L'AQUILA – Una ricostruzione asciutta, grazie a un piccolo dispositivo non invasivo che viene applicato alla parete dell’area colpita dall’umidità da risalita capillare e che è in grado di interrompere le interferenza elettriche, invertendo il flusso delle molecole d’acqua verso il terreno, trasportando così verso il basso anche l’umidità e garantendo il definitivo prosciugamento dei muri in modo completamente naturale, senza ricorrere all’utilizzo di elettricità, onde elettromagnetiche, additivi chimici o interventi murari invasivi.
Questo promette Biodry, un'ingegnosa apparecchiatura che potrebbe trovare larga applicazione nella ricostruzione post siSmica dell’Aquila e che la Confederazione nazionale artigiani e il Polo d'innovazione per l'edilizia sostenibile della Regione Abruzzo intendono sperimentare.
Il sistema è stato già testato, dopo 15 anni di ricerche, su cattedrali, residenze private e addirittura su palazzo di Montecitorio a Roma dove ha sede della Camera dei deputati.
“Sono queste le tecnologie che vogliamo mettere alla prova all’Aquila – spiega ad AbruzzoWeb Paolo Tella, referente aquilano del Polo d’innovazione – e che vogliamo utilizzare come volano di innovazione. Stiamo già cercando un edificio dove poter organizzare una dimostrazione e far conoscere a costruttori e cittadini le potenzialità di questo prodotto, che è fortemente ecologico, perchè ricordo che una casa umida consuma molta più energia per scaldarsi, oltre che essere molto meno ospitale”.
“Questo dispositivo – spiega Sandro Bencivenga, direttore commerciale dell'impresa realizzatrice del prodotto – viene applicato sul muro dove si vuole intervenire, non richiede manutenzione poiché si autoalimenta con l’energia del magnetismo terrestre e vengono effettuati dei controlli periodici per monitorare la riduzione del livello dell’umidità da risalita”.
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