OMICIDIO DI BARISCIANO: OGGI APPELLO PER PAOLUCCI DOPO CONDANNA A 15 ANNI

di Gianpiero Giancarli

19 Gennaio 2024 08:26

L'Aquila - Cronaca

L’AQUILA – La Corte di assise di appello dell’Aquila ha fissato per oggi, dopo il rinvio del 14 dicembre scorso, il processo a carico di Gianmarco Paolucci il macellaio di 29 anni, condannato a 15 anni di carcere aver ucciso Paolo D’Amico, l’operaio 55enne trovato morto il 24 novembre del 2019 nella sua villetta isolata nelle campagne di Barisciano (L’Aquila).





Paolucci, che è in carcere e comunque sarà in aula, è  assistito dagli avvocati Mauro Ceci e Alessandra di Tommaso che puntano a una assoluzione piena del loro assistito per il quale la procura  della Repubblica aveva chiesto in primo grado l’ergastolo tenuto conto dei futili motivi e della crudeltà.

Secondo la difesa nel processo non ci sono punti fermi importanti: per esempio è incerta l’ora della morte ed è sicuro che è stata trovata anche una traccia di sangue che non appartiene al sospettato ma a qualcuno ancora ignoto. Tutto lascerebbe inoltre pensare, dunque,  che più persone fossero nella casa quando c’è stato il delitto. L’omicidio sarebbe avvenuto per questioni di spaccio e consumo di droga. L’assassino, secondo i carabinieri. ha inferto, 22 colpi contro la vittima sul torace, le mani e il capo, con uno scalpello-cesello per la lavorazione del legno e poi con un martello da lavoro.





Fondamentali per risalire al presunto assassino, le tracce di dna rinvenute nei pantaloni della vittima, all’altezza delle caviglie, nell’atto, questa l’ipotesi, del trascinamento del cadavere dentro il garage, per liberare la porta di uscita, all’altezza della quale sarebbe avvenuta l’aggressione. Dna compatibile con quello dell’arrestato, ottenuto a metà dicembre del 2020 durante un controllo anti-alcol stradale.

La sentenza potrebbe essere letta venerdì sera ma non è del tutto escluso che, alla fine del dibattimento, il verdetto di appello possa slittare di qualche giorno. La parte civile è rappresentata dagli avvocati Antonio e Francesco Valentini.

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