VIAGGIO NEL CRATERE/20. IL SINDACO D'ANDREA, ''SERVE LEGGE RICOSTRUZIONE''

PIZZOLI: BOOM DI RESIDENTI DOPO IL SISMA, ”PER RINASCITA IDEE CHIARE”

di Giorgio Alessandri

25 Aprile 2011 10:55

L'Aquila -

L’AQUILA – È un vero e proprio boom di popolazione quello registrato nel Comune di Pizzoli, nell’Alta Valle Aterno, all’interno del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.

Dopo il terremoto del 6 aprile 2009 ai circa 3.700 residenti si sono aggiunte centinaia di famiglie, aquilane e di altri centri dell’hinterland, facendo schizzare il numero dei residenti a oltre quota 6.000 persone.

Fare il calcolo è abbastanza semplice: a Pizzoli la raccolta differenziata ‘porta a porta’ è una realtà consolidata da tempo ed è bastato fare la conta dei nuovi contenitori forniti alle famiglie per effettuare una statistica ‘sul campo’.

Il comune di Pizzoli, comprende l’abitato propriamente detto con i seguenti rioni: Villa Re (Caerè), Villa Perilli (Caepiriglju), Villa Toppo (Caetoppu), Villa Ospedale (La Illa), Castellina (Castillina), Villa San Pietro (Santu Petri) e Villa Mazza (Caemazza); Marruci, anch’esso con i suoi rioni (Vallicella, Colle, Santa Maria, Frattale, Collemusino, San Lorenzo); Cavallari e Cermone.

Nei mesi scorsi il nome del Comune è stato al centro delle cronache per la vicenda del campus universitario intitolato alla giovane Giulia Carnevale, scomparsa a causa dei crolli del terremoto, messo sotto sequestro dalla Forestale. Una vicenda, che come ha auspicato il sindaco Angela D’Andrea, potrebbe sbloccarsi dopo l’interessamento della struttura commissariale.

GUARDA LA FOTOGALLERIA

Quali danni e quante vittime ha provocato il terremoto?





Fortunatamente non ci sono state vittime, ma i danni al patrimonio immobiliare sono ingenti. Su circa 700 edifici inagibili, 500 sono stati classificati “E”, ovvero con gravi danni strutturali.

Com’è stata risolta l’emergenza abitativa?

Oltre al villaggio Map (moduli abitativi provvisori) molti cittadini hanno trovato un appartamento in affitto nel territorio del Comune. Inoltre, per far fronte all’emergenza, è stato utilizzato l’albergo “La gioia”, struttura dismessa da anni, che è stata ristrutturata dopo il sisma con l’aiuto della Protezione civile e che ha dato ospitalità a 88 persone. L’albergo è stato chiuso il 31 marzo scorso. Ciò che è stato registrato, anche attraverso l’esperienza ‘sul campo’ grazie alla raccolta differenziata porta a porta, è che la popolazione è aumentata da circa 3.700 persone a 6.000.

Quali sono le condizioni della “zona rossa”? Potrà essere ridotta a breve?

Dopo il terremoto sono rimaste danneggiate le zone più antiche non solo del Comune di Pizzoli, ma anche delle frazioni circostanti e delle vile. I danni non sono ristretti ad una sola area, ma sono diffuse in diverse aree sulle quali bisognerà intervenire volta per volta.

I piani di ricostruzione sono uno strumento ormai obbligatorio. A che punto è nel suo Comune?

I piani di ricostruzione saranno realizzati grazie a un avviso pubblico per i privati e non con le Università? Si tratta di una scelta che ha fatto l’amministrazione. Io conto che una volta predisposti i piani la ricostruzione possa procedere a passo abbastanza spedito.

A oggi qual è il problema più urgente da affrontare?





Sicuramente quello delle risorse economiche, e non solo, che sono rimaste le stesse, a fronte di un consistente aumento della popolazione. Da due anni a questa parte sono cambiate le esigenze di un intero territorio, mentre le risorse, umane ed economiche, sono rimaste le stesse del pre terremoto. Le difficoltà del mio comune sono le stesse di altre realtà che hanno fatto registrare un boom di residenti, come a Scoppito.

Mi si chiede se per aumentare il gettito dei tributi i nuovi arrivati debbano o meno cambiare residenza? Io non lo chiederò, Pizzoli è felice di ospitare tutti quelli che hanno bisogno, ma forse una maggiore attenzione da parte del Governo su questa tematica sarebbe auspicabile.

Cosa vorrebbe dire al commissario per la ricostruzione?

Che per la ricostruzione sono state gettate buone basi, sulle quali si potrà impostare la rinascita dei centri colpiti dal sisma. Forse con una legge specifica sul terremoto si potrebbe andare più spediti.

Quanto ci vorrà per ricostruire il suo paese?

Sono sicura che una volta partiti i tempi saranno rapidi, questione di mesi credo, non di anni come in altre realtà. Le difficoltà sono legate agli iter burocratici che rallentano alcuni processi propedeutici alla ricostruzione.

Anche per la questione del campus universitario, ci sono ostacoli da superare e per questo abbiamo coinvolto direttamente la struttura commissariale che ha riconosciuto la bontà del progetto e ha rimesso nelle mani della Struttura tecnica di missione ogni cosa per riformulare l’istruttoria e sbloccare il campus.

Commenti da Facebook

RIPRODUZIONE RISERVATA
Download in PDF©


    Ti potrebbe interessare:

    ARTICOLI PIÙ VISTI: