ROMA – Non c’è stato l’atteso boom dei mesi estivi dopo i mesi di maggio e giugno molto positivi. Tutto il settore turistico paga l’andamento climatico, a cui si aggiunge l’aumento dei costi, l’inflazione, il caro benzina e quello dei biglietti per chi viaggia in treno o in aereo.
Insomma, quella del 2023 per il turismo non sarà l’estate dei record che si preannunciava.
Tra rincari, minore possibilità di spendere e le condizioni meteo (basse temperature a giugno, caldo torrido con eventi estremi a luglio), gli italiani andranno in vacanza meno di quanto ci si aspettasse.
Incrociando i dati Istat con quelli di Federalberghi il settore registra rispetto all’ultimo anno pre covid un calo di quasi il 3% già nel primo semestre, ma quel che sorprende di più è che con luglio e agosto la situazione non si ribalterà.
A spiegarlo a ilFattoQuotidiano.it è il direttore generale di Federalberghi, Alessandro Nucara: “Non chiuderemo l’anno in termini di presenza a livelli superiori del 2019, come speravamo fino a qualche mese fa. Staremo un po’ al di sotto”.
Un numero colpisce: 41%. Sono gli italiani che non andranno in vacanza tra giugno e settembre.
Una cifra diffusa direttamente da Federalberghi e confermata anche dalla presidente di Federturismo Marina Lalli.
“Anche tra coloro che partiranno, un buon 45% cercherà di contenere le spese. Questo è il segnale chiaro di un disagio – aggiunge il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca – Chi riuscirà a partire sembra essere rassegnato a dover fare comunque economia, magari accorciando la vacanza o cercando di spendere meno sulle altre voci quali alloggio, cibo e divertimento”.
L’agriturismo non fa eccezione con qualche luce per le strutture vicino alle città d’arte e per quelle vicine alle coste che restano in linea con i dati dello scorso anno. Ma man mano che ci si allontana verso l’interno la situazione peggiora, dove si passa da -10% registrato a luglio a -30%, senza calcolare le aree colpite dall’alluvione o da altre calamità.
È l’andamento per i mesi di luglio e dei primi giorni di agosto riassunti da Agriturist, l’associazione di Confagricoltura.
“A salvare la stagione sono i numerosi stranieri che hanno deciso di scegliere i nostri agriturismi”, sottolinea il presidente Augusto Congionti, nel far nostare che “da un lato l’effetto Covid, che spingeva gli italiani verso spazi verdi, natura e buon cibo è finito, e si è ritornati a concorrere con mete estere competitive come Grecia, Croazia e Albania; dall’altro, per le famiglie, le incognite sul futuro sono ancora troppe, i giorni di vacanza si contraggono, si opta per situazioni economicamente sostenibili e si prenota per fine agosto o settembre”.
In Italia le aziende agrituristiche attive sono oltre 25 mila e oltre il 60% dei Comuni italiani ne ospita almeno una; quasi la metà offre almeno tre servizi e più di una su tre è condotta da un’imprenditrice. Quanto all’ubicazione, l’84% è in aree collinari e montane e solo il 16% in pianura.
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