L’AQUILA – Il 36enne capogruppo in consiglio comunale dell’Aquila, Stefano Albano, sarà candidato per la segreteria provinciale del Partito democratico, nel congresso provinciale che ci sarà a dicembre, come successore di Francesco Piacente.
L’ufficializzazione, di una intenzione che era già nota, anticipata da questa testata, ieri sera alla casa del volontariato del capoluogo abruzzese, in una sala gremita.
Tra i presenti, l’ex segretario regionale, Michele Fina, oggi senatore, l’attuale segretario regionale, Daniele Marinelli, e il consigliere regionale aquilano, Pierpaolo Pietrucci.
Una candidatura tesa anche a riportare il timone all’Aquila dopo anni di gestione da parte di esponenti di altri comprensori, che è stata presentata come unica e condivisa, ma non si esclude affatto che la parte degli scontenti dentro il partito, non contrapponga una proposta alternativa, visto che considerano Albano la continuità con una governance ritenuta “inefficace” e “fallimentare”, ai vertici del partito cittadino dal 2012, consigliere dal 2017.
Ma finora nessuno dei cosiddetti frondisti o scontenti, le cui intenzioni sono state documentate da questo giornale, è uscito allo scoperto, una delle ragioni per le quali non ci sono prove della loro consistenza. Eppure, la scadenza per la presentazione delle candidature, per le quali occorrono quarantasei firme da parte di tesserati dem, è fissato per il prossimo 13 novembre.
“Ho voluto mettere in campo questa candidatura proprio perché penso che ci sia bisogno di tre elementi: unità, apertura e rinnovamento – ha detto Albano –. Siamo in un momento in cui c’è un vento dei populismi di destra fortissimo e l’elezione di Donald Trump lo dimostra”.
A proposito della unità evocata da Albano, all’evento di ieri sera sono state notate le assenze della storica sindacalista della Cgil, Rita Innocenzi, candidata come indipendente del Pd alla Camera dei deputati contro Giorgia Meloni, alle elezioni politiche del settembre 2022 e, alle regionali del marzo scorso, nelle fila ufficiali dei dem collezionando 4.206 voti e dello storico esponente dem Gianni Anastasio, sindaco di Pizzoli e coordinatore dei primi cittadini del cratere del terremoto, oltre a rappresentanti della Marsica e della Valle Peligna.
Presente invece un critico, il consigliere provinciale Giacomo Carnicelli. Apprezzato l’intervento di Albano, figlio del medico di famiglia Vito Albano, ex consigliere comunale e storico ex presidente dell’ordine provinciale dei medici.
“Possiamo fare tutto questo stando uniti e con questo grande slancio di apertura e di contaminazione. Lanciamo quindi un grande appello a tutti i cittadini progressisti che non si rassegnano a questa avanzata delle destre e che vogliono riorganizzare un campo progressista di sinistra, a venire a darci una mano perché da oggi cominciamo una nuova avventura”.
Ma uno dei tre elementi evocati, “l’unità” è tutto da dimostrare: già le prime voci di una sua candidatura avevano creato malumori in almeno una parte della base, come riferito da AbruzzoWeb.it, come una ulteriore conferma di scelte calate dall’alto”, da parte della solita “nomenklatura”, dei “soliti noti che da decenni non mollano l’osso”, come ha scritto un post al veleno Valeria Mancini, consigliera comunale del Partito democratico di Aielli, ex segretaria comunale.
E come seppur con toni meno perentori è stato ribadito in una riunione al castello Orsini ad Avezzano il 24 ottobre, in una assemblea di dissidenti capitanata da Andrea Conte, segretario del Pd di Sante Marie, comune dove è sindaco l’ex assessore regionale, Lorenzo Berardinetti, e in cui si è detto chiaro e tondo che “il Pd deve cambiare profondamente la sua visione e la sua struttura. Non a caso siamo la provincia dove, alle ultime elezioni regionali, si è registrato il peggior risultato che questo partito potesse ottenere. Frutto di una mala gestione, di una mancata programmazione politica, frutto di becere conseguenze legate a divisioni interne e giochi di potere”.
Il dito insomma è puntato contro i big e i vertici del partito, a cominciare dall’ex segretario regionale, il marsicano Fina, originario di Luco dei Marsi, e il suo successore e sodale Daniele Marinelli, di Castel di Sangro, oltre che il segretario provinciale uscente Piacente, anche lui avezzanese e fedelissimo di Fina, sul consigliere regionale Pietrucci, anche lui a fianco di Albano, sull’ex parlamentare Stefania Pezzopane, ora consigliere comunale aquilana.
E in generale sui consiglieri regionali, nessuno escluso, visti come lontani anni luce nel loro palazzo dell’Emiciclo, e sull’ex presidente della Regione Abruzzo, ora deputato, Luciano D’Alfonso, che continua a muovere i fili dietro le quinte.
Veleni che hanno origine del resto dalla mazzata delle elezioni regionali, tenuto conto che in provincia dell’Aquila il centrodestra del presidente Marco Marsilio di Fdi ha ottenuto uno schiacciante 61,3% contro il 38,6% del campo largo di centrosinistra e M5S di Luciano D’Amico, con percentuali ancora più bulgare nell’area marsicana, con il risultato che l’unico esponente del centrosinistra eletto per l’intera provincia è stato Pietrucci. Anche se nel capoluogo alle regionali il Pd ha avuto un risultato incoraggiante, piazzandosi come primo partito in città con il 18,42% contro il 18,10% di Fdi.
E da ancora prima brucia la batosta alle comunali dell’Aquila del giugno 2022, che ha visto la riconferma del sindaco di Fdi Pierluigi Biondi, con la candidata del centrosinistra, l’ex parlamentare Pezzopane, arrivata terza dopo il civico Americo Di Benedetto, i due di centrosinistra che si sono spaccati favorendo Biondi.
A tale proposito, il gruppo aquilano che sostiene la candidatura di Albano deve trovare la quadra sul nome di Pietrucci, un uomo dalla grande capacità di consenso quando scende in campo, e, in posizione più defilata, quella del segretario cittadino Nello Avellani, come possibili candidati sindaci dell’Aquila nella primavera del 2027, anche qui considerata come operazione orchestrata nelle segrete stanze, e senza il coinvolgimento dei militanti e percorsi di partecipazione
Ma visti i numeri e il posizionamento dei big del partito, anche in caso spuntasse una candidatura alternativa, Albano non dovrebbe avere problemi a vincere la partita.
“C’è bisogno che i progressisti, la sinistra – ha detto Albano -, ritrovino la capacità di parlare alle fasce di popolazione più in difficoltà. Questa cosa richiede dei prerequisiti: ritrovare le ragioni di stare insieme, in primis. Troppe volte abbiamo dato spettacolo di dividerci intorno ad antipatie piuttosto che a destini personali e questo è quello che più di tutto la nostra gente odia. Il nostro popolo, i nostri elettori non possono più vederci divisi, quindi noi dobbiamo ritrovare la necessità e la capacità di stare intorno alle ragioni che ci fanno stare insieme che non possono essere soltanto di contrapporci alla destra, ma dobbiamo dare una nostra offerta politica e un nostro progetto. Per costruirlo non possiamo fare a meno di nessuna delle risorse, di nessuno degli iscritti del partito, ma dobbiamo riconoscere che è una comunità insufficiente”.
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