CHIETI – Un grido di dolore si alza dall’Abruzzo: vietare l’uso massiccio e letale dei pesticidi, che avvelenano le acque e rappresentano un rischio per la salute umana, e soprattutto minacciano gli insetti impollinatori a cominciare dalle api, e dunque, non è una iperbole, la vita sul pianeta Terra.
L’appello accorato, nella forma di una petizione on line, arriva da un piccolo comune in provincia di Chieti, Montazzoli, una delle capitali della produzione di miele, e dove si registrano già morie di api.
Rivolto alle lontane stanze del potere di Bruxelles, dove è guerra aperta da parte delle lobby dell’agroindustria al piano europeo di limitare l’uso della chimica, in linea con la strategia del green deal, che non voglia essere solo un ambientalismo di facciata. In una regione bacchettata dall’Istituto superiore della protezione ambientale, l’Ispra, perché ha monitorato solo una parte di pesticidi nelle acque, mentre crescono le monoculture delle vigne, solo in piccola parte biologiche.
L’appello è stato affidato ad un video di giovani ragazzi del luogo che nella agricoltura di qualità e soprattutto nell’apicoltura stanno scommettendo il loro futuro, pur di non abbandonare il paese, per di più in una situazione di crisi dove il lavoro è e sarà sempre di più merce rara, nell’ambito della raccolta firme europea “Save bees and farmers”. Video pubblicato sui canali web e social di Pan, (Pesticide Action Network Europe), il network europeo di oltre 200 tra associazioni, ong, istituti scientifici, organizzazioni, apicoltori, federazioni e comitati ambientalisti e agricoli in tutta Europa, che si occupa di tutela della biodiversità e che lotta contro i pesticidi in agricoltura.
Spiega ad Abruzzoweb uno di loro, Gianpaolo Belmare, già collaboratore di Greenpeace e del Parco Nazionale della Majella, residente a Montazzoli, innamorato della sua terra.
“Nel mio paese – spiega Belmare – possiamo vantare una apicoltura di altissima qualità, attiva dal 1894, confiniamo del resto con Tornareccio, che è una eccellenza mielifera a livello europeo, con oltre trenta attività in essere. Ebbene anche in questo territorio, relativamente lontano dalle grandi produzione dell’agroindustria, si registrano morie di api, vittime è lecito supporre dei pesticidi. Del resto è un problema letteralmente globale, che minaccia la nostra come tante altre economie locali. I veleni vengono trasportati dal vento e dalle acque anche a grandi distanze, Anche le api si spostano di molti chilometri e aggiungiamo pure che qui a Montazzoli le arnie, in inverno vengono portate in Puglia, è in uso una vera e propria transumanza delle api, e i rischi di contatto con i pesticidi aumentano”.
E così il potere di Bruxelles è molto meno rarefatto e lontano rispetto a quello che potrebbe sembrare.
E’ accaduto infatti che la Commissione Europea, con l’avvento di Ursula Gertrud Von der Leyen, ha fissato, nel suo “Green Deal”, l‘obiettivo di ridurre l’uso dei pesticidi del 50%. Piano che però è in aperta contraddizione con la riforma della Pac, la politica agricola comunitaria, voluta da dal predecessore Jean-Claude Juncker, molto più prona ai desiderata dell’agroindustria, che ovviamente è contraria alla limitazione dell’utilizzo di pesticidi.
La Pac è stata anche approvata anche dal nuovo parlamento. In queste settimane si registra pertanto uno scontro durissimo con le lobby dell’agricoltura industriale che stanno facendo una pressione fortissima per far saltare il Green deal.
“Oltre che per una battaglia giusta in difesa della ricchezza e della produzione d’eccellenza agro-alimentare dei nostri territori abruzzesi – commenta ancora Belmare – e del duro lavoro di chi ancora vede nell’agricoltura una fonte di lavoro e benessere personale, riteniamo che questa iniziativa assuma ancor più valore per il fatto di essere stata realizzata da ragazzi giovanissimi, tra i 18 e 21 anni, di una comunità estremamente piccola, di circa 1000 residenti, rispetto a realtà urbane più grandi e solitamente più attive ed organizzate”.
“Il fatto poi di averlo fatto in un periodo in cui si è costretti a stare in casa dimostra la loro capacità di impiegare in maniera utile e costruttiva tale tempo, oltre che interessarsi di tematiche ambientali che sono strettamente connesse anche – e purtroppo – alla diffusione di malattie e virus”, conclude Belmare.
Il pericolo rappresentato dai pesticidi però non sembra essere nei pensieri della Regione.
Come rileva la stessa Ispra, esistono enormi differenze tra le regioni nel livello di qualità del monitoraggio.
Ad essere cercate nei corsi d’acqua dall’Arta infatti un bassissimo numero di sostanze, appena 53 su 426 potenzialmente pericolose. La Sicilia ricerca invece 258 tipi di pesticidi, il Lazio 143, la provincia di Bolzano 209.
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