L’AQUILA – “Ci si immagina che gli ultimi mesi di una legislatura vengano impegnati per i provvedimenti sulle questioni più urgenti da risolvere: la maggioranza di centrodestra ripropone, come una peperonata, la norma sullo stemma. Questione di priorità: c’è chi pensa ai temi della vita quotidiana, e chi gigioneggia con l’araldica”.
A sfoderare il sarcasmo il deputato dem ed ex presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, sulla modifica dello stemma e del gonfalone della Regione Abruzzo, a cui andrà aggiunta l’effige del Guerriero di Capestrano.
“A distanza di un anno e mezzo dall’approvazione in Consiglio regionale della fondamentale legge ricostituente che ridisegna lo stemma della Regione Abruzzo – incalza D’Alfonso -, la stessa norma torna in commissione per alcune modifiche improntate alla sobrietà: restano la figura stilizzata del Guerriero di Capestrano e una scritta in latino, spariscono la corona dorata e i drappeggi. Ma spariscono dalle casse dell’ente anche 70mila euro, quelli utilizzati per pagare la società di comunicazione che ha elaborato il nuovo simbolo. Questa frenetica attività consiliare su una questione di araldica – che a quanto pare è stata fortemente voluta dal presidente dell’assise regionale – suscita alcune riflessioni”.
“Innanzitutto, avrebbero potuto finanziare la nuova grafica con i fondi del PNRR al posto del raddoppio della linea ferroviaria Pescara-Roma: in fondo l’infrastruttura esiste già mentre lo stemma regionale andava rinnovato profondamente. Così, nelle more della velocizzazione (al momento il viaggio più breve in treno da Pescara alla Capitale dura 3 ore e mezza) i passeggeri potranno ammirare il nuovo aspetto dell’effigie regionale, dilettandosi a cercare con la lente di ingrandimento l’iscrizione in antico piceno posta su un lato della statua del guerriero – si legge nella nota -. Si potrebbe anche aggiungere uno zero ai 70mila euro previsti dalla legge, tanto per non avere ritardi o sorprese nell’elaborazione del nuovo soggetto. Inoltre, si può ipotizzare di coinvolgere la figura di Gabriele D’Annunzio in un convegno intitolato “Il Vate e il nuovo gonfalone della Regione”: siamo sicuri che anche in questo caso si troverà qualche punto di contatto per animare il dibattito”.
E prosegue D’Alfonso: “Per valutare la qualità dei tessuti, suggeriamo di far cucire come capi-prova delle talari da far indossare al presidente della giunta regionale in scadenza, magari in occasione di un bel défilé nell’evocativo castello di Capestrano: certi talenti vanno sfruttati. Ci si immagina che gli ultimi mesi di una legislatura vengano impegnati per i provvedimenti sulle questioni più urgenti da risolvere: la maggioranza di centrodestra ripropone, come una peperonata, la norma sullo stemma. Questione di priorità: c’è chi pensa ai temi della vita quotidiana, e chi gigioneggia con l’araldica. I ministeri, tornati infantili, sono nelle mani delle società di consulenza strategica, per fortuna plurali, come scrive l’economista delle istituzioni pubbliche Mariana Mazzuccato; in Abruzzo il nostro ordinamento regionale è in una ridotta conducente ‘tutta bicchieri e comunicazione’, naturalmente affidando anima e corpo dell’amministrazione a due comunicatori e due soltanto, ripetutamente, in ragione del merito indiscutibile e delle dimensioni della fiduciarietà guadagnata”.
- NUOVO STEMMA REGIONE: D’ALFONSO, “CON TUTTI I PROBLEMI CHE CI SONO, SI GIGIONEGGIA CON L’ARALDICA”L'AQUILA - "Ci si immagina che gli ultimi mesi di una legislatura vengano impegnati per i provvedimenti sulle questioni più urgenti da risolvere: la ...