MORTO DOPO TRASFUSIONE FATALE ALL’AQUILA: MAXIRISARCIMENTO A PARENTI E NIPOTE

12 Gennaio 2024 09:15

L'Aquila - Cultura

L’AQUILA – Il tribunale dell’Aquila ha condannato il ministero della salute a risarcire la  famiglia di un uomo deceduto dopo 40 anni per una trasfusione di sangue infetta con un milione e mezzo. L’uomo infatti aveva contratto l’epatite C dopo un intervento. Nella sentenza previsto anche un risarcimento, come riporta il Centro, anche alla nipotina per il dolore per la perdita del nonno.





Secondo la sentenza il ministero della salute è comunque responsabile di quanto accaduto anche se all’epoca non erano disponibili i test per individuare il virus che causa quel tipo di epatite. Ci sarebbero stati, dunque, dei  mancati controlli  in seguito a quella operazione eseguita negli anni ottanta.

L’aspetto particolare della sentenza di primo grado è che è prevista una somma anche per la nipotina  anche se non viveva con il nonno.

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