “Non so se è opportuno, ma lo faccio, devo purtroppo annunciare che è scomparso Maradona, il calciatore che credo in Italia abbia molto influito sulla passione per questo sport. Alla famiglia e ai tifosi che lo hanno amato le mie condoglianze”, ha detto Ignazio La Russa, dallo scranno di presidente di turno del Senato.

“Il mondo intero piange la scomparsa di Maradona, che con il suo talento ineguagliabile ha scritto pagine indimenticabili della storia del calcio. Addio eterno campione”, scrive su Twitter il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. 

NAPOLI SOTTO CHOC, “GLI INTITOLIAMO IL SAN PAOLO”

Una città sconvolta, per circa mezz’ora incredula, poi silente nel dolore improvviso. La morte di Diego Armando Maradona arriva in ogni casa come la notizia della morte di un parente, partito per vivere lontano ma sempre vicino. L’ansia c’era stata nei giorni scorsi, con la notizia dell’intervento operatorio, poi sembrava essere tutto passato e invece nel silenzio delle strade della zona rossa la notizia si spande in pochi minuti. I tifosi si raccolgono spontaneamente in via De Deo, un vicolo dei Quartieri Spagnoli dove c’è il murales di Maradona dipinto nei giorni del primo scudetto, un vicolo divenuto negli anni un tempio, con foto di Diego ovunque e in cui stasera sono stati accesi decine di lumini votivi mentre i tifosi cantavano “Ho visto Maradona”.





L’incredulità è negli occhi dei cinquantenni che hanno vissuto la loro adolescenza con Diego e in quelli dei loro figli che lo hanno vissuto e amato dai racconti dei padri. Un colpo fortissimo, con il sindaco Luigi De Magistris che annuncia subito il lutto cittadino per l’uomo a cui nel 2017 aveva dato la cittadinanza onoraria e propone: “Intitoliamo lo Stadio San Paolo a Diego Armando Maradona”. Un’idea su cui si dice subito d’accordo il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis che domani vorrebbe “trasmettere sui maxischermi le sue immagini durante tutta la nostra partita”.

La morte di Maradona è un colpo durissimo anche per tutti i suoi ex compagni di squadra, per il gruppo di quegli anni unici nella storia del Napoli: “Non riesco a parlarne”, dice con voce tremante Ottavio Bianchi, l’uomo che costruì attorno al suo talento la squadra del primo titolo. “Napoli perde un figlio”, gli fa eco Giuseppe Bruscolotti, il capitano di quel Napoli del 1986 che poi cedette a Diego la fascia. Un gruppo di tifosi si muove proprio verso lo stadio San Paolo, affiggendo uno striscione all’esterno della curva B: “O re immortale, il tuo vessillo mai smetterà di sventolare”. Uno stadio in cui sono state accese le luci, che resteranno accese per tutta la notte del ricordo di Maradona. Un ricordo che rimarrà e verrà tramandato, e lo sa bene Corrado Ferlaino, l’ingegnere che nel 1984 pagò tredici miliardi al Barcellona per dare il via al mito: “Ti voglio bene – dice – e i napoletani ti vorranno sempre bene”.

QUEL GIORNO CHE DECISE DI SCIARE A ROCCARASO, “UNA STRADA DEDICATA AL PIBE DE ORO”

Diego Maradona “el pibe de oro” amava anche l’Abruzzo. Infatti con i colleghi Careca ed Alemao aveva soggiornato all’Hotel Iris di Roccaraso ed aveva sciato anche all’Aremogna. Era il campionato 1986-1987.

“Maradona – spiega Alessandro Amicone, presidente dell’associazione Roccaraso Futura – di ritorno da una trasferta del campionato 1986 – 1987 volle fermarsi a Roccaraso con i compagni di squadra Careca ed Alemao per passare un weekend bianco sulle nostre montagne. All’Hotel Iris – aggiunge – ancora ricordano la sua gioia e cordialità. Credo che sia giusto che la nostra Amministrazione comunale preveda in futuro di dedicargli una strada di Roccaraso anche perché il legame con la città di Napoli, da lui tanto amata, è forte e profondo”.

 

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