PESCARABRUZZO: MATTOSCIO, “PRONTO AL DIALOGO”, MONDO CULTURA SI RIBELLA A D’ALFONSO

PRESIDENTE FONDAZIONE REPLICA A SENATORE PD, "SI RIPRISTININO LIVELLI CORRETTI DI INTERLOCUZIONE ISTITUZIONALE", MA SMONTA NEL MERITO LE SUE PROPOSTE. OLTRE 30 ESPONENTI SOCIETA' CIVILE CRITICANO DURAMENTE EX PRESIDENTE REGIONE "ATTACCHI ANIMATI DA FURORE DISTRUTTIVO E RANCOROSO, CENTROSINISTRA BATTA UN COLPO"

19 Gennaio 2022 09:43

Pescara - Abruzzo

PESCARA – Il presidente da 25 anni della Fondazione Pescabruzzo Nicola Mattoscio  in una nota raccoglie il guanto di sfida dal senatore Pd Luciano D’Alfonso, e afferma che “l’appello fatto alla collaborazione è pienamente raccolto”, ma ribatte punto per punto ai contenuti della conferenza stampa dell’ex presidente della Regione nella Sala Figlia di Iorio della Provincia di Pescara, ovvero in primis, la richiesta della durata di tutti gli incarichi di vertice della fondazione per massimo due mandati, il 10% delle  erogazioni da destinarsi ai i nuovi poveri.

Se Mattoscio apre al dialogo, fanno quadrato in sua difesa oltre una trentina tra operatori della cultura, artisti, scrittori e giornalisti pescaresi e non solo,  che in una lettera aperta giudicano gli attacchi di D’Alfonso “animati da furore distruttivo e rancoroso” e si dicono stupefatti,  “dal silenzio ufficiale da parte delle forze progressiste su una vicenda così importante, specie dai vertici regionali e nazionali del Partito democratico, nel cui ambito gli attori di questa storia direttamente o indirettamente si muovono”.

Mattoscio dall’altra parte apre al dialogo, con una nota di Pescarabruzzo.

“Si premette che l’appello fatto alla collaborazione è pienamente raccolto dal Presidente Mattoscio e dalla Fondazione Pescarabruzzo, in quanto va esattamente in direzione dello stile istituzionale da sempre osservato dall’Ente”.

Poi entrando nel merito delle questiono sollevate da D’Alfonso a cominciare dal limite dei due mandati si precisa che “la posizione del Prof. Mattoscio, in linea sostanziale con le situazioni di numerose altre Fondazioni colleghe, è perfettamente coerente con il dettato normativo e statutario. Se si vuole, invece, la non rinnovabilità anche dopo due mandati pur saltandone qualcuno, si cambi la legge, e il Senatore D’Alfonso è apparso voglia dare il suo contributo in tal senso come legislatore”.





Per quanto riguarda il il 10% delle erogazioni dell’Ente da riservare alle “sofferenze” nel sociale,  “si informa che nell’ultimo triennio 2018/2020, di cui si dispone di dati ufficiali, la Fondazione Pescarabruzzo ha deliberato erogazioni a favore del volontariato sociale, che presiede e intercetta gran parte di tali “sofferenze”, in una misura media nel triennio 2018/2020 pari al 24% se commisurata al “Fondo erogazioni settori rilevanti”. Si aggiungono i progetti pluriennali per il sociale realizzati nello stesso periodo grazie all’impegno altrettanto pluriennale della Fondazione. In primis i 60.000 pasti in media annui distribuiti con grande impegno dalla Caritas Diocesana nella Cittadella dell’Accoglienza, di proprietà della Fondazione, nel cui ambito sono state ospitate circa 200 persone annue senza fissa dimora, nei 58 posti letto disponibili sempre all’interno della stessa Cittadella dell’Accoglienza”.

“Inoltre, si consideri il progetto nazionale contro la “povertà educativa minorile” che, grazie all’impegno anche della Fondazione, nello stesso triennio ha erogato oltre 5 milioni di euro in Abruzzo e poco meno di 2 milioni di euro nella sola Provincia di Pescara. Infine, basta consultare il bilancio sociale dell’Ente per riscontrare le numerose ulteriori iniziative realizzate nel sociale (https://www.fondazionepescarabruzzo.it/index.php/fondazione/documenti-istituzionali)”,  si aggiunge ancora.

La fondazione entra poi nel merito di una altra critica di D’Alofnso, sulla “formulazione “opportunistica” dell’art. 16, comma 12, dello Statuto, in materia di verifica della rappresentatività di chi avrebbe il potere di designazione negli organi della Fondazione”.

Al riguardo, si precisa che “il dettato statutario citato corrisponde esattamente, parola per parola, all’obbligo di previsione statutaria imposta dall’Autorità di Vigilanza con il Protocollo d’intesa ACRI-MEF del 22 aprile 2015.

Commenta dunque Mattoscio:  “una volta forniti i chiarimenti pubblicamente sollecitati, si ripristinino livelli corretti di interlocuzione istituzionale, visto che quando essi si sono realizzati anche in capo a pluralità di soggetti istituzionali locali, a prescindere da chi protempore interpretati, la Fondazione Pescarabruzzo ha potuto contribuire e lo sta ancora facendo in modo significativo all’interesse generale (Ponte del Mare, ISIA Pescara Design, Silos stazione centrale, facciate del Michetti, Frantoio delle Idee, Musei Civici di Loreto Aprutino, Imago Museum, Inaugurazione dell’Aurum come spazio espositivo, ecc.)”.

Toni meno concilianti da parte dei firmatari dell’appello a difesa della Fiondazione Costantino Felice, Enzo Fimiani, Carlo Troilo, Tonio Di Battista, Mario Setta, Giovanni Di Fonzo, Gaetano Basti, Francesco Zimei, Marco Camplone, Pasquale D’Alberto, Giuseppe Evangelista, Angelo Staniscia, Claudio Carella, Giulio Tatasciore, Lia Giancristofaro, Silvino D’Ercole, Marcello Rapinese, Antonino Orlando, Sabrina De Luca, Aldo Di Fabrizio, Claudio Orazi, Loris Di Giovanni, Antonio Di Teodoro, Giuseppe Caniglia, Dante Cericola, Arnaldo Mariotti, Lucia De Luca, Gianfranco Buccella, Mario Graziosi, Marina Campana Magno, Raffaele Giannantonio, Renzo Gallerati e Mimmo Sarchiapane





La tormentata vicenda che sul piano politico e istituzionale sta investendo in questi giorni la Fondazione Pescarabruzzo lascia amareggiati. Come semplici persone che amano frequentare gli studi e la cultura, animate da non altro che da spirito critico e senso civico, vogliamo esprimere il nostro sconcerto per quanto sta accadendo. Da diverso tempo, con un crescendo che ora sta superando ogni limite di ragionevolezza, il presidente della Fondazione Nicola Mattoscio viene sottoposto ad attacchi che paiono animati da furore distruttivo e rancoroso”, esordisce la nota.

“Non entriamo nel merito di specifiche contestazioni, né ci interessano eventuali errori che, naturalmente, può commettere soltanto chi fa e opera sul campo, in concreto e non solo a parole. Riteniamo però che si stia esagerando, con attacchi dal sapore soprattutto strumentale e autolesionistico – prosegue la nota -. Ci poniamo piuttosto una chiara domanda: il bilancio dell’attività svolta da tempo nella nostra regione dalla Fondazione Pescarabruzzo – nella promozione istituzionale e solidale della comunità in cui opera – può considerarsi positivo? Noi pensiamo senz’altro di sì, ritenendo comunque la Fondazione Pescarabruzzo un asse fondamentale dell’ammodernamento culturale e civile dell’Abruzzo contemporaneo”.

“Lascia alquanto stupefatti, peraltro, il silenzio ufficiale da parte delle forze progressiste su una vicenda così importante (specie dai vertici regionali e nazionali del Partito democratico, nel cui ambito gli attori di questa storia direttamente o indirettamente si muovono) – incalzano i firmatari -. Le trame che si stanno intessendo intorno alla Fondazione Pescarabruzzo ci sembrano frutto di persistenti faide interne al campo del centrosinistra: lacerazioni che, al di là delle intenzioni, sono avvertite dall’opinione pubblica come puri e malcelati personalismi e giochi di potere. Il fenomeno, come si sa, riguarda anche l’ambito nazionale, ma esso in Abruzzo assume caratteri più marcati e patologici. Questo gioco al massacro rischia di acuire scoramento e disaffezione, con un conseguente, e ulteriore, impoverimento della partecipazione alla vita pubblica, che dovrebbe essere fonte di preoccupazione per chiunque sia attento al buon funzionamento del sistema democratico”.

 

 

 

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