REGIONE: SOSPIRI PRESIDENTE AL POSTO DI SANTANGELO, SOTTOSEGRETARIO CONTESO TRA LEGA E FI

10 Aprile 2024 19:05

Regione - Consiglio Regionale

L’AQUILA – Un sottosegretario di giunta “sospeso” e conteso tra Lega e Forza Italia. La nomina a presidente del Consiglio, ad appannaggio degli azzurri, che aveva come candidato condiviso della vigilia l’aquilano Roberto Santangelo, che all’ultimo momento è andato ancora una volta a Lorenzo Sospiri, che avrebbe dovuto fare l’assessore. Con reazioni inconsulte del vicesegretario provinciale dell’Aquila, Giorgio De Matteis, che ha minacciato le dimissioni, e con la clamorosa voce che circola in merito anche ad un possibile addio di Santangelo. E ancora, per la prima volta il presidente del Consiglio regionale non è stato eletto alla prima votazione con la maggioranza dei due terzi e dunque con l’ampia condivisione che la figura di garanzia meriterebbe, ma solo alla quarta votazione con 17 voti. Per di più con il secondo consigliere regionale più votato in Abruzzo, con quasi 11mila voti, Paolo Gatti di Fratelli d’Italia, assente al primo solenne voto della legislatura, ad alimentare ulteriori dietrologie.

Il primo consiglio della XII legislatura, per la maggioranza di centrodestra del rieletto presidente della Regione, Marco Marsilio, di Fdi, non è stato solo rose e fiori, quelle che hanno addobbato come tradizione vuole la gremita aula dell’Emiciclo. Perché dietro le quinte non sono mancati conflitti intestini  che rischiano di aprire ferite poi difficili da rimarginare.

Cominciamo da Forza Italia, che nel braccio di ferro dei giorni scorsi con Marsilio per la composizione della giunta, aveva fatto fronte comune con la Lega, essendo entrambi i partito insoddisfatti da quello che aveva messo sul piatto il presidente.

Poi Forza Italia, a seguito del vertice di ieri sera, si è sfilata dichiarandosi soddisfatta, alla luce del 13,4% preso il 1o marzo, e i 4 consiglieri eletti, l’aver ottenuto, almeno a parole, oltre ad un assessorato, fino a ieri per Sospiri, la presidenza del consiglio, per Santangelo, il sottosegretariato di giunta per Daniele D’Amario. La Lega, di conseguenza, ha alzato le barricate, perché con il 7,5% e due consiglieri eletti, troppo poco è stato giudicato un solo assessorato. E oggi si era profilata anche la clamorosa ipotesi di un appoggio esterno per cominciare a far “ballare” Marsilio.

Poi questa mattina il colpi di scena: il capogruppo in pectore Massimo Verrecchia di Fdi, ha annunciato in aula l’indicazione di Sospiri come candidato alla presidenza del consiglio per la maggioranza di centrodestra. Gelo in aula nello staff di Santangelo, con De Matteis che è saltato dalla sedia e si attaccato al telefono scuro nel volto, al fianco del segretario cittadino Stefano Morelli.





Da parte sua le opposizioni, per voce del candidato presidente Luciano D’Amico, hanno annunciato la scheda bianca.  Al primo scrutinio però sono state 14 schede bianche, una in più dei 13 delle opposizioni, dunque con una defezione nei banchi della maggioranza, e un voto andato lo stesso a Santangelo, mentre Sospiri ha preso 16 voti della maggioranza, che ha 18 voti, compreso il presidente Marco Marsilio. Alla seconda votazione, non essendo stata raggiunta la quota dei due terzi,  Sospiri ha preso 17 voti, e 14 sono state le schede bianche. Dunque ancora una volta c’è stato un  franco tiratore nella maggioranza. A vuoto anche il terzo scrutinio, e Sospiri ha preso 18 voti, 13 le schede bianche, con la maggioranza che si è dunque ricompattata.

A quel punto Marsilio ha chiesto alle opposizioni di votare  Sospiri per segno di unità, ricordando “l’imparzialità” e “senso delle istituzioni” già mostrate nel ruolo dal politico pescarese nella passata legislatura. A quel punto l’opposizione si è riunita per decidere il da farsi, e ha confermato la scheda bianca. Infine la quarta e decisiva votazione: Sospiri resterà a fare il presidente del consiglio, con 17 voti, uno in meno di quelli della maggioranza, con 13 schede bianche. E questa volta a non votare è stato Paolo Gatti di Fratelli d’Italia, già assessore regionale con il centrodestra di Gianni Chiodi, era assente dall’aula. C’è chi dice perché nonostante la montagna di preferenze, dovrà fare il consigliere semplice, e nemmeno il capogruppo.

Santangelo sarà dunque assessore, come annunciato di lì a poco da Marsilio, con deleghe a Formazione professionale, Istruzione, Ricerca e università, Politiche sociali, Enti locali e Polizia locale, Edilizia scolastica, Beni e attività culturali e di spettacolo. Non male, ma Santangelo aspirava alla presidenza del Consiglio, dopo essere stato vice presidente nella passata legislatura. Ed ora si racconta che inferocito stia meditando addirittura di lasciare Forza Italia, a cui ha aderito solo un anno fa, dopo essere stato eletto nel 2019 con la civica Azione politica.

Motivo della “sostituzione”, il fatto, questo si racconta nei corridoi di palazzo dell’emiciclo, che Sospiri non  aveva gradito le deleghe proposte, e alla fine ha preferito, imponendo la sua autorevole volontà, di restare a fare il presidente del Consiglio, che tanto lustro e consenso gli ha dato in questi cinque anni, ripagati con oltre 8.800 voti.

Ma Fi mastica amaro anche perché a sorpresa Marsilio nel suo intervento ha annunciato che per ora non sarà assegnata la carica di sottosegretario di giunta, che dava fino a poche ore prima come conquista assodata.

E qui entra in gioco la Lega, che ha ottenuto sì la vicepresidenza della Regione per Imprudente, ma la richiesta da parte del partito del segretario regionale e sottosegretario di Stato all’Agricoltura, Luigi D’Eramo, è quella di una seconda postazione, che non può che essere almeno anche in questo caso, quella del sottosegretariato, a favore del rieletto Vincenzo D’incecco. Nelle prossime ore dunque potrebbe andare in scena il remake della celebre tormentone natalizio, “Una poltrona (da sottosegretario) per due”.





Bocche cucite da parte del segretario regionale di Forza Italia, deputato e presidente della commissione affari costituzionali, Nazario Pagano, andato via di fretta scuro nel volto, appena conclusa la seduta, e che non ha risposto al telefono alle chiamate di Abruzzoweb. Mentre D’Eramo non era presente, ieri impegnato a Bruxelles per il G7 dell’Agricoltura.

Da parte sua Marsilio, che anche nelle prossime ora avrà le sue belle gatte da pelare, ha ammesso in aula che “è un momento difficile, perché le legittime aspettative e ambizioni devono trovare poi una sintesi. E io mi assumo, come mio dovere, la responsabilità delle scelte”, ringraziando la sua maggioranza per la “pazienza”, e chiedendo insomma comprensione.

Ha poi dedicato parte importante del suo intervento in aula sulla necessità di cambiare la legge  legge 148 del 2011, votata anche da Marsilio, allora deputato del Popolo delle libertà, ammettendo oggi “l’errore”, che ha ridotto il numero di assessori e consiglieri regionali.

“Un conto è avere nel quotidiano una dozzina di assessori che parlano costantemente con il governo, un conto avere solo sei assessori che devono parlare con tre ministri ciascuno, seguire troppe pratiche, perché gli assessorati si accumulano di competenze, e poi la ventiquattresima ora scatta per tutti”, ha detto il presidente. Filippo Tronca

 

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