CENTRODESTRA VUOLE COSTRUIRE 'IN PROPRIO' CON TESORETTO DI 428 MLN SU EDILIZIA SANITARIA: AVEZZANO LA PRIORITA’, TRABALLA PROJECT FINANCING DI CHIETI STRUTTURA COSTRUITA CON CEMENTO IMPOVERITO

NUOVI OSPEDALI: STOP A PIANO PRIVATI REGIONE RISCHIA MAXI RISARCIMENTO

15 Gennaio 2020 08:26

Regione -

L’AQUILA – Sui nuovi ospedali la Giunta di centrodestra vorrebbe bocciare il piano che prevede il ricorso ai privati, mentre esplode il caso del project financing per il nuovo nosocomio di Chieti, struttura insicura sismicamente e staticamente perché costruita con cemento impoverito, come stabilito dalle autorità competenti: è altissimo il rischio di contenziosi e un maxi risaracimento di decine di milioni di euro con l’associazione temporanea di imprese (Ati) costituita da Nocivelli e Maltauro, che ha presentato ormai cinque anni fa la proposta e curato la progettazione, ottenendo la dichiarazione di pubblica utilità da parte della precedente Giunta di centrosinistra che ha avocato a sè la pratica esautorando la Asl di Chieti.

Una pubblica utilità legata alla copertura della quota pubblica ma recepita dall’azienda teatina. 

Ora la maggioranza di centrodestra vuole costruire “in proprio” i nuovi ospedali puntando il tesoretto che proviene dal famoso articolo 20 sulla edilizia sanitaria. Per questo, non ci sarebbe più posto per il progetto di finanza per ricostruire ex novo il Santissima Annunziata di Chieti per il quale l’azienda teatina avrebbe dovuto bandire la gara comunitaria nell’ambito della quale l’Ati avrebbe avuto il diritto di prelazione.

I particolari emergono dal vertice dell’altro ieri all’Aquila: Avezzano e Chieti sono le priorità, ma con progetti interamente finanziati con fondi pubblici. Non si sa il destino delle nuove strutture programmate con il ricorso ai privati, per Lanciano, Vasto, Giulianova, L’Aquila e Teramo. 

Anche in questo caso, Chieti desta molta preoccupazione in seno alla maggioranza: infatti, bisogna superare il non facile ostacolo della revoca e in tal senso sarà difficile trovare un dirigente che firmi il documento con il rischio di ritrovarsi sotto processo da parte della Corte dei conti. Dopo mesi di polemiche asprissime sulla disponibilità di fondi per l’edilizia sanitaria, la Giunta ha voluto imprimere un deciso cambio di passo affrontando di petto una situazione bollente. 





Sono disponibili 228 milioni di euro, di cui 143 già trasferiti, che potrebbero diventare addirittura 428 se lo Stato confermerà gli stanziamenti annunciati per l’ex articolo 20 della legge 67 che nel 1988 avviò il sostegno alla modernizzazione degli ospedali e delle attrezzature sanitarie. 

Il governatore, Marco Marsilio, di Fratelli d’Italia, e gli assessori hanno incontrato in un vertice informale, seguito alla canonica riunione di giunta, sia i tecnici che i manager delle Asl: Roberto Testa per L’Aquila e Thomas Schael per Chieti, Claudio D’Amario, fresco direttore del Dipartimento regionale della Salute. 

Dal summit non sono arrivate per il momento decisioni ufficiali, ma la situazione è caldissima: in particolare domani a Chieti, convocato dal manager teatino, è in programma un incontro decisivo per districare l’intricata matassa della costruzione del nuovo ospedale di Chieti che dovrebbe sostituire il Santissima Annunziata per il quale una perizia ha accertato gravi problemi strutturali in caso di terremoto.

Un’operazione su cui c’è generale contrarietà soprattutto per il ricorso allo strumento del project financing, ovvero il contributo dei privati nel finanziamento dei lavori in cambio della gestione. Tema su cui ci sono state già tensioni in Consiglio regionale.

Secondo quanto si è appreso, i colossi Nocivelli-Maltauro, nelle istanze e nei documenti inviati  finora, hanno fatto chiaramente intendere che è realistico lo scenario di un maxi contenzioso: la richiesta di un risarcimento danni, nel caso in cui l’opera non dovesse essere realizzata, per decine di milioni di euro, a compensazione della progettazione sin qui portata avanti e soprattutto del possibile mancato utile. In questo scenario, Marsilio e l’assessore regionale alla Salute Nicoletta Verì, della Lega, è impegnata a capire che ruolo dovrà giocare: andare avanti con l’ipotesi di un nuovo ospedale dopo l’abbattimento del Santissima Annunziata o una clamorosa frenata, che al momento parrebbe la più probabile, a patto magari di andare a trattare con le aziende.

Nel corso della riunione informale della giunta sarebbe emersa una contrarietà al progetto, da parte della Verì e del direttore generale Schael che aveva inoltrato nei giorni scorsi al governatore Marsilio una lettera con cui aveva chiesto di fare definitiva chiarezza sulla vicenda dando una indicazione politica.





Allo stato c’è una dichiarazione di pubblica utilità formulata dall’ex giunta regionale presieduta da Luciano D’Alfonso e corroborata con un finanziamento cash di 30 milioni di euro, poi spostati. 

Il caso Chieti si inserisce nel più generale ragionamento che riguarda l’edilizia sanitaria. Proprio alcuni giorni fa, ad AbruzzoWeb, l’ex assessore al ramo, l’attuale capogruppo del Pd, Silvio Paolucci, aveva strigliato la maggioranza sostenendo che il tesoretto che si libererà da qui al 2022, pari a circa 70 milioni di euro è in parte è vincolato proprio per la realizzazione dell’ospedale di Chieti. E che, dunque, prima di destinarlo ad altri scopi – vedi abbassamento delle tasse – servirà – annullare quell’impegno ufficialmente.

L’attuale assessore Verì ha detto a più riprese di respingere l’idea del project financing come strumento principe per la realizzazione e l’ammodernamento delle strutture sanitarie. È probabile che ci sia una riprogrammazione degli obiettivi e delle risorse.

Una priorità, però, è stata individuata: è quella dell’ospedale di Avezzano, le  cui condizioni preoccupano e non poco in caso di evento sismico in un territorio a rischio. 

Il programma attualmente in vigore prevede lavori per 296 milioni di euro di cui 143 da reperire attraverso i privati. Sono disponibili 143 milioni trasferite dallo Stato a cui se ne aggiungono 94 per l’ospedale di Teramo e Penne stanziati all’indomani degli eventi sismici. (Red)

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