PESCARA – Fermo restando che in Abruzzo la quota di spiagge libere e gratuite deve essere non inferiore al 20% del totale, per quelle città costiere che hanno una popolazione superiore ai 70mila abitanti, questa quota può essere anche della metà, del 10%.
Questo dice in soldoni l’emendamento al Milleproroghe approvato martedì scorso in Consiglio regionale, a firma del capogruppo della Lega, Vincenzo D’Incecco, del presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, di Forza Italia, e dal consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Luca De Renzis, tutti e tre pescaresi.
Una norma non a caso già ribattezzata “salva Pescara”, essendo Pescara, con i suoi 118mila abitanti, l’unica città di mare a poterne beneficiare.
E già c’è chi invoca l’impugnazione del Consiglio dei ministri, tra le associazioni ambientaliste, in particolare il Forum H2o, con l’argomento che di fatto è una modifica non irrilevante alla legge regionale 141 del 1997, che regola l’utilizzo del demanio marittimo in Abruzzo, per cui sarebbe obbligatoria la Valutazione ambientale strategica (Vas). Nonché una misura “ad hoc”, e di fatto discriminatoria nei confronti di altre città costiere che invece sono in regola con la quota di spiagge libere: fino al 30%, come Tortoreto, Giulianova, Alba Adriatica, Roseto, Silvi, Montesilvano, Francavilla e San Salvo, sopra il 50%, come Ortona, addirittura oltre il 70% come San Vito Chietino, Torino di Sangro e Rocca San Giovanni.
L’argomento del centrodestra che ha portato a questa piccola ma importante modifica è che va considerata “la necessità di garantire che la quota di spiaggia attrezzata sia sufficiente a soddisfare le esigenze degli utenti”, maggiore appunto nelle città con alta densità demografica.
Il motivo vero è però un altro: finora il fatto che a Pescara la quota di spiaggia libera era solo e da anni del 10% non ha creato problemi di sorta, anche perché sarebbe stato inverosimile dover smantellare parte degli stabilimenti già operativi anche da decenni per rientrare nei parametri.
Ma diventerà un problema da qui al 2027, allorchè scadrà il termine per mettere a gara europea anche in Abruzzo le attuali concessioni balneari, come imposto dall’Europa con la famigerata direttiva Bolkestein, contro cui il governo di centrodestra di Giorgia Meloni, di Fdi, ha provato tutti i modi ad opporsi, al fianco dei balneatori che temono che con le gare europee le spiagge italiane saranno accaparrate dalle grandi multinazionali del turismo, contro cui le piccole imprese familiari poco o nulla potranno.
Ebbene: quando dovranno essere fatte le gare anche Pescara come tutti gli altri comuni dovrà rispettare il limite del 20% di spiaggia libera, come una sorta di pre-requisito. Ed ecco dunque escogitata la scappatoia, che di fatto sana la situazione e permette di non diminuire il numero di stabilimenti da mettere a gara. In attesa che il governo emani finalmente i regolamenti per fare i bandi e che si decida soprattutto sugli indennizzi da garantire a chi dovrà cedere le concessioni ai nuovi arrivati
In realtà, la maggioranza dei riconfermato Marco Marsilio di Fdi con questa emendamento ha fatto un passo indietro rispetto a una prima ipotesi inserita nel Milleproroghe, che prevedeva di calcolare la quota del 20% di spiaggia libera complessivamente a livello regionale, per l’intera costa, da Martinsicuro a San Salvo. Compensando anche in questo caso il 10% di spiaggia libera mancante a Pescara con le quote eccedenti di altre città.
Poi il passo indietro, perché a maggior ragione un provvedimento del genere avrebbe rappresentato una modifica questa sì sostanziale del Piano demaniale, senza appunto la necessaria Vas.
Non a caso nell’emendamento infine approvato si specifica che esso rappresenta una variazione al Piano di “carattere formale”, e dunque soggetta la procedura di approvazione semplificata.
Non è detto che però le associazioni ambientaliste demordano considerando anche questa versione soft degna di impugnazione. Filippo Tronca
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- PESCARA PUO’ AVERE SOLO 10% SPIAGGE LIBERE, IN MILLEPROROGHE NORMA AD HOC, RISCHIO IMPUGNAZIONEPESCARA - Fermo restando che in Abruzzo la quota di spiagge libere e gratuite deve essere non inferiore al 20% del totale, per quelle città costiere ...