PAC, ROSSI: “A L’AQUILA CONVEGNO CON ALLEVATORI FARLOCCHI, INTANTO MAZZATA PER QUELLI STORICI”

7 Dicembre 2022 15:33

L'Aquila - Cronaca

L’AQUILA – “Se la sono cantata e se la suonata ieri sera al convegno organizzato dall’Assessorato del Comune dell’Aquila, ma guai se qualche allevatore alza la voce per dire la sua”.

Lo scrive in una nota l’allevatore di Ofena Dino Rossi, responsabile regionale dell’Associazione per la cultura rurale, che spiega: “più volte sono stato interrotto proprio dall’assessore Fabrizio Taranta e dal presidente della Coldiretti”.





“Insomma tutti presenti, tranne i diretti interessati, ossia gli allevatori storici, mentre quelli farlocchi erano accorsi da vari luoghi -evidenzia – L’unico allevatore storico presente ero io ma le mie affermazioni irritavano i presenti,  soprattutto in riferimento ai traffici dei titoli Agea su tutto il territorio nazionale, assegnati ai soliti noti che non hanno avuto mai a che fare con gli allevamenti”.

“In qualche intervento si è ventilato che gli allevatori non fanno alcun lavoro di manutenzione della montagna, però nessuno ha risposto alle mie domande: dove finiscono i soldi che gli allevatori pagano per la fida pascolo e per le aste che vengono indette con rialzo esorbitante grazie all’invasione delle aziende farlocche venute da fuori regione e alle aziende e molte nuove aziende locali che a L’Aquila nascono come funghi?”, chiede Rossi.





E sottolinea: “I soldi che gli allevatori pagano per la fida pascolo, dovrebbero essere utilizzati per la manutenzione delle strade, per la costruzione di fontanili mancanti, però si perdono nei meandri dei bilanci comunali. Con la nuova Pac da gennaio per gli allevatori storici arriva la mazzata con leggi e leggine, regolamenti ad hoc a discapito della zootecnia vera, quella tramandata di padre in figlio. Possiamo dire a voce alta che prima non si è fatto nulla per evitare l’accaparramento dei fondi comunitari destinati agli allevatori storici, con la nuova Pac ‘per evitare le speculazioni a dire dei presenti’, si va a penalizzare i veri allevatori”.

“Si spera che vengano applicate le deroghe visto che le nostre montagne sono un’altra realtà al resto dell’Italia e dell’Europa”, conclude Rossi.

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