MARCINELLE: L’ITALIA E L’ABRUZZO RICORDANO LA MORTE DENTRO LA MINIERA DI 262 LAVORATORI

8 Agosto 2023 11:20

Pescara - Cronaca

PESCARA –  Si è svolta a Bois du Cazier la cerimonia per il 67esimo anniversario della tragedia di Marcinelle, dove morirono 262 minatori, di cui 136 italiani. Sessanta di loro erano abruzzesi, emigrati per cercare lavoro nel nord Europa.

Una commemorazione anche a Manoppello in Abruzzo, da cui 22 vittime provenivano ed è per questo considerata “Città Martire”.

In Belgio la cerimonia ha avuto inizio come da tradizione nel piazzale antistante la miniera. Sono presenti, oltre alle autorità locali e federali belghe, il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, la Regina emerita del Belgio Paola Ruffo di Calabria, l’ambasciatore italiano in Belgio Federica Favi e l’ambasciatore italiano presso la Nato Marco Peronaci.

La cerimonia è iniziata con la benedizione della campana ‘Maria Mater Orphanarum’, seguita dai 262 rintocchi che hanno ricordato le vittime della tragedia del 1956. I loro nomi, come ogni anno, sono stati letti uno ad uno, di fronte ad una platea rimasta in commosso in silenzio. Subito dopo il sorvolo di due Tornado del sesto stormo dell’Aeronautica italiana ha chiuso la prima parte della commemorazione.

Queste le parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: “Viviamo mesi difficili, segnati dall’impatto di molteplici crisi di diversa natura: dall’esecrabile aggressione russa all’ Ucraina ai tanti conflitti irrisolti in altri quadranti geografici, dal cambiamento climatico all’insicurezza alimentare. Tutto ciò accresce la precarietà economica e il rischio di sfruttamento di esseri umani. È quindi più che mai necessario mantenere salda la tutela dei lavoratori. Di tutti i lavoratori, ovunque essi si trovino, quale che sia la loro nazionalità, per prevenire e sanare inaccettabili forme di marginalizzazione”. L

“La catastrofe della miniera del Bois du Cazier di Marcinelle dell’8 agosto 1956 ha segnato per sempre la storia nazionale ed europea. L’Italia ha pagato il prezzo più alto di quella tragedia. Dei 262 minatori vittime del disastro, infatti, 136 erano nostri connazionali. Avevano deciso, con sofferenza e dolore, di abbandonare la Patria per emigrare in Belgio. Lavorarono duro, con umiltà e dedizione, senza garanzie, in condizioni terribili e ora inimmaginabili. Persero la vita nel buio della miniera, ma la loro luce non si è spenta e risplende nel ricordo e nella riconoscenza tributati loro dalla comunità nazionale”. A dichiararlo in una nota è la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni

“Figli d’Italia ai quali la Repubblica rende omaggio oggi, celebrando la Giornata del sacrificio del lavoro italiano nel mondo. Ricorrenza istituita nel 2001 dall’indimenticato Ministro Tremaglia – ricorda – con il quale ho avuto l’onore di essere insieme a Marcinelle, per ricordare e onorare i lavoratori italiani caduti in ogni continente e il contributo economico, sociale e culturale delle loro opere al progresso delle Nazioni che li hanno accolti”.

“Marcinelle – prosegue la premier – è diventata un simbolo, un tassello di quel grande mosaico che è la storia dell’emigrazione italiana, un susseguirsi di enormi sacrifici ma anche di straordinari successi e obiettivi raggiunti. Oggi rendiamo omaggio anche a tutto questo e riscopriamo il legame che ci lega agli italiani all’estero, ambasciatori d’Italia nel mondo col Tricolore nel cuore”.

Gli italiani che l’8 agosto del 1956 persero la vita a Marcinelle, in Belgio, “sono degli eroi del lavoro, sono i nostri migliori rappresentanti, sono coloro che hanno permesso al nostro Paese di diventare la seconda potenza economica dell’Unione europea, sono coloro che hanno permesso la crescita dell’Italia. Se oggi siamo nel G7 lo dobbiamo anche a loro”, ha detto il vice presidente del Consiglio e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, raggiunto da “Radio Anch’io” in Belgio dove oggi partecipa alla commemorazione della tragedia di Marcinelle, definita “un monito e un simbolo positivo del sacrificio di tanti italiani”.

“A loro va reso omaggio perché non accada mai più – ha detto il ministro – dobbiamo essere fieri di questi italiani che al prezzo di grandissimi sacrifici hanno permesso al nostro paese di rialzarsi dopo la fine della II Guerra Mondiale”.

“La tragedia di Marcinelle rappresenta un monito e un simbolo, un simbolo positivo del sacrificio di tanti italiani che hanno permesso all’Italia di crescere economicamente e di superare problemi che sembravano insuperabili – ha rimarcato ancora Tajani – hanno permesso anche la crescita del Belgio e dell’Europa, ma lavoravano in condizioni disumane, in condizioni difficilissime”.

L’8 agosto del 1956 il pozzo n. 1 della miniera di Marcinelle (in Belgio), detto ‘Bois du Cazier’, è teatro di una delle più drammatiche tragedie del lavoro, forse la pagina più nera della storia della emigrazione italiana all’estero. Una forte esplosione nelle gallerie della miniera, a oltre mille metri di profondità, bloccò gli ascensori di risalita. Morirono tra le fiamme e i fumi tossici 262 minatori, di questi ben 136 italiani provenienti da varie regioni – Abruzzo e Puglia in testa – che avevano lasciato le loro terre per inseguire il sogno di un lavoro sicuramente meglio pagato nei vasti bacini carboniferi che sorgevano nei dintorni di Cherleroi, cittadina industriale nella Vallonia belga non a caso ribattezzata “paese nero”.

LA CERIMONIA A MANOPPELLO

Trascorsi sessantasette anni è ancora viva la memoria dal disastroso incendio della miniera di carbone di Bois du Cazier, a Marcinelle, in Belgio, in cui persero la vita 262 minatori. Di questi 136 erano italiani e 60 erano abruzzesi, 22 di loro provenivano Manoppello per questo considerata “Città Martire”. Fu il terzo incidente minerario per il numero di morti italiani, dopo quelli negli Stati Uniti del 1907 a Monongah e del 1913 a Dawson.

Si è aperta con la lettura dei nomi dei caduti sul lavoro in Belgio, la cerimonia di commemorazione promossa come ogni anno dal Comune di Manoppello, proprio in piazza Marcinelle, dove una fontana ricorda il sacrificio dei lavori, divorati dal fuoco a 1035 metri di profondità che ha visto la partecipazione del prefetto di Pescara Giancarlo Di Vincenzo, del presidente della Regione Marco Marsilio, del presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri, degli onorevoli Nazario Pagano e Guerino Testa, delle massime autorità provinciali e locali dell’Arma dei Carabinieri (con il comandante int. del Comando provinciale Carabinieri di Pescara colonnello Nicola Stangarone; il comandate della compagnia di Popoli Maggior Giovanni Savini e del vicecomandante di stazione di Manoppello maresciallo Fabio Francano) e della Polizia di Stato con il questore di Pescara Luigi Liguori.

Presenti dal Belgio, la consigliera del Comune di Charleroi del Bois du Cazier Line Manouvrier e Jean-Louis Delaet, direttore, fino ad aprile scorso, del Bois du Cazier, ex miniera e luogo della memoria, riconosciuto patrimonio mondiale Unesco nel 2012; e dal Trentino Alto Adige una delegazione guidata da Giovanna Chiarani, sindaca del Comune di Drena, Ginetta Santoni, assessora alla Cultura del Comune di Dro e Sebastiano Matteotti, presidente della Pro Loco Sant’Antonio Dro APS.

Alla cerimonia dedicata alla memoria della manoppellese Maria Di Valerio, la più giovane vedova di Marcinelle, recentemente scomparsa, ha preso parte la vedova Lucia Romasco che da 67 anni onora la memoria del marito Santino Di Donato, morto a 28 anni l’8 agosto 1956 con i familiari, figli, nipoti e pronipoti dei caduti di Marcinelle e Agostino Sacco, arrivato dalla Campania e fratello di Antonio, il più giovane minatore scomparso nella miniera di carbone a soli 16 anni.





Con loro, insieme al vicesindaco del Comune di Manoppello Giulia De Lellis, agli assessori Roberto Cavallo, Maria Esposito e Antonio Costantini, al consigliere comunale Stefano Mancini, anche il sindaco di Turrivalignani Gianni Placido, Sandro Petaccia per l’associazione Marcinelle per non dimenticare e Roberta Iezzi responsabile dell’oratorio San Nicola.

La commemorazione di Manoppello si è aperta con la deposizione di una corona d’alloro al monumento in memoria delle vittime del Bois du Cazier ed è proseguita con i saluti istituzionali alla presenza dei familiari dei minatori manoppellesi. Tutti hanno ricordato le pessime condizioni di lavoro, la fame, la miseria. Fra loro, Lucia Romasco testimone della terribile esplosione al Bois du Cazier: aveva 21 anni e un figlio di 20 mesi, quando suo marito Santino Di Donato, che ne aveva 26, non tornò più dalla miniera mentre Gemma e Camilla Iezzi, figlie di Camillo, che oggi hanno chiesto pubblicamente che la Cappella di Marcinelle venga riconosciuta come Monumento nazionale.

Contemporaneamente in Belgio, a Marcinelle, a ricordare quanti persero la vita nelle viscere della terra, nell’ex sito minerario, c’erano il sindaco di Manoppello Giorgio De Luca e il presidente del Consiglio Comunale Davide Iezzi che hanno incontrato, fra gli altri, le autorità del Belgio, il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani e la regina Paola del Belgio e hanno portato il saluto dei manoppellesi nel corso della cerimonia celebrativa aperta dai 262 rintocchi di campana in ricordo delle vittime, scoccati proprio alle 8.10, ora in cui si consumò la tragedia 67 anni fa.

“L’incendio nella miniera di Marcinelle non costituì solo l’ennesimo tributo di migranti allo sviluppo economico europeo, ma anche il momento più drammatico di un’intera epopea migratoria degli italiani all’estero. Ricordare e omaggiare oggi le vittime del Bois du Cazier – ha detto il sindaco Giorgio De Luca – significa anche fare un’analisi critica sulle logiche di sfruttamento e i rischi sul lavoro. Voglio ricordare la testimonianza e il sorriso di Maria Di Valerio, che rimase vedova di Camillo Iezzi a soli 18 anni, scomparsa pochi giorni fa. Come ho avuto modo di dire in più occasioni – ha aggiunto il primo cittadino – il mio legame con Marcinelle oltrepassa il ruolo pubblico, collocandosi di fatto in una dimensione più intima, la stessa che coinvolge tanti cittadini di Manoppello e che appartiene al nostro vissuto di comunità, anche dopo 67 anni.”

“Oggi celebriamo con devozione le vittime di un disastro nazionale, esprimiamo vicinanza ai familiari dei caduti, ma, nel contempo, abbiamo il dovere di consegnare al futuro questo patrimonio imprescindibile di testimonianze, e dobbiamo farlo rinvolgendoci alle giovani generazione, entrando nelle scuole ­– ha detto il vicesindaco Giulia De Lellis da piazza Caduti Marcinelle a Manoppello – Non sarà mai sufficiente commemorare Marcinelle e ricordare quelle storie di fame e miseria, ma anche di grande dignità che interessano l’epopea migratoria italiana. Per questo a settembre una delegazione di studenti, associazioni di ex minatori e amministratori dei Comuni di Manoppello, Lettomanoppello, Turrivalignani, Serramonacesca visiterà il Bois du Cazier”.

Al termine della cerimonia, i presenti si sono spostati nel vicino cimitero di Manoppello paese per un doveroso tributo ai defunti di Marcinelle che lì riposano, insieme, in una cappella che è stata recentemente ristrutturata dal Comune.

Le celebrazioni proseguiranno in serata, alle 19.30, in vicolo San Nicola, con la presentazione del libro “Vite di miniera” alla presenza dell’autrice Vilma Calzà e si concluderanno in piazza Marcinelle con il concerto di Lara Molino, cantautrice abruzzese ed autrice singolo “8 agosto 1956” dedicato ai Caduti di Marcinelle.

Prima del concerto sono previsti un momento di riflessione sul valore della memoria e della sicurezza nei luoghi di lavoro e la presentazione del video “8 agosto 1956” per la regia di Matteo Veleno, le cui immagini accompagnano il singolo di Lara Molino, una vera e propria poesia in musica, sottolineata dal suono di chitarra e fisarmonica.

COSA ACCADDE IN BELGIO

Una delle più gravi tragedie minerarie della storia si verificò l’8 agosto 1956, nella miniera di carbone di Bois du Cazier (appena fuori la cittadina belga di Marcinelle) dove si sviluppò un incendio che causò una strage. 262 minatori morirono, per le ustioni, il fumo e i gas tossici. 136 erano italiani.

Erano le 8 e 10 dell’8 agosto 1956 quando le scintille causate dal corto circuito fecero incendiare 800 litri di olio in polvere e le strutture in legno del pozzo. L’incendio si estese alle gallerie superiori, mentre sotto, a 1.035 metri sottoterra, i minatori venivano soffocati dal fumo. Solo sette operai riuscirono a risalire. In totale si salvarono in 12. Il 22 agosto, dopo due settimane di ricerche, mentre una fumata nera e acre continuava a uscire dal pozzo sinistrato, uno dei soccorritori che tornava dalle viscere della miniera non poté che lanciare un grido di orrore: «Tutti cadaveri!».

In ricordo della tragedia, oggi la miniera Bois du Cazier è patrimonio Unesco.

La tragedia della miniera di carbone di Marcinelle è soprattutto una tragedia degli italiani immigrati in Belgio nel dopoguerra.

Tra il 1946 e il 1956 più di 140mila italiani varcarono le Alpi per andare a lavorare nelle miniere di carbone della Vallonia. Era il prezzo di un accordo tra Italia e Belgio che prevedeva un gigantesco baratto: l’Italia doveva inviare in Belgio 2mila uomini a settimana e, in cambio dell’afflusso di braccia, Bruxelles si impegnava a fornire a Roma 200 chilogrammi di carbone al giorno per ogni minatore.

Il nostro Paese a quell’epoca soffriva ancora degli strascichi della guerra: 2 milioni di disoccupati e grandi zone ridotte in miseria. Nella parte francofona del Belgio, invece, la mancanza di manodopera nelle miniere di carbone frenava la produzione. Così si arrivò al durissimo accordo italo-belga.

LE DICHIARAZIONI

 Marsilio, “anche gonfalone della Regione Abruzzo a Marcinelle”





“Anche il gonfalone della Regione Abruzzo, questa mattina, era presente a Marcinelle, in occasione della cerimonia di commemorazione delle vittime della miniera di Bois du Cazier. Una presenza dall’alto valore simbolico per onorare al meglio chi ha perso la vita in quella immane tragedia di 67 anni fa”.

Lo ha affermato,questa mattina, a Manoppello, il presidente della Regione, Marco Marsilio, intervenuto alle celebrazioni in memoria delle 262 vittime della tragedia della miniera di Marcinelle.

“Più passa il tempo – ha commentato il Presidente – e più diventa difficile fare una commemorazione che non sia soltanto un rito o che non scada nella retorica. Inoltre,- ha aggiunto – meno sono presenti i testimoni viventi di quel luttuoso evento, più questa distanza si fa sentire. Anche per questo, colgo l’occasione – ha proseguito – per rendere omaggio alle vedove superstiti ed ai figli dei minatori scomparsi in quell’immane tragedia perché comprendiamo quanto dolore possano provare nel rievocare quei momenti che non hanno mai potuto dimenticare e mai potranno farlo. Però, – ha spiegato Marsilio – conservare la memoria di quel dolore immenso è importante sia come monito per le nuove generazioni sia per fare in modo che l’insegnamento rimanga nel tempo. Purtroppo, – ha sottolineato – si muore ancora nei luoghi di lavoro e ci sono ancora persone che devono emigrare per sfamare le proprie famiglie. Quindi – ha concluso il Presidente – queste ferite, ancora aperte, ci richiamano ogni giorno al nostro impegno affinché il futuro dei nostri figli sia possibilmente migliore rispetto a quello che hanno conosciuto le generazioni precedenti”.

Alla cerimonia di commemorazione di Manoppello, che si è svolta in contemporanea con quella di Marcinelle, sono intervenuti, tra gli altri, anche il presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, il prefetto di Pescara, Giancarlo Di Vincenzo, ed i parlamentari Nazario Pagano e Guerino Testa

Santangelo,., “non dimenticare sacrificio degli italiani nel mondo”

“Ricorre oggi, 8 agosto, l’anniversario della tragedia di Marcinelle, la miniera di carbone in Belgio dove, a seguito di un incendio causato da un corto circuito, persero la vita 262 persone di cui 137 italiani provenienti prevalentemente da Abruzzo e Molise.
Tra le vittime c’erano padri di famiglia che avevano lasciato la terra d’origine per assicurare un futuro ai propri figli, come Francesco Cicoria, molisano, il cui corpo non venne mai identificato ma la sua memoria resta viva grazie al ricordo del suo figlio minore rimasto orfano a soli tre anni”.

Il Presidente del Consiglio Comunale dell’Aquila e Vicepresidente del Consiglio Regionale d’Abruzzo Roberto Santangelo.

“Dopo la firma del Protocollo italo-belga del 23 giugno 1946 che prevedeva l’invio di 50mila lavoratori in cambio di carbone, iniziarono ampi flussi migratori per lavorare nelle miniere. Nel 1956, l’anno della tragedia, fra i 142mila minatori impiegati, 63mila erano stranieri e, fra questi, 44mila italiani. Le vittime sostanzialmente non ebbero mai giustizia e quell’episodio, nella sua drammaticità, è l’occasione per ricordare il sacrificio degli italiani nel mondo e, soprattutto, che la sicurezza sui luoghi di lavoro debba essere la prima regola fondamentale in un Paese che si definisce civile”.

Partito democratico Abruzzo: “Onorare vittime lottando per sicurezza sul lavoro”

“Commemoriamo Marcinelle e ne ricordiamo con rispetto e commozione le vittime, con la comunità del nostro partito, i nostri rappresentanti istituzionali a tutti i livelli. È stata una tragedia che ha segnato nel profondo la nostra regione, così proiettata e partecipe alla dimensione e alla prospettiva dell’emigrazione, ai sacrifici che il desiderio di una vita migliore portava e porta con sé”: lo dichiara Daniele Marinelli, segretario del Partito Democratico abruzzese.

Marinelli prosegue: “Sono più che mai attuali il messaggio e il monito che giungono da Marcinelle, che ci dicono della necessità imprescindibile di tutelare il lavoro, in tutte le sue fasi, nelle sue forme. Di operare sempre per il miglioramento delle sue condizioni, a cominciare dalla sicurezza”.

Pagano, “Onorare vittime lottando per sicurezza sul lavoro”

“L’8 agosto del 1956 si consumò la tragedia di Marcinelle nella quale morirono 262 minatori, tra cui 136 italiani. Sessanta di loro erano abruzzesi, emigrati per cercare lavoro nel nord Europa. Per questo oggi sono a Manoppello, Comune della provincia di Pescara, per rendere omaggio a quei caduti che tanto hanno fatto per l’Italia”.

Così, in una nota, Nazario Pagano, coordinatore regionale Fi in Abruzzo e Presidente della I Commissione Affari Costituzionali della Camera in occasione della ‘Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo’.

“Si tratta di un’occasione per tributare un doveroso omaggio ai tanti nostri connazionali che, emigrati alla ricerca di un futuro più sereno per se stessi e per le proprie famiglie, sono stati sfruttati e discriminati, arrivando a pagare con la vita condizioni di lavoro disumane. La presenza del vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani oggi a Marcinelle, per rendere omaggio ai caduti nella miniera del Bois du Cazier, dimostra quanto sia importante, oggi più che mai, rafforzare la sicurezza sul lavoro”, conclude Pagano.

 

 

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