L’AQUILA – In cinque anni, dal 2019 al 2023, gli ospedali ed i policlinici del Servizio sanitario nazionale hanno speso 1,7 miliardi di euro per assumere medici ed infermieri ‘a gettone’, al fine di tamponare il problema della carenza di professionisti.
Il dato, anticipato dal Sole 24 ore, arriva da un’analisi dell’Autorità nazionale anti corruzione sugli affidamenti pubblici concernenti il servizio di fornitura di personale medico ed infermieristico.
Una cifra “enorme” che non sorprende però il sindacato dei medici ospedalieri Anaao-Assomed e che, avverte il presidente della Federazione degli ordini dei medici (Fnomeo), Filippo Anelli, è purtroppo destinata a crescere.
Ma dai camici bianchi arrivano anche delle proposte “concrete a effetto immediato” per risolvere il problema.
Secondo l’analisi, 1,7 miliardi è il valore della base d’asta di cui ad agosto sono stati spesi quasi 900 milioni, mentre gli altri 800 sono inseriti nei contratti e potranno quindi essere spesi fino a conclusione degli accordi.
Tutte le Regioni (tranne Trento) sono coinvolte, con picchi in Toscana (184 milioni complessivi) e Lombardia (170 milioni), mentre per la spesa effettivamente sostenuta in testa sono ancora la Lombardia con 56 milioni di euro, Abruzzo con 51 e Piemonte con 34. Il dossier mostra inoltre fenomeni di concentrazione dei contratti in poche mani. Per esempio, per i contratti di fornitura di personale medico solo 5 operatori si sono assicurati il 64% del valore dei bandi aggiudicati.
Il fenomeno è comunque destinato a durare, avverte Anelli: “Diventerà ancora più importante per effetto della curva legata alla gobba pensionistica, che raggiungerà il suo apice nel 2024-2025. L’esigenza di professionisti, dunque, crescerà ancora – spiega all’Ansa – e la previsione è che questa cifra di 1,7 miliardi si incrementerà. E non credo che il provvedimento varato sull’innalzamento dell’età pensionabile dei medici a 72 anni possa essere una soluzione esaustiva rispetto alla questione dei gettonisti”.
Secondo Anelli serve, pertanto, un provvedimento di diversa natura e le strade, argomenta, rimangono due: “La prima è puntare ad un utilizzo corretto dei medici specializzandi, che sono una forza attiva del Paese e se venissero assunti oggi, sarebbero una forza che viene immessa nel sistema; l’altra soluzione è quella di consentire la libera professione dei medici all’interno degli ospedali con turni aggiuntivi. Questa proposta finora non ha avuto consenso dalle istituzioni, forse perché non ben compresa. Potrebbe tuttavia rappresentare un soluzione transitoria almeno fino al 2028 quando – afferma – si calcola che sarà disponibile un numero sufficiente di medici specialisti formati che potranno risolvere la carenza attuale”.
Con la cifra spesa per i gettonisti, stima inoltre il maggiore sindacato dei medici ospedalieri, l’Anaao Assomed, nello stesso arco di tempo si sarebbero potuti assumere stabilmente 30 mila medici circa e “considerando che l’attuale carenza di medici nel Ssn è stimata in 25mila professionisti – afferma il segretario Pierino Di Silverio – impiegando tale cifra si sarebbe potuto risolvere il problema”.
Di Silverio ricorda anche come vi sia comunque una stretta da parte del ministro della Salute Schillaci sulle cooperative che forniscono i gettonisti: “Per effetto del decreto dello scorso anno, le cooperative dal 2024 non possono infatti rinnovare i contratti in essere trascorso un anno. Ma penso che le aziende, in stato di necessità, troveranno comunque un modo per poter ricorrere ancora ai gettonisti”.
L’unica vera soluzione anti-medici gettonisti, sottolinea, “è finalmente rendere più attrattiva la professione medica, con stipendi e carriere adeguate”. Ma nell’immediato, anche secondo il leader sindacale, l’altra soluzione è quella di contrattualizzare gli attuali 50mila specializzandi: “In questo modo, sin dal primo anno, potremmo assicurare loro un percorso formativo ospedaliero che li renderebbe pronti ad entrare nel sistema direttamente e senza – conclude – il bisogno di ulteriori concorsi”.
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