L’AQUILA – Due giorni e due notti di protesta nella sede della Direzione generale della Asl provinciale dell’Aquila, in via Saragat, a sostegno dei Nuclei di cure primarie e “per difendere il diritto costituzionale alla salute”.
I manifestanti – sostenuti da sindacati Fimmg, Smi, Snami e Cgil e da consiglieri comunali e regionali – continuano a chiedere di essere ricevuti dal direttore generale della Asl provinciale dell’Aquila, Ferdinando Romano, dal sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, che è anche presiedente del Comitato ristretto dei sindaci, e da rappresentanti della maggioranza regionale di centrodestra.
E mentre il dg è a Roma da giorni, il centrodestra alla guida della Regione si passa la patata bollente sul partito chiamato ad intervenire.
La protesta nasce dal fatto che “diversamente dalle altre Asl in Abruzzo, la Asl dell’Aquila ha avviato, da due anni a questa parte, uno smembramento dei Nuclei, impedendo la sostituzione dei medici prossimi alla pensione e minacciando, di fatto, la fruizione di un servizio che preserva la salute di circa 50mila utenti presenti sul territorio e che va avanti solo grazie al contributo dei giovani medici che hanno preso in carico gli assistiti già assegnati al personale in quiescenza. Il de-finanziamento di queste strutture, portato avanti dalla Asl, secondo cittadini e sindacati determinerà a breve la chiusura delle stesse”.
Per Vanna Andreola, candidata Demos alle elezioni regionali in programma a marzo in Abruzzo: “La situazione dei Nuclei di cure primarie è davvero drammatica perché sono andati in pensione tanti medici di base che ad oggi non sono stati sostituiti e nonostante ci siamo molti medici giovani e bravi, non è dato sapere come e quando verranno stabilizzati. Ma delle possibilità di intervenire subito e concretamente esistono e ci sono anche i fondi per garantire servizi essenziali ai cittadini. Il manager Ferdinando Romano sostiene che non sia possibile stabilizzare il personale perché non ci sarebbe la disponibilità finanziaria, ma secondo i calcoli fatti valutando il bilancio della Asl aquilana, sarebbe necessario reperire 200mila euro l’anno circa per assumere 9 medici che potrebbero assistere duemila pazienti ciascuno, in questo modo sopperendo alle carenze”.
Inoltre, aggiunge Andreola: “nell’ambito dei fondi Fse se c’è misura che si chiama ‘Ho cura di te’, che prevede interventi per favorire l’accesso ai servizi sanitari per persone con vulnerabilità, è prevista una dotazione di oltre 17 milioni, fondi che potrebbero essere utilizzati per sia per i nuclei di cure primarie che per altri servizi sanitari essenziali”, conclude.
Intanto è stato annunciato un Consiglio comunale straordinario, lunedì 26 febbraio alle 15 a Palazzo Margherita, aperto chiesto dalle opposizioni: “I vertici della Asl provinciale dell’Aquila e i responsabili della sanità regionale ritengono la nostra una battaglia dal sapore elettorale per cui rinviano ogni confronto a dopo il 10 marzo, salvo però accogliere in pompa magna il ministro della Salute Orazio Schillaci, che martedì prossimo sarà complice dell’ennesima passerella elettorale, quella sì, al San Salvatore, e di un pranzo con gli operatori sanitari. A questo gioco non ci stiamo, perché la salute è un diritto fondamentale, di tutti e che va oltre le stagioni politiche soprattutto quando queste stanno per concludersi, come quella di Marco Marsilio. Del resto riceviamo ogni giorno decine e decine di segnalazioni di cittadini che denunciano il mal funzionamento della Asl, a cominciare dallo stato in cui versa il nostro Ospedale”, le parole del capogruppo del Partito democratico al Consiglio comunale dell’Aquila, Stefano Albano.
La Direzione aziendale della Asl in una nota ha quindi replicato agli attacchi: “Sono del tutto false e strumentali le accuse rivolte da alcune organizzazioni sindacali alla Direzione della ASL di Avezzano, Sulmona, L’Aquila, in relazione al problema delle sostituzioni dei Medici di Medicina Generale nei Nuclei di Cure Primarie”.
“Comprendiamo il particolare momento elettorale e la tendenza alla faziosità delle affermazioni e delle posizioni assunte, ma ora si è superato ogni limite rispetto al dovere di verità. I cittadini della provincia di L’Aquila devono conoscere i fatti. Su 210 Medici di Medicina Generale in servizio nel nostro territorio, 94 sono impegnati all’interno dei Nuclei di Cure Primarie e rappresentano il 45% del totale. Nella ASL di Pescara su 258 Medici di Medicina Generale ne sono impegnati all’interno dei Nuclei 77, rappresentando solo il 30% del totale; nella ASL di Chieti su 317 Medici ne sono impegnati 53, con una percentuale del 17%; infine nella ASL di Teramo su 205 Medici sono impegnati nei Nuclei di Cure Primarie soltanto 60 con una percentuale del 29%.
“I numeri parlano chiaro e ci dicono una realtà ben diversa da quella che vogliono far credere. Altro che tagliare servizi o creare cittadini di serie A e di serie B come si sta farneticando in queste ore, buttando fango sull’operato della Direzione e dei tanti dirigenti della ASL impegnati da anni nel campo dell’assistenza territoriale. La verità è ben altra: la Asl di Pescara per garantire gli stessi livelli di assistenza della nostra ASL dovrebbe inserire nei Nuclei di Cure Primari altri 38 Medici; la ASL di Chieti ne dovrebbe inserire altri 89 e la ASL di Teramo altri 32. Forse sono proprio i nostri i cittadini di serie A”.
Troviamo a dir poco vergognose – conclude la Direzione Aziendale – le pressioni strumentali che ci vengono indirizzate in questi giorni per farci compiere atti e provvedimenti palesemente illegittimi, a spregio della prossima sottoscrizione, con i Medici di Medicina Generale, del nuovo Accordo Regionale, che contiamo possa interrompere questo circuito di privilegi per pochissimi, a 40.000€ all’anno di aumento del compenso, difesi – non si sa perché – dalla politica, a danno di tanti altri medici, che sono costretti a subire in silenzio. Nel frattempo, la posizione della ASL è stata chiarita in maniera documentata e motivata in tutte le sedi istituzionali deputate ad affrontare queste problematiche”.
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