PESCARA – “Quanto avvenuto finora, in toni non sempre condivisibili e in modi anche discutibili ha consentito di confermare che la mia posizione di presidente è pienamente legittima, e ha consentito di far conoscere ancora meglio l’attività e anche il ruolo che svolge la fondazione Pescarabruzzo che in ogni sede costituisce un caso di studio, un’eccellenza italiana”.
Potenza dell’eterogenesi dei fini: per il professore ed economista Nicola Mattoscio, alla guida della potente fondazione da 25 anni, come presidente dal 1996 ad oggi e con una parentesi come segretario generale dal 2016 al 2020, con scadenza nel 2023, sono stati tutto sommato una panacea gli attacchi dell’ex presidente della Regione senatore Luciano D’Alfonso, che ha chiesto un limite del mandato dei vertici, con riferimento all’intramontabile Mattoscio, e il 10% di fondi per i poveri, nonché modifiche statutarie, nel corso di una conferenza stampa che il senatore aveva chiesto di svolgere direttamente nella sede della Fondazione, per poi ricevere un diniego da Mattoscio e dal cda per motivi logistici e di sicurezza.
Nell’intervista ad Abruzzoweb, Mattoscio rivendica con orgoglio l’operato di un organismo che può esibire numeri da record a livello italiano, con un patrimonio netto di 206 milioni, e all’attivo 47 milioni per finanziare le più svariate attività sociali, culturali e territoriali, ultima delle quali l’Imago museum, inaugurato a settembre, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ribadendo l’inconsistenza delle richieste del senatore, ma schierandosi al suo fianco nella richiesta che venga commissariato e accelerato l’iter di fusione dei tre comuni, Pescara, Spoltore e Montesilvano per arrivare ad un’unica città metropolitana,
Ne ha anche per il senatoreM5s Elio Lannutti, componente della commissione Finanze presieduta da D’Alfonso, che lo ha incalzato nell’audizione in Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario. “Avrà il dossier sull’attività antecedente al 2012, i cui dati sono già ricavabili nei bilanci pubblicati on line. Mi chiedo però perché poca attenzione riscuotono le cattive pratiche, quelle che si dovrebbero sempre evitare per imparare tutti, e che invece non costituiscono motivi né di approfondimento né di riflessione…”
Partiamo dalla nuda cronaca, professor Mattoscio vedrà e quando il senatore D’Alfonso, che dialogo si è o si è già instaurato dopo tanta tensione?
Quanto avvenuto finora, in toni non sempre condivisibili che i modi anche discutibili comunque ha consentito di mettere dei punti fermi nel dibattito pubblico che sono i seguenti il primo è che la mia posizione di presidente della fondazione Pescarabruzzo è pienamente legittima. La seconda è che io non mi sono imposto ma che sono stato eletto secondo le prescrizioni di legge all’unanimità dagli organi che hanno questo potere. Terzo, sia in sede di audizione presso la commissione interparlamentare che nel confronto a distanza con il senatore D’Alfonso che legittimamente rappresentato osservazioni critiche all’operato dalla fondazione alla mia posizione personale è stata un’opportunità tutto sommato positiva, perché ha consentito all’opinione pubblica di conoscere ancora meglio l’attività e anche il ruolo che svolge la fondazione Pescarabruzzo che in ogni sede costituisce un caso di studio, un prototipo tra le fondazioni di origine bancaria italiane al punto tale che è un esempio che dimostra una capacità di operare e di realizzare che non ha altri confronti in Italia.
Senza troppi giri di parole: lei ritiene che l’ex presidente della Regione voglia prendere il controllo ‘politico’ della fondazione, del tutto legittimo, auspicando la sua rimozione, o le sue sono invece proposte costruttive, volte a migliorare ulteriormente l’operato della fondazione?
Bisogna stare a quello che si dice e non seguire le dietrologie. Il senatore D’Alfonso ha sollevato la questione di non andare oltre due mandati nell’ appartenere alla governance delle fondazioni di origine bancaria, ma questo è un tema normativo che non riguarda la mia posizione e quella di altri colleghi. Se non si vuole questo, basta cambiare la disciplina legislativa. Ha chiesto che la fondazione riservi almeno il 10% per le sofferenze sociali, ma questo già avviene e in misura anche maggiore, forse è stato informato male. Ha posto il tema dello statuto, esattamente dell’articolo 16 comma 12, che riguarda la verifica della rappresentatività di chi ha poteri di designazione per essere scrutinati per le nomine a comporre gli organi della fondazione, in primo luogo nei comitati di indirizzo. Questa prescrizione statutaria, parola per parola, è però nient’altro che il ricevimento di un obbligo derivante dal protocollo d’intesa tra Acri e Ministero dell’Economia, una prescrizione che infatti si trova in tutte le 86 fondazioni di origine bancaria, imposta dalla vigilanza.
Lei ha detto in commissione parlamentare: ‘lo dico io per primo che non è eticamente giusto presidiare così a lungo certe responsabilità, ma ci sono determinati stati di necessità, e ho dovuto difendere l’autonomia della fondazione”. Chi l’ha messa a repentaglio e come, questa autonomia?
Qualunque fondazione bancaria italiana avendo collegamenti con gli stakeholders di riferimento territoriale, inevitabilmente ha dovuto incrociarsi con interlocuzioni politiche e istituzionali locali. Ognuno poi porta il proprio stile. La fondazione Pescarabruzzo ha dovuto registrare amaramente anche suggerimenti – verso i quali sempre si deve avere il dovere di ascolto – non sempre rappresentati con la linea del profilo istituzionale che si dovrebbe avere.
Il senatore Elio Lannutti, nell’audizione alla commissione parlamentare ha sostenuto che nel suo intervento ha pontificato che nemmeno il Così parlò Zarathustra di Friedrich Wilhelm Nietzsche, e infine più prosaicamente la ha attaccandolo per le mancate risposte, in particolare sui conti e beneficiari delle erogazioni della fondazione precedenti al 2012. Ha fornito dati rispondenti alla sua richiesta?
Il senatore Lannutti, per il suo ruolo, avrebbe dovuto essere più prudente. Ero in un contesto istituzionale, e ho risposto alle richieste di informazioni che mi erano state rivolte, altro non potevo e dovevo dire. Comunque la Fondazione sta lavorando per produrre un ulteriore dossier a integrazione di quanto già fatto in precedenza ma con una precisazione: sono informazioni che sono pubbliche, già sono rinvenibili nei bilanci sul sito web della stessa fondazione e i cui contenuti non modificano di una virgola il significato di quanto già rappresentato alla commissione e cioè che la fondazione Pescarabruzzo e tra le più virtuose fondazioni di origine bancaria italiane. Osservo però che poca attenzione riscuotono le cattive pratiche, quelle che si dovrebbero sempre evitare per imparare tutti, e che invece non costituiscono motivi né di approfondimento né di riflessione…
D’Alfonso ora chiede che venga commissariato e accelerato l’iter di fusione dei tre comuni, Pescara, Spolotore e Montesilvano per arrivare ad un’unica città metropolitana, come la legge e ancor prima un referendum prevede. E d’accordo con il senatore in questo caso?
Qui D’Alfonso ha ragione. Ci sono dei ritardi che forse andrebbero spiegati per i quali le responsabilità sono molteplici. Io in questi casi faccio l’esempio della Brexit: c’è voluto meno tempo, soltanto poco più di un anno, per realizzare la complessa separazione di una grande e media potenza dall’Unione Europea, che non realizzare un processo di transizione vero e concreto verso l’ attivazione di una nuova città, che invece è un processo molto più semplice. Del resto io sono un po’ in conflitto di interesse sull’argomento, perché sono il primo proponente insieme purtroppo defunto ex presidente della Camera di commercio di Pescara Daniele Becci del progetto di Nuova Pescara, che farebbe bene all’Abruzzo e al sistema Italia, dando l’opportunità di essere protagonisti nei nuovi equilibri europei.
E’ stato mai tentato dalla carriera politica?
Io sono stato destinatario di molte attenzioni da parte delle forze politiche, anche con proposte di candidature autorevolissime e con esiti certi di vittoria, ma che ho declinato come ho potuto nel corso del tempo. Questa è la dimostrazione che la mia storia personale non è fatta in nessun modo di smania e passione per il potere, ma sono sempre stato al livello della dimensione morale del servizio da fare alla comunità per il bene comune.
Quali saranno i prossimi progetti che Pescarabruzzo metterà in campo o che finalizzerà?
La Fondazione è impegnatissima per realizzare il progetto di Distretto culturale e della conoscenza nell’area metropolitana di Pescara, come buona pratica che possa essere anche imitata in altre parti del Paese. I fatti stanno a dimostrare che questo progetto è andato molto avanti, nella prospettiva di candidare anche la città di Pescara o come capitale del design o come capitale culturale in una delle edizioni che si ripetono nel tempo nel nostro Paese. Resta poi importante il versante delle sofferenze sociali, ma va precisato un principio: la povertà e le sofferenze sociali non possono essere oggetto di attenzione dei soli corpi intermedi, soltanto un efficace Stato sociale può dare le risposte, come economisti importanti e rigorosi ci hanno sempre insegnato”.
L’INTERVISTA
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- PESCARABRUZZO: MATTOSCIO, “ATTACCHI DISCUTIBILI, MA HANNO FATTO EMERGERE ECCELLENZA FONDAZIONE”PESCARA - "Quanto avvenuto finora, in toni non sempre condivisibili e in modi anche discutibili ha consentito di confermare che la mia posizione d...