L’AQUILA – Poco prima dell’inizio dell’autopsia sul corpo di Matteo Messina Denaro, affidata al medico legale Christian D’Ovidio, professore universitario a Chieti, l’ingresso principale dell’obitorio resta presidiato da forze dell’ordine di Carabinieri, Polizia, Esercito, Finanza e Polizia Penitenziaria. Schierate nelle prossimità anche alcune troupe televisive in attesa dell’uscita della salma del boss che verrà trasferita su un carro funebre via terra in Sicilia. Il carro non ha ancora raggiunto l’ospedale dell’Aquila.
L’organizzazione logistica, al momento non sembra turbare la vita e il lavoro di altri utenti o dipendenti dell’ospedale, così come degli studenti delle facoltà della zona. Non esistono restrizioni disposte ai parcheggi o alla viabiità.
Non ci sarà un funerale religioso. Probabilmente il boss verrà tumulato all’alba di domani alla presenza dei familiari nella tomba di famiglia.
Matteo Messina Denaro, noto anche con i soprannomi U Siccu e Diabolik è stato capo indiscusso del mandamento di Castelvetrano e della mafia nel Trapanese, considerato uno dei boss più importanti di tutta Cosa nostra, avendo esercitato le proprie attività criminali anche oltre i propri confini territoriali. Uomo chiave del biennio stragista 1992-1993, era ritenuto vicinissimo a Totò Riina
Nel 1993 era stato inserito nella lista dei dieci latitanti più ricercati al mondo, rimanendo tale per quasi 30 anni fino al giorno del suo arresto, avvenuto il 16 gennaio 2023 nei pressi di una clinica privata di Palermo . Il 25 settembre, otto mesi dopo la cattura, malato di cancro, è morto a L’Aquila, dov’era stato trasferito dopo essere stato arrestato.
A suo carico decine e decine di omicidi, condannato a sei ergastoli, anche per il suo ruolo nell’omicidio del giudice antimafia Giovanni Falcone nel 1992 e per gli attentati a Roma, Firenze e Milano nel 1993.
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