MORTO BENEDETTO XVI: IL PAPA EMERITO COME CELESTINO V RINUNCIO’ AL SOGLIO PONTIFICIO

31 Dicembre 2022 11:36

Mondo - Cronaca

ROMA – “Con dolore informo che il Papa Emerito Benedetto XVI, Joseph Ratzinger, è deceduto oggi alle 9:34 nel monastero Mater Ecclesiae in Vaticano. Non appena possibile seguiranno ulteriori informazioni”.

Il doloroso annuncio è del direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni.

Da lunedì 2 gennaio il corpo del Papa Emerito, che negli ultimi giorni si era aggravato, sarà nella Basilica di San Pietro in Vaticano per il saluto dei fedeli. Aveva 95 anni.

“Un semplice e umile lavoratore nella vigna del Signore”, disse affacciandosi per la prima volta dal balcone di piazza San Pietro. Grande e rigoroso teologo, capace di rendere accessibili temi molto complessi, Joseph Ratzinger è stato eletto Papa tre giorni dopo la data del suo compleanno, il 19 aprile 2005, dopo solo quattro votazioni alla seconda giornata del conclave.





Ha annunciato in latino, durante un Concistoro ordinario, la sua rinuncia al ministero petrino l’11 febbraio 2013, diventando l’ottavo Pontefice a farlo tra i quali Celestino V.

È Papa emerito dal 28 febbraio 2013. Della sua rinuncia al papato, Ratzinger non si  è  mai pentito, almeno secondo il suo segretario particolare e prefetto della Casa pontificia, monsignor Georg Gaenswein che in un documentario realizzato da una televisione tedesca affermò che “le dimissioni sono state una decisione lunga, ben pregata e sofferta, di cui non si e’ mai pentito” e che il “Papa emerito e’ completamente in pace con se stesso”.

Negli anni del suo Pontificato, Ratzinger dà il via a una vera e propria rivoluzione in termini di trasparenza, contribuendo a una inversione di rotta nei confronti dei preti pedofili. Già nel marzo 2005, meno di un mese prima dell’elezione al soglio petrino, il futuro Papa denunciò, durante la processione del Venerdì Santo, la dilagante piaga della pedofilia all’interno del clero.

Il Cardinale Arcivescovo  dell’Aquila, Giuseppe Petrocchi con il Vescovo Ausiliare, il Clero, i Religiosi e le Religiose, si unisce al dolore e alla preghiera del Sommo Pontefice Francesco come della Chiesa tutta per la morte del Papa Emerito Benedetto XVI.

Nella sua Visita a L’Aquila il 28 aprile del 2009, in cui volle farsi vicino alla popolazione colpita dal devastante sisma, Papa Benedetto XVI recatosi nella tendopoli di Onna disse: “Il Papa è qui, oggi, tra di voi per dirvi anche una parola di conforto circa i vostri morti: essi sono vivi in Dio e attendono da voi una testimonianza di coraggio e di speranza. Con animo grato per il Suo sapiente e generoso ministero petrino, affidiamo il Papa Emerito al Signore dell’Eternità, certi che anch’Egli ora vive in Dio”.





L’Abruzzo in qualche modo ha inciso nel destino delle dimissioni dal soglio Pontificio di Bendetto XVI.

Un richiamo esercitato soprattutto da Celestino V, ‘il papa del Gran Rifiuto’.

Nel terremoto dell’Aquila del 6 aprile del 2009 (309 i morti, migliaia oi feriti e oltre 70 mila sfollati), papa Ratzinger era arrivato 28 giorni dopo, in una città appunto distrutta. Nella Basilica di Collemaggio, nella quale era potuto entrare con l’arcivescovo Giuseppe Molinari e un
ristrettissimo seguito, Benedetto XVI aveva compiuto un gesto di grande venerazione per il suo predecessore Celestino V, che si dimise il 13 dicembre del 1294, cioè poco più di quattro mesi dopo essere stato incoronato nella stessa Basilica oggi tornata al suo grande splendore.

Papa Ratzinger aveva deposto sull’urna di cristallo con le spoglie di Celestino V il pallio che egli stesso aveva indossato il giorno dell’inizio del suo pontificato. Questa stola di lana bianca con le croci simboleggia il legame tra il successore di Pietro e la Chiesa Universale. San Celestino (così è celebrato dalla Chiesa Pietro da Morrone, il Papa che volle tornare a fare il monaco eremita) non lo aveva mai ricevuto.

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