L’AQUILA – Ad infiammare la campagna delle regionali del 10 marzo a L’aquila è sempre di più la vicenda dei nuclei di medicina primaria, gli Ncp, con il centrosinistra che lancia bordate contro la Asl di cui è direttore generale di nomina politica in quota centrodestra Ferdinando Romano, e il sindaco Pierluigi Biondi, di Fdi, che è anche presidente comitato ristretto dei sindaci del territorio di competenza dell’azienda sanitaria. E accade, con questa virulenza, solo alla Asl dell’Aquila, altrove anche se la sanità resta giocoforza un tema caldo di campagna elettorale, i toni non sono così accesi, e restano su temi generali, tanto che i responsabili della comunicazione sconsigliano i candidati di entrare troppo nello specifico di scivolose questioni tecniche.
A L’Aquila, dopo l’occupazione della direzione della Asl, con una mobilitazione indetta da sindacati Fimmg, Smi, Snami e Cgil, e un consiglio comunale straordinario, l’incontro all’ospedale San Salvatore, favorito dal senatore Guido Liris vicecoordinatore di Fdi in Abruzzo, con il ministro della Salute, Orazio Schillaci, oggi è convocata una conferenza stampa delle opposizioni.
Ma il centrodestra non retrocede, ed anzi contrattacca, considerando “strumentali” le proteste, che poco hanno a che fare con il diritto alla salute, ma, si insinua, con i compensi dei medici e il vil denaro.
La vicenda in sintesi è questa: diversamente dalle altre Asl in Abruzzo, la Asl dell’Aquila non ha sostituito i medici prossimi alla pensione in servizio negli Ncp, e secondo chi protesta, ciò minaccia, di fatto, “la fruizione di un servizio che preserva la salute di circa 50mila utenti presenti sul territorio e che va avanti solo grazie al contributo dei giovani medici che hanno preso in carico gli assistiti già assegnati al personale in quiescenza”. “Il de-finanziamento di queste strutture, portato avanti dalla Asl – secondo cittadini e sindacati – determinerà a breve la chiusura delle stesse”.
Non la pensa così il sindaco Biondi, che ha dissertato il consiglio straordinario: “Sul tema della sanità si sta facendo solamente propaganda politica. Quello dei Nuclei di cure primarie, su cui si è infiammata la polemica, è un altro argomento strumentale – afferma Biondi – perché riguarda un numero esiguo di medici e sottintende un interesse economico, mal celato. Ho chiesto tempo fa i dati sulla mobilità intra-nucleo, per capire quanti pazienti di un medico si rivolgono in realtà ad un altro associato, ma non ho avuto risposte. Ci sono, invece, tanti giovani medici che aspettano il rinnovo del contratto e che avranno indennità più sostanziose. Il sospetto, poi, che ci sia una mano politica alle spalle è lampante, anche per gli stessi protagonisti della protesta”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Tiziana Del Beato, consigliere al Comune dell’Aquila, biologa e tecnico ricercatore del Consiglio nazionale delle ricerche, candidata alle elezioni regionali del 10 marzo con Fdi che in un comunicati di ieri afferma: “Quello che fino ad oggi non è mai emerso dalle bizzarre proteste inscenate da centrosinistra e sindacati sulla vicenda dei Nuclei di cure primarie è che questo teatrino sta gettando fumo negli occhi dei cittadini, perché mentre si grida allo smantellamento di servizi essenziali, in palio ci sono 40mila euro l’anno per un gruppo di medici di famiglia. Invito quindi gli aquilani a non ‘abboccare’ a questo tranello che nasconde la semplice volontà di incrementare i guadagni di professionisti già lautamente pagati”.
“Parliamo di medici che non fanno altro che portare avanti una battaglia del tutto personale e mascherata da grandi e ipotetici alti ideali a tutela dei diritti costituzionali dei cittadini, dimenticando di riferire in quanto consisterebbe l’aumento dei loro compensi. Aggiungiamo, per dovere di cronaca e rispetto verso i contribuenti, che i servizi non sono sempre all’altezza visto che non tutti sono sempre così disponibili”.
Ben diversa la posizione dei sindacalisti Vito Albano (Fimmg), Guido Iapadre (Snami), Raffaele Giorgi (Smi) e Francesco Marrelli (Cgil) ricevuti all’Aquila dal ministro della Salute Orazio Schillaci a margine dell’inaugurazione dell’Anno accademico Univaq.
In questa occasione, sono stati consegnati al ministro due documenti, il primo descrittivo della situazione dei Nuclei di cure primarie e il secondo afferente “alle gravi carenze nell’emergenza-urgenza e nella continuità assistenziale” nei Comuni del Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise.
“Il ministro – si legge nella nota – ha dimostrato una sensibilità sociale, un senso di responsabilità politica ed una considerazione maggiori rispetto a chi si è sottratto, per mesi, ad un confronto civile e produttivo che avrebbe potuto evitare le legittime proteste degli ultimi giorni”.
Nella stessa occasione i sindacalisti hanno ribadito la propria posizione in merito ai Nuclei di cure primarie.
“Non ci sono ostacoli da parte della Regione – hanno spiegato – in una seduta della Commissione Sanità del consiglio regionale, l’assessore Nicoletta Verì ed il direttore generale Claudio D’Amario hanno dichiarato che le Asl erano libere di agire circa i subentri dei nuovi medici nei Nuclei. La spesa per i Nuclei – hanno aggiunto – nelle loro modalità di gruppo o di rete, nel 2022, è stata all’incirca pari a quella delle altre Asl (circa 2.5 milioni per L’Aquila, contro i 2.3 milioni per Chieti, i 3.0 milioni per Pescara e i 3.1 milioni per Teramo); ci si chiede, pertanto, come possano le altre Asl procedere tranquillamente alle sostituzioni nei Nuclei”.
È stato anche fatto presenze che “la spesa totale per la medicina generale della Asl dell’Aquila nel 2022 è stata di circa 22.6 milioni, contro i 27.4 milioni di Chieti, i 26 milioni di Pescara e i 26.1 milioni di Teramo. Perché, dunque, la nostra Asl, spendendo fra i 4 e i 5 milioni in meno delle altre, non può procedere alle sostituzioni?”.
Di qui, anche una replica alle affermazioni del direttore Asl Ferdinando Romano nel Consiglio comunale: “La motivazione secondo la quale non sarebbe possibile procedere alle sostituzioni perché si sta trattando il nuovo contratto regionale è un pretesto vuoto”.
“Vogliamo risposte immediate attraverso atti amministrativi che garantiscano la sostituzione dei medici in servizio ai Nuclei di cure primarie”, sono le parole di Francesco Marrelli, segretario generale Cgil per la provincia dell’Aquila.
A margine della visita di Schillaci, ha detto Liris: “La visita del ministro della Salute Orazio Schillaci all’ospedale dell’Aquila è stata l’occasione per fare il punto sui risultati raggiunti in Abruzzo, dove, a dispetto di quanto quotidianamente rappresentato strumentalmente, negli ultimi anni abbiamo invertito la rotta investendo per il personale, per ridurre le liste d’attesa, per la prevenzione e per rafforzare la medicina del territorio. La presenza del ministro, che ringrazio anche per la sensibilità dimostrata e per la disponibilità a incontrare il personale medico e paramedico con grande propensione all’ascolto, ha stimolato un confronto costruttivo che ci ha permesso di ricordare i contenuti del piano di riorganizzazione della rete ospedaliera, di recente approvazione, lo sblocco dopo anni di ingenti fondi destinati all’edilizia sanitaria e gli investimenti in strumentazioni, tecnologie mediche e strumentali che fanno dell’Abruzzo un modello”.
In consiglio comunale straordinario la posizione delle opposizioni è riassunta nell’ordine del giorno che impegnava il sindaco e la giunta “ad agire istituzionalmente presso Regione Abruzzo e direzione strategica Asl 1 al fine di predisporre un piano, da trasmettere al più presto al Consiglio comunale, circa le iniziative che ritiene debbano essere avviate alla luce di quanto previsto per la sanità nel Pnrr, in particolare per quanto riguarda l’organizzazione della medicina territoriale; richiedere la pubblicazione dei bandi di concorso per figure di ruolo e non facenti funzione, la previsione delle date dell’espletamento di quelli eventualmente banditi e la stabilizzazione dei precari; rivedere la ripartizione dei finanziamenti per l’edilizia sanitaria, investendo finalmente le risorse per l’adeguamento sismico e per l’efficientamento energetico del San Salvatore; risolvere definitivamente il problema relativo i Nuclei di Cure Primarie, rivedere la scelta incomprensibile di collocare la Casa di comunità all’interno del del San Salvatore; procedere alla stabilizzazione del personale precario della Asl 1 e predisporre una relazione dettagliata da trasmettere al Consiglio comunale circa le conseguenza dell’attacco hacker”.
Stefano Albano, capogruppo del Partito democratico e primo firmatario della richiesta di seduta straordinaria e aperta, ha rimarcato: “Serve un’operazione verità rispetto alla sanità e alla programmazione della sanità nel territorio aquilano. Il direttore generale della Asl provinciale aveva garantito, ad esempio, che i nuclei di cure primarie sarebbero stati salvaguardati, salvo in questi giorni definire illegittimi i provvedimenti che si dovrebbero adottare per perseguire questo fine e che vengono richiesti a gran voce dai sindacati, che noi sosteniamo”.
Ieri il comunicato di Vanna Andreola, candidata nelle file di Abruzzo progressista e solidale: “Nessuna risposta dalla Asl, nessun segnale rispetto alla sacrosanta protesta di cittadini e medici a difesa dei Nuclei di cure primarie. Davanti ad una incompetenza ormai ampiamente dimostrata, non resta che chiedere le dimissioni immediate del manager della Asl Ferdinando Romano. L’ordine del giorno promosso e approvato dalla maggioranza di centrodestra va contro medici e cittadini – sottolinea Andreola – che rivendicano il sacrosanto diritto alla salute garantito dalla Costituzione. Durante il Consiglio, inoltre, c’era l’intenzione di portare la proposta che ho avuto modo di elaborare nei giorni scorsi, ovvero quella di ricavare dal bilancio della Asl 200mila euro l’anno circa per assumere 9 medici, attingendo anche ai fondi Fse per la misura ‘Ho cura di te’, con una dotazione di oltre 17 milioni, utili a finanziare sia i nuclei di cure primarie che altri servizi sanitari essenziali. Davanti a questa totale mancanza di ascolto e collaborazione per arrivare a una soluzione rapida e condivisa, non resta che chiedere la rimozione del manager della Asl”, conclude Andreola.
Download in PDF©