L’AQUILA – Al momento, l’unica certezza per i 150 lavoratori precari del servizio amministrativo della Asl di Avezzano-Sulmona-L’Aquila, è una proroga contrattuale di 4 anni, resa necessaria dalla paralisi dei servizi sanitari, già evidente da questa mattina, quando molti di loro sono stati messi in ferie forzate e da ieri stanno presidiando Palazzo Silone, sede della giunta regionale.
A decidere la proroga il tavolo tecnico convocato in tutta fretta, che si è svolto stamani all’Aquila alla presenza del presidente della Giunta regionale, Marco Marsilio, di FdI, tornato ieri sera da Bruxelles, del capo dipartimento Salute della Regione, Emanuela Grimaldi, del manager della Asl, Ferdinando Romano.
“Non c’è nessun licenziamento in vista, voglio tranquillizzare i lavoratori, le loro famiglie e i sindacati dei lavoratori”, ha scritto in una nota Marsilio al termine dell’incontro blindato ad altri consiglieri e assessori.
Permangono tuttavia forti perplessità sull’esito del vertice tra i 150 precari impiegati nelle cooperative del raggruppamento temporaneo di imprese composto da Biblos di Pescara, Az Solutions di Roma e Vigilantes di Giulianova, che ieri hanno interrotto il servizio, il cui contratto con l’azienda sanitaria è scaduto e tale proposito sono in corso le procedure per un nuovo bando. Il loro rientro al lavoro potrebbe comunque avvenire già lunedì prossimo.
Marsilio per evitare i manifestanti e giornalisti è entrato ed uscito dall’ingresso del garage di palazzo Silone, e poi terminato il summit si è recato al Giro d’Italia di ciclismo, per la tappa Castel di Sangro – Tagliacozzo, finanziato dalla Regione Abruzzo, compresa anche anche la tappa di domani che parte da Giulianova, con 1,3 milioni di euro.
Sono invece intervenuti per parlare con i lavoratori, per la maggioranza di centrodestra il senatore di FdI Guido Liris, il capogruppo di FdI in consiglio regionale, Massimo Verrecchia, il vice presidente della Regione, Emanuele Imprudente, il consigliere regionale della Lega Carla Mannetti, e per le opposizioni il consigliere comunale dem Pierpaolo Pietrucci, e il consigliere comunale ed ex parlamentare Stefania Pezzopane. Nessuno di loro ha preso parte al summit dove invece al fianco di Marsilio c’era il capogabinetto Stefano Cianciotta, per il dipartimento assieme a Grimaldi il dirigente Enrico Marini. Per la Asl, oltre a Romano, il direttore amministrativo Stefano Di Rocco, i dirigenti Alessia Parlatore e Andreina Gabini.
I precari non si fidano però delle rassicurazioni: si teme che la proroga sarà concessa solo fino a quando si avrà l’esito del concorso che porterà all’assunzione di altri addetti al loro posto. E solo per evitare la paralisi della Asl aquilana: già questa mattina interi reparti sono andati in tilt, alla Radiologia dell’Aquila hanno chiesto agli infermieri di restare dodici ore, Veterinaria è rimasta chiusa. Grossi disagi anche nella Direzione generale, dove tanti erano i precari che prestavano servizio.
“Per ora si parla solo di proroga, spiegano alcuni lavoratori -. Ma il vero problema è che, quando probabilmente già a giugno sarà pubblicato l’esito del concorso, quasi tutti noi dovremo andare a casa per fare posto ai nuovi assunti”.
Un’altra lavoratrice aggiunge: “Si sono resi conto che senza di noi la Asl si ferma, e ci terranno dentro solo il tempo necessario a far arrivare gli altri”.
C’è chi, di fronte all’incertezza, propone una linea dura: finché non ci saranno vere garanzie di stabilizzazione e di mantenimento del posto occorre un sit-in permanente con tende montate davanti a Palazzo Silone.
La proposta avanzata da alcuni sindacati e opposizione – ossia l’assorbimento dei lavoratori nei progetti regionali tramite la costituzione di una società di scopo o l’utilizzo di Abruzzo Progetti – sembra ormai arrivare fuori tempo massimo.
Era un’ipotesi già presente da tempo, ma avrebbe richiesto una modifica dello statuto ed avrebbe incontrato resistenze addirittura all’interno della maggioranza di centrodestra, tra l’altro un un momento storico difficilissimo in cui la sanità pubblica abruzzese è frenata dall’enorme debito.
In tanti tra i lavoratori hanno sottolineato l’assenza del sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, ieri a Bruxelles ed oggi a Palermo per una manifestazione di Anci giovani nella sua veste di presidente regionale abruzzese dell’associazione nazionali comuni italiani.
Pesanti critiche sono state rivolte anche al presidente Marsilio, che ha evitato il confronto.
La difficile situazione, con i precari scesi in piazza, è stata causata dalle conseguenze del buco della sanità: a mettere a rischio i posti di lavoro è stato un provvedimento di blocco della proroga da parte del Dipartimento regionale Salute firmato dal direttore Grimaldi, una delle misure del piano per la copertura del deficit sanitario che per il quarto trimestre del 2024 è di 113 milioni di euro che tra l’altro ha imposto il blocco del rinnovo agli interinali delle quattro Asl abruzzesi. Difronte a questa decisione i vertici Asl si sono irrigiditi e nonostante la lunga trattativa non ha voluto procedere con rinnovi temporanei.
Ha detto ancora Marco Marsilio nella nota: “Stiamo procedendo alla conclusione di una procedura concorsuale per assumere il personale necessario e superare la stagione del precariato -. Tra l’Asl e il Dipartimento sono in corso gli approfondimenti opportuni perché questa fase di transizione e di trasformazione è molto delicata, sia sotto il profilo degli strumenti di legittimità amministrativa che per quanto attiene al percorso contabile”.
E ancora “la Asl sta fornendo al Dipartimento tutti i chiarimenti al fine di individuare il percorso che porterà alla chiusura delle esternalizzazioni dei lavori affidati attraverso contratti di servizi esterni e personale, somministrato attraverso questa formula”.
Al termine del summit, a parlare con i lavoratori che chiedevano delucidazioni sull’esito è stato Liris, che ha avuto un breve confronto pubblico con Pietrucci.
Liris, parlando ai manifestanti ha ribadito che “la riunione convocata da Marsilio mira a salvare tutti i posti di lavoro. Evitare qualsiasi licenziamento. Certamente ci muoviamo su questioni di carattere giuridico, il tema è se una mole di persone così importante, ben 150, possano appartenere alla categoria dei somministrati, oppure è un modo per aggirare l’impatto sul quoziente del personale?”
“Stiamo provando a sanare questa situazione, per far sì che il dipartimento ha trovino una congiuntura giuridica. Per ora non si licenzia nessuna. Ma la soluzione va trovata nell’ambito nella legge”, ha aggiunto, e al fianco di Liris c’erano il capogruppo di Fdi, Massimo Verrecchia, il vicepresidente della Regione, Emanuele Imprudente, e il consigliere regionale Carla Mannetti, entrambi della Lega.
Ma ha ribattuto Pietrucci a Liris, “apprezziamo l’impegno, ma il fattore tempo è esiziale. C’è un concorso in atto, io personalmente ho cercato di scongiurarlo, perché bisognava dare priorità alle stabilizzazioni. Questo concorso rischia ora di mandare a casa buona parte di queste 150 persone, che non avranno superato la prova. La soluzione noi l’abbiamo proposta: il passaggio di questi lavoratori in una società di scopo, in house, come può essere Abruzzo progetti”.
Nella sua nota Marsilio ha anche detto che “sono due decenni che si utilizzano questi strumenti, sui quali è discutibile l’attribuzione a una categoria o un’altra di tipologia di veste giuridica dello strumento utilizzato. È una triste eredità del passato, quella di avere avuto troppo precariato, troppe esternalizzazioni anche dove non servivano. Noi le stiamo lentamente, ma con determinazione, superando”.
“Voglio ricordare che questa amministrazione ha trasformato migliaia di contratti a tempo determinato – ricorda Marsilio – in assunzioni a tempo indeterminato dopo concorsi regolari e trasparenti, permettendo a migliaia di famiglie abruzzesi di trovare serenità e dando stabilità al servizio sanitario attraverso medici, infermieri, operatori sanitari che siano gratificati e sicuri nel loro lavoro. Sono sicuro che entro la giornata di oggi questi chiarimenti porteranno l’Asl a poter aggiudicare intanto l’appalto di servizi in corso – ha concluso Marsilio – e a garantire questa transizione nei pochi mesi utili a concludere le operazioni di assunzione del personale, ripristinando la pienissima regolarità e trasparenza nella gestione dei servizi e del personale delle Asl”, ha concluso Marsilio.
Fortissime erano state però negli ultimi giorni le pressioni sul direttore Romano, e sul direttore Di Rocco, a firmare una ulteriore proroga. Ma comprensibilmente non hanno voluto correre alcun rischio, tra cui quello di andare sotto processo alla Corte dei conti.
La richiesta del dipartimento alla Asl è stata del resto molto chiara e perentoria: si evidenzia che “l’affidamento qualificato come ‘appalto’ nella sostanza si configura come una ‘somministrazione di personale’, stante la presenza di elementi che sono propri della disciplina di quest’ultima”. E ancora: “tali possibili profili di criticità, unitamente alla rilevanza economica della procedura messa in atto, sono potenzialmente idonei ad arrecare grave danno al sistema sanitario regionale, già in uno stato di difficile equilibrio”.
Grimaldi ha di fatto dato seguito a quanto è stato deciso dalla stessa parte politica, nella legge regionale approvata il 3 aprile, con le opposizioni che hanno disertato la seduta e occupato l’aula Spagnoli: in essa infatti non si dispone solo l’aumento dell’addizionale Irpef per i redditi sopra i 28.000 euro, ma anche, con un emendamento a firma dello stesso Marsilio, “la razionalizzazione della spesa del personale amministrativo”, inclusa quella destinata al rinnovo dei contratti di somministrazione” , “la razionalizzazione della spesa per le consulenze esterne”, oltre all’efficientamento dell’utilizzo dei farmaci, alla razionalizzazione dei processi di acquisto di beni e servizi. Motivo per il quale il dipartimento ha già intimato lo stop alle 10 assunzioni di amministrativi tramite scorrimento di vecchi bandi alla Asl di Pescara, e di un dirigente alla Asl di Teramo.
Il tutto per provare ad azzerare un deficit che nel 2024 si attesta alla cifra monstre di 113 milioni di euro, e che per il 2025 rischia di essere ancora più pesante, con una manovra lacrime e sangue che andrà presentata e documentata al centesimo al Tavolo di monitoraggio interministeriale, con la spada di Damocle del commissariamento. Anche i burocrati regionali, in fase di piano di rientro, in caso di omissioni e forzature normative rischiano del resto di essere “attenzionati” dalla Corte dei Conti.
Il dipartimento ha chiesto anche di trasmettere, entro e non oltre il 26 maggio, “una relazione dettagliata con tutti i chiarimenti che si riterrà di fornire, al fine di superare i profili problematici indicati”. Dunque non è detta l’ultima parola, se il direttore generale Ferdinando Romano e il suo staff saranno in grado di fugare ogni dubbio.
Il dipartimento chiede anche “di motivare la necessità di tali ‘unità di personale’ esterne, a fronte di un numero di unità di personale amministrativo dipendente che è nella media delle altre Aziende sanitarie locali”.
PIETRUCCI, “STATO DI AGITAZIONE PERMANENTE”
“C’è stato qualche passo in avanti stamane sulla vicenda dei precari della Asl 1, entrata nell’agenda politica regionale grazie alle pressioni fatte, nella passata legislatura da me insieme al collega Di Benedetto e da me in questi mesi, insieme alla comunità del partito Democratico, fino al punto di costringere il Presidente Marsilio a partecipare oggi in una riunione in Regione con vertici sanitari regionali”.
Così il consigliere regionale del Pd Pietrucci.
“Al termine della riunione Marsilio però non ha voluto incontrare lavoratori e lavoratrici, né ha voluto parlare ai consiglieri regionali e comunali presenti, rilasciando solamente una dichiarazione alla stampa, dalla quale però non si evince la soluzione al problema e mandando cosi ancor più in confusione lavoratrici, lavoratori, sindacati e l’opposizione in Regione e al Comune dell’Aquila che continua a essere presente su questa vertenza. Permane dunque l’incertezza sull’eventuale proroga, con i 150 lavoratori e lavoratrici che ad oggi non sanno ancora se lunedì dovranno tornare a lavoro o meno”.
“La soluzione che abbiamo incessantemente prospettato e abbiamo ribadito anche nella protesta di ieri sera e questa mattina, è l’internalizzazione in una società in house della Regione Abruzzo, che la destra avrebbe già dovuto perseguire da parecchio tempo, ma che invece non c’è a causa dell’inerzia che regna in Regione. Auspichiamo quindi si trovi nei prossimi giorni, perché il tempo sta scandendo inesorabilmente, la soluzione definitiva a un problema che la destra ha creato, anche a causa del debito sulla sanità che ha generato e che ora deve risolvere una volta per tutte. Per farlo però c’ è bisogno di buona volontà e tanto lavoro da parte degli assessori e dei dirigenti regionali, cosa che non c’è stata fino a oggi, al punto di poter pensare di far terminare un rapporto di lavoro da un giorno all’altro, qualcosa di una violenza inaccettabile”.
“Stante l’incertezza che è emersa nella riunione di oggi, i le lavoratrici e i lavoratori, le parti sociali, i sindacati tutti e i consiglieri d’opposizione regionale e comunale, rimangono in uno stato di agitazione permanente che ci vedrà costantemente presenti di fronte alla giunta Regionale di Palazzo Silone a Pettino. Auspichiamo che il territorio si mobiliti e si coinvolga al loro fianco, perché la provincia dell’Aquila sta pagando un prezzo altissimo in termini di inefficienza di servizi sanitari e pubblici in generale.
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