“NO AL PAYBACK”, AZIENDE BIOMEDICALI IN PIAZZA: “A RISCHIO 112MILA POSTI DI LAVORO”

10 Gennaio 2023 08:50

Italia - Economia, Lavoro, Sanità

ROMA – Il meccanismo del payback porterà “conseguenze drammatiche per occupazione, territori e ospedali: le aziende biomedicali devono infatti versare 2,2 miliardi entro gennaio”.

Lo afferma Confindustria dispositivi medici, annunciando la manifestazione contro il payback  che si terrà oggi a Roma, in Piazza Santi Apostoli, a partire dalle 10.





Il presidente Massimiliano Boggetti ha inviato una lettera sulla questione alla premier Giorgia Meloni.

“Il payback mette a rischio oltre 112mila posti di lavoro perché chiedere alle imprese 2,2 miliardi di euro entro gennaio significa farle chiudere con conseguenze drammatiche per l’occupazione, i territori e la qualità della salute del Paese. Il fallimento di molte imprese – scrive il presidente di Confindustria dispositivi medici Boggetti, nella lettera indirizzata alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni – genererà un’interruzione delle forniture agli ospedali”.

“Il rischio è che le strutture sanitarie restino sfornite di dispositivi medici indispensabili, oltre a venire a mancare quel supporto tecnico che permette a molte delle tecnologie installate negli ospedali di funzionare correttamente. Ma non solo, imponendo tetti di spesa così bassi la qualità dei dispositivi medici si abbasserà, l’innovazione tecnologica non entrerà più nelle strutture sanitarie e i medici si troveranno costretti a lavorare senza avere strumenti all’avanguardia, fondamentali per poter esercitare al meglio la professione. Oggi che è in arrivo una nuova ondata Covid e gli ospedali dovranno far fronte a una probabile emergenza, l’effetto sarà ancora più devastante”.





“Scenderemo in piazza a Roma – prosegue Boggetti – anche per i cittadini e i pazienti perché il payback è una norma ingiusta anche per loro, che potrebbero non trovare più le risposte di salute che oggi offre il Servizio Sanitario Nazionale: chi potrà permetterselo continuerà a curarsi privatamente a spese proprie, chi non potrà subirà in prima persona i danni derivanti da questa legge nemica della Sanità pubblica. Il payback non è uno strumento di controllo della spesa, è uno strumento nemico del SSN”.

 

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