NATALE: “CHIUSURE CENTRI COMMERCIALI FRENANO VENDITE, ASSIST A ONLINE”

11 Dicembre 2020 11:13

Italia - Commercio, Sanità

ROMA -A due settimane da Natale e a fronte della dinamica delle vendite registrata nei primi 10 giorni di shopping di dicembre, le aspettative del settore non food sono fortemente negative. A confermarlo è una flash survey del Centro studi Confimprese, anticipata all’Adnkronos, secondo cui l’86,4% delle aziende si aspetta una frenata nelle vendite di Natale 2020 verso lo scorso anno: il trend negativo atteso è ricompreso nella forbice tra -30 e -34%. Un’azienda su 3 dichiara di attendere i risultati del periodo natalizio per decidere eventuali riorganizzazioni della rete distributiva nel 2021 anche se, a fronte di contrazioni significative, dovrà prendere in considerazione l’ipotesi di chiudere alcuni esercizi commerciali l’anno prossimo.





L’attesa brusca frenata del settore non food delle vendite di Natale, fino al -34%, in base a un flash survey del Centro studi Confimprese, si deve in gran parte alle recenti restrizioni dei Dpcm che scoraggiano gli acquisti: “Questi sono gli effetti delle restrizioni che hanno imposto la chiusura degli esercizi commerciali nei centri commerciali nei fine settimana, con il risultato che le vendite nei centri storici non bastano da sole a risollevare il comparto”, spiega all’Adnkronos, Mario Resca, presidente Confimprese commentando la ricerca.





“Il periodo di dicembre vale il 20-25% dei ricavi dell’intero anno, – chiarisce Resca – di conseguenza stiamo regalando un assist formidabile all’online, che è un competitor sleale e poco democratico, non ha costi fissi e non paga tutte le tasse dovute, perché i Paesi dell’Ue non riescono a fare fronte comune su una battaglia decisiva per la sopravvivenza del retail fisico”.

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