NATALE NELLE MENSE DEI POVERI, EFFETTO COVID: “TANTE FAMIGLIE NON POSSONO PERMETTERSI IL CIBO”

di Ilaria Muccetti

25 Dicembre 2020 09:24

Teramo - Cronaca

TERAMO – “Sono aumentati i casi di richiesta ad accedere al servizio della Mensa dei poveri della Caritas Diocesana, se prima c’era una prevalenza di stranieri ad oggi è maggiore di pochi punti percentuali il dato sugli italiani legato sicuramente all’emergenza sanitaria. Con stupore in questo periodo abbiamo ricevuto tante donazioni, maggiori degli anni precedenti, riuscendo a distribuire circa 500 pacchi alimentari a Giulianova e servendone altri tramite l’Emporio della Solidarietà ad un centinaio di famiglie”.

Un Natale diverso, a tratti triste come le parole del vicedirettore, responsabile area promozione umana della Caritas Diocesana di Teramo-Atri, Anna D’Eustacchio, intervistata da Abruzzoweb per raccontare la realtà che il capoluogo di provincia sta vivendo in questo anno di crisi sanitaria. Il virus ha causato, infatti, non solo perdita di vite umane, ma anche problemi a livello economico per tante famiglie o singole persone; nuova povertà, pari al 14% secondo la relazione 2020 della Caritas teramana. Intanto è cresciuto di qualche punto percentuale, rispetto al 2019, l’utenza di cittadinanza italiana su quella straniera.

Se da un lato ci sono file, con distanziamento e mascherine come previsto da dpcm anti-covid, davanti l’ingresso di negozi per l’acquisto degli ultimi regali natalizi, dall’altro lato ci sono quelle per sfamarsi davanti il portone delle mense dei poveri, come accade a Teramo: “sempre più famiglie ed anziani, ma anche giovani e donne sole con figli a carico non possono permettersi cibo in tavola. Dopo la crisi economica, ora la crisi sanitaria dovuta al virus Sars-co-2 ha accelerato la crescita dei nuovi poveri”. Dall’emergenza sanitaria si passa così all’emergenza sociale che si sta diffondendo sempre di più in provincia di Teramo.





Per questo associazioni come la Caritas Diocesana di Teramo sono un punto di riferimento e fondamentali per chi non ha mezzi di sostentamento propri. Nella provincia teramana l’associazione diretta da Don Enzo Manes, parroco di San Flaviano a Giulianova Paese, si rivolge innanzitutto alle persone ed alle famiglie in situazioni di difficoltà, attraverso un primo ascolto e un servizio di orientamento, in rete e con collaborazioni con i centri d’ascolto parrocchiali, i servizi sociali comunali e le altre associazioni, ecclesiali o meno, presenti sul territorio. All’interno della sede, in centro storico, è collocata la mensa, un refettorio aperto tutti i giorni che accoglie quotidianamente persone frequentatori abituali e occasionali. In questi mesi, causa le problematiche Covid-19, i pasti non vengono consumati in mensa ma vengono confezionati da asporto in modo da evitare assembramenti. Circa 6856 pasti all’anno, migliaia di pacchi alimentari serviti nell’Emporio della Solidarietà, piccolo supermercato di cui si serve la Caritas che per questo Natale ha già distribuito, grazie a diversi benefattori, circa 500 pacchi alimentari a Giulianova; mentre le prenotazioni in mensa sono in media di 25 persone al giorno, per Natale forse il numero crescerà.

L’utenza è costituita per la maggior parte da italiani (60%) di sesso maschile (75%), spesso in condizione di totale solitudine a causa di separazione o vedovanza. L’età media è di circa 55 anni. In molti casi si tratta di persone con disturbi psichici, ex detenuti, anziani soli che usufruiscono della pensione di invalidità (290,00 euro mensili), senza fissa dimora, inabili al lavoro, inoccupati senza reddito, giovani con problemi di dipendenza da droghe o alcool e rom di origine romena, come si legge nella relazione 2020 della Caritas teramana. Snocciolando altri dati, riferiti al 2019, salta all’occhio la percentuale degli accolti di cittadinanza italiana 48,4% di poco inferiore a quella straniera 48,9% mentre una piccola percentuale risulta avere la doppia cittadinanza. Percentuale quella sugli italiani che seppur ancora non riportata nero su bianco, a detta della D’Eustacchio avrebbe superato di pochi punti percentuali quella del dato di utenza straniera. Il dato più eclatante riguarda però i nuclei familiari che si servono della Caritas: 57,1%, di cui un elevato numero con figli a carico; il 17,3% risulta vivere da solo. E’ su queste due categorie che grava maggiormente la povertà: le famiglie e in particolare quelle con più figli minori, in quanto l’incidenza della povertà relativa aumenta con il numero dei componenti e i singoli, privati del capitale protettivo, sociale ed educativo assicurato dalla famiglia.

“I primi mesi del 2020 sono stati teatro di un’emergenza sanitaria che nel periodo successivo si è trasformata in crisi economica e sociale. Un’analisi approfondita e completa di quanto successo e di quanto accadrà non sarà possibile prima dell’anno prossimo, ma intanto possiamo dire con certezza che la percentuale di italiani che si rivolgono a noi, alla Mensa dei poveri, è aumentato superando quella dell’utenza straniera. Il Covid ha aggravato situazioni già difficili e ne ha create di nuove, queste ultime pari al 14%: tantissima gente nel teramano è in cassa integrazione e non percepisce immediatamente tutto lo stipendio, e molti lavoratori autonomi in difficoltà non riescono a coprire le spese per intero”, riferisce il vicedirettore.





Intanto cresce il numero di chi si serve della Mensa dei poveri: “Qui le richieste sono aumentate, facciamo l’asporto per evitare che si creino assembramenti con una fornitura di 6856 pasti, e per una questione di dignità e rispetto del bambino la Caritas ha preferito attivare per le famiglie il servizio dell’Emporio della Solidarietà, che con l’attribuzione di un credito di spesa, le famiglie bisognose, quindi in condizioni di disagio e di reale difficoltà economica, possono effettuare la spesa in un piccolo supermercato”, dipingendo un quadro peggiorativo e attendendo un aumento di numeri di richieste proprio sotto le feste natalizie.

“Probabilmente quest’anno il Natale è avvertito con tristezza -secondo D’Eustacchio- a causa del Covid, tante famiglie hanno perso affetti anche indirettamente poiché a questo virus sono correlate malattie come la depressione che portano la persona isolata a lasciarsi morire. Infatti alcuni nostri utenti che si servivano della nostra mensa non ci sono più. Dunque oltre al distanziamento fisico c’è un distacco affettivo che si avverte maggiormente durante le feste che, invece, si è soliti passare come tradizione vuole, con parenti e amici, con tavolate più o meno ricche di cibo e anche giochi per i bambini; viene meno quell’aspetto di fraternità ed amicizia proprio dell’atmosfera natalizia”.

Una speranza tangibile però c’è, grazie alle “tante donazioni che in questo momento particolarmente difficile stiamo ricevendo, in aumento rispetto al periodo natalizio 2019, e che conferma la forte solidarietà da parte di chi non si volta dall’altra parte facendo finta che non ci sia nessun problema sociale”.

Commenti da Facebook

RIPRODUZIONE RISERVATA
Download in PDF©


    Ti potrebbe interessare:

    ARTICOLI PIÙ VISTI: