L’AQUILA – Questa mattina una delegazione di sindacati e consiglieri comunali e regionali, in testa ai cittadini in protesta, non è stata accolta dalla Asl aquilana e ha forzato il blocco trovato all’ingresso della sede dell’azienda sanitaria, in via Saragat all’Aquila, attualmente presidiata per assenza di risposte alle istanze alla base della mobilitazione.
Assenti il direttore generale della Asl provinciale dell’Aquila, Ferdinando Romano e il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, che è presidente comitato ristretto dei sindaci del territorio di competenza dell’azienda sanitaria. Assenti anche i rappresentanti della Regione.
La manifestazione, a sostegno dei Nuclei di cure primarie, è supportata dai sindacati Fimmg, Smi, Snami e Cgil per difendere il diritto costituzionale alla salute.
Diversamente dalle altre Asl in Abruzzo, la Asl dell’Aquila ha infatti avviato, da due anni a questa parte, uno smembramento dei Nuclei, impedendo la sostituzione dei medici prossimi alla pensione e minacciando, di fatto, la fruizione di un servizio che preserva la salute di circa 50mila utenti presenti sul territorio e che va avanti solo grazie al contributo dei giovani medici che hanno preso in carico gli assistiti già assegnati al personale in quiescenza. Il de-finanziamento di queste strutture, portato avanti dalla Asl, secondo cittadini e sindacati determinerà a breve la chiusura delle stesse.
“Vogliamo risposte immediate attraverso atti amministrativi che garantiscano la sostituzione dei medici in servizio ai Nuclei di cure primarie”, sono le parole di Francesco Marrelli, segretario generale Cgil per la provincia dell’Aquila.
I manifestanti, si sono ritrovati nel cortile della direzione amministrativa della Asl e hanno animato una protesta autorizzata che si è mantenuta pacifica, anche se momenti di tensione sono stati registrati al momento in cui tutti i partecipanti, e non solo una delegazione, hanno cercato e ottenuto la possibilità di varcare il cancello di ingresso per poi entrare nella sede Asl per interagire con i vertici dell’organizzazione o con rappresentanti degli enti locali.
Tra i presenti anche alcuni consiglieri comunali e regionali.
“Una protesta pacifica di cittadini e operatori sanitari che chiedevano di essere ricevuti dalla direzione della Asl ha trovato un rifiuto incomprensibile. I cittadini hanno il diritto di ottenere risposte. In particolare la vicenda dei Nuclei di cure primarie, che sono a rischio chiusura perché la Asl non consente la sostituzione dei medici andati in pensione con i nuovi professionisti, non solo esponendo la città al rischio di perdere i presidi di sanità territoriale, ma soprattutto esponendo il personale amministrativo e infermieristico a perdere il posto di lavoro. Facciamo un appello alle aquilane e agli aquilani di venire qui e sostenere questa battaglia di civiltà”, afferma il capogruppo del Partito democratico al Consiglio comunale dell’Aquila Stefano Albano.
“Il governo di destra del romano Marsilio ha sfasciato completamente la sanità pubblica. Le persone nella provincia dell’Aquila sono esasperate e noi abbiamo il dovere di dare voce alla loro disperazione. Siamo allo stremo e siamo costretti a entrare nell’aula magna perché ci siamo trovati di fronte una chiusura e un muro di gomma in primis delle Istituzioni ma poi della asl. Non ce ne andremo finché non avremmo avuto le risposte che chiediamo da due anni”, aggiunge il consigliere regionale del Pd Pierpaolo Pietrucci.
“Questi sono uffici pubblici, casa nostra, la casa di cittadini e cittadine costrette a mobilitarsi e che hanno diritto ad essere ascoltati e ricevuti per istanze che riguardano il sacrosanto diritto alla salute.La salvaguardia dei nuclei di cure primarie è uno dei tasselli di una sanità che siamo chiamati a difendere e non ci fermeremo”, conclude Rita Innocenzi, sindacalista della Cgil e candidata nel collegio provinciale dell’Aquila per il Partito democratico alle elezioni regionali.
“Non stiamo occupando questo spazio – hanno spiegato i manifestanti – ce lo siamo ripreso, questi luoghi ci appartengono ed è inaccettabile che nessuno tra i vertici Asl, il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi e il governatore Marco Marsilio, voglia interloquire con noi”.
ASL L’AQUILA, “ATTESA PER NUOVO ACCORDO INTEGRATIVO, NESSUN RISCHIO CHIUSURA”
“Come già ribadito, con chiare e documentate motivazioni in tutte le sedi istituzionali che si sono occupate del problema: Prefettura, Commissione Salute e Commissione Vigilanza del Consiglio regionale, il subentro di nuovi medici di medicina generale nei Nuclei di Cure Primarie in sostituzione del personale medico collocato in pensione, risulta un atto illegittimo e come tale una procedura non percorribile”.
È quanto si legge in una nota a firma della Direzione Aziendale della Asl di Avezzano-Sulmona-L’Aquila, guidata dal manager Romano.
“Il parere espresso dalla SISAC (Organo Governativo che regola i rapporti tra medici di famiglia e ASL) sul tema non lascia dubbi al riguardo – si legge ancora nella nota -: i compensi e le indennità riconosciute a tutte le forme associative, compresi i Nuclei di Cure Primarie, possono essere erogati solo nei limiti delle risorse dedicate, ormai esaurite da tempo. Siamo in attesa della sottoscrizione a breve dell’Accordo Integrativo Regionale, che risolverà la questione nell’interesse di tutti i medici di famiglia”.
“Infatti – prosegue la nota -, i medici che oggi richiedono il loro inserimento nei Nuclei di Cure Primarie acquisiscono il privilegio di avere una retribuzione aggiuntiva di circa 40.000 Euro/anno, oltre al normale compenso. Queste risorse sarebbero sottratte a tanti altri medici – come dice anche la nota del Dipartimento Regionale della Sanità del marzo 2023 – che attendono fiduciosi la sottoscrizione del nuovo Accordo Integrativo per poter operare nelle nuove forme associative, creando evidenti situazioni di sperequazione e penalizzazione”.
L’Azienda dichiara che “nessuno dei Nuclei chiuderà perché sarà garantito sempre un numero di medici sufficiente a consentire la piena attività. Infatti, in considerazione del numero di medici che operano attualmente nei Nuclei di Cure Primarie, in alcuni casi addirittura in sovrannumero, non vi sono rischi né di scioglimento dei Nuclei stessi, né di tenuta dell’occupazione del personale di supporto né tantomeno di penalizzazione delle aree interne visto che i subentri richiesti riguardano solo le aree urbane”.
“Ricordiamo, inoltre, che la F.I.M.M.G (Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale) regionale condivide la posizione assunta dalla Asl”, conclude la nota.
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