L’AQUILA – “Il semplice annuncio del taglio alle pensioni del personale medico, sta già provocando danni: in Italia sono già state presentate diecimila domande di pensionamento, di cui 200 in Abruzzo. E questo significa mandare in crisi il sistema sanitario, che come tutti sanno vive la drammatica emergenza della carenza di personale”
Il dato scioccante, lo rivela ad Abruzzoweb il segretario regionale del sindacato dei medici Anaao, Alessandro Grimaldi, capo dipartimento di Medicina della Asl provinciale dell’Aquila, primario del reparto di Malattie infettive dell’ospedale San Salvatore del capoluogo regionale.
Questo alla vigilia dello sciopero nazionale del 5 dicembre di 24 ore dei medici, dirigenti sanitari e infermieri che chiedono al governo di centrodestra assunzioni, in quanto “la carenza di medici e dirigenti sanitari mette a rischio la tenuta del sistema”. E infine la cancellazione dei tagli alle pensioni previsti in finanziaria, una stangata che colpisce circa 50.000 dipendenti con un taglio dell’assegno previdenziale compreso tra il 5% e il 25% all’anno, la detassazione di una parte della retribuzione, visto che il 50% del lo stipendio va allo Stato, risorse congrue per il rinnovo del contratto di lavoro e la depenalizzazione dell’atto medico, “per restituire maggiore serenità ai medici e ridurre il ricorso alla medicina difensiva”.
“Questo sciopero – spiega Grimaldi -, non è contro qualcuno, è a favore della tenuta del sistema sanitario nazionale, perché purtroppo sono anni che esso viene definanziato, tanto che arriveremo a spendere solo il 6,2% del Pil, quando paesi come la Francia e la Germania sono abbondantemente sopra all’8%. E questo deve riguardare tutti i cittadini, in Italia ci sono 11 milioni di persone che rinunciano alle cure, con il sistema sanitario pubblico in piedi, e qualora dovesse esserci una privatizzazione della sanità, questo significherebbe oneri molto pesanti, perché il privato non fa beneficenza, fa il suo lavoro, e in un paese con sei milioni di poveri, sarà necessaria una assicurazione privata, che costa minimo dai 1.500 ai 2.o00 euro al mese, per avere accesso alle a cure essenziali, che oggi garantisce il sistema sanitario pubblico”.
Venendo dunque al nodo pensioni: la premier Giorgia Meloni assicura che per il comparto sanità si sta cercando di andare oltre, studiando “un ulteriore meccanismo di tutela in modo da ridurre la penalizzazione all’approssimarsi all’età della pensione di vecchiaia”. Ma i sindacati hanno ribattuto che per ora si è agli annunci, e non c’è nulla di concreto, anche se per un maxi emendamento c’è tempo fino al 21 dicembre, data entro cui il governo intende approvare la manovra.
Grimaldi ha in merito parole dure: “Il governo pare che voglia fare retromarcia, ma dobbiamo ancora leggere la stesura del testo. In ogni caso sarebbe una norma in forte odore di incostituzionalità, è come se uno firmasse un Btp con rendimento al 3%, poi di punto in bianco lo Stato stabilisse che il rendimento vale solo l’1%. C’è una violazione di un contratto, di un diritto acquisito. Questa è una vicenda che accresce il disagio della classe medica. Fa male vedersi tagliare le pensioni, dopo che abbiamo rischiato la vita durante la pandemia, quando ci chiamavano eroi, un termine che a me dava molto fastidio: non eravamo eroi, ma lavoratori che assumendosi dei rischi hanno continuato a fare il proprio dovere”.
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- PENSIONI SANITA’: GRIMALDI, “CON IL SOLO ANNUNCIO TAGLIO, 200 MEDICI ABRUZZESI PRONTI AD ANDARSENE”L'AQUILA - "Il semplice annuncio del taglio alle pensioni del personale medico, sta già provocando danni: in Italia sono già state presentate diec...