L’AQUILA – Erano stati arrestati a marzo nel capoluogo con l’accusa di avere partecipato alla costituzione di una struttura operativa militare in grado di portare avanti atti di violenza con finalità di terrorismo internazionale.
Un provvedimento cautelare che oggi il tribunale del riesame dell’Aquila ha annullato, ordinando l’immediata liberazione per Ali Irar e Mansour Doghmosh, due giovani palestinesi.
Per loro, l’ordinanza di custodia cautelare in carcere era stata emessa dal gip, su richiesta della Procura – Direzione distrettuale Antimafia e Antiterrorismo del capoluogo abruzzese in coordinamento con la Procura nazionale Antiterrorismo.
Gli atti riguardanti Doghmosh ed Irar erano tornati all’Aquila dopo che, in estate, anche la Corte di Cassazione aveva valutato il loro caso, annullando il mandato di cattura con rinvio della decisione sulla scarcerazione al tribunale del Riesame.
Fuori dal palazzo di Giustizia il comitato locale ‘Palestina L’Aquila’ ha promosso anche oggi un sit-in in favore dei due giovani. Alla fine dell’udienza del riesame, l’avvocato Flavio Rossi Albertini, legale di riferimento dei palestinesi, si è fermato a parlare con i manifestanti, una quindicina in totale.
“Il pubblico ministero – ha detto loro – ha tentato di integrare le lacune individuate a luglio dalla Cassazione che hanno determinato l’annullamento del provvedimento. Lacune che a nostro giudizio restano tali”.
“Tutto quello che possono dire sui miei assistiti – ha detto ancora – è che ‘forse’ hanno qualche ruolo nella resistenza in Cisgiordania ma questo non è reato in Italia. Diventa reato solo se è configurato come terrorismo, così come definito dalla convenzione di New York del 1999. O riescono a dimostrare che hanno travalicato quei limiti posti dal diritto internazionale, oppure, in assenza di altre prove, non possono trattenerli”.
Assieme a Mansour Doghmosh ed Ali Irar, sempre con l’accusa di terrorismo, in marzo a L’Aquila, anche un terzo cittadino palestinese, Anan Yaeesh – già in carcere da fine gennaio – era stato raggiunto da un ulteriore analogo provvedimento di custodia cautelare.
La Corte d’Appello dell’Aquila aveva però respinto la richiesta di estradizione avanzata per lui dalle autorità israeliane. Richiesta poi ritirata da Israele a fine aprile con una nota inviata al ministero della Giustizia. Yaeesh è l’unico per il quale, fin da questa estate con l’udienza in Corte di Cassazione, era stata confermata la misura della detenzione.
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