POLVERONE COGESA: CARUSO, “VIA GERARDINI E RESETTARE. COSTO RIFIUTI L’AQUILA? VALUTAZIONE OGGETTIVA”

PRESIDENTE PROVINCIA E SINDACO CASTEL DI SANGRO CONFERMA: " AMMINISTRATORE UNICO NOMINATO IN MODO ILLEGITTIMO, MA SUO NOME RESTA AUTOREVOLE", E LANCIA PROPOSTA CDA A TRE O VERTICE UNICO MA CON DIRETTORE GENERALE. "TUTTI VOGLIAMO AZIENDA GESTITA IN MODO MANAGERIALE E NON POLITICIZZATA". "SU DISCARICA NOCE MATTEI OCCORRE VALUTARE CAUSE CATTIVI ODORI"

17 Gennaio 2023 10:09

L'Aquila - Politica

CASTEL DI SANGRO – “Sul Cogesa occorre resettare tutto dopo una vicenda nata sotto una cattiva stella, e trovare condivisione”. Con due possibili vie d’uscita: “la nomina di un cda a tre, con figure tecniche e non politicizzate, ma rappresentative dei comuni soci “, oppure l’individuazione di un direttore generale ad affiancare l’amministratore unico, “per garantire una gestione manageriale dell’azienda”. Con lo stesso attuale,  amministratore unico, “nominato illegittimamente e che deve fare un passo indietro”, Franco Gerardini, come candidato spendibile, “essendo capace e competente”. Infine occorre dialogo e confronto anche sullo scontro in atto intorno alla tariffe per i conferimento dei rifiuti dell’Aquila.

A prendere posizione nelll’intervista ad Abruzzoweb, nella guerra dei rifiuti che scuote il Cogesa, la società pubblica che si occupa del ciclo dei rifiuti in 66 comuni della valle Peligna, altro Sangro e Aquilano, è il presidente della Provincia e sindaco di Castel di Sangro, Angelo Caruso, di Fratelli d’Italia, primo firmatario della diffida dei 20 comuni sui 40 del “fronte del no”, di cui lo stesso Caruso è tra i registi, e che chiede le dimissioni dell’attuale amministratore unico Franco Gerardini, nominato, ma in “modo illegittimo”, il 30 dicembre scorso.

Caruso nell’intervista auspica poi un confronto e un dialogo, tra Comune dell’Aquila Pierluigi Biondi, anche lui di Fdi, da una parte, e il Comune di Sulmona, di cui è primo cittadino di centrosinistra Gianfranco Di Piero, e  Gerardini dall’altra, dopo che il Cogesa, nel suo nuovo corso, ha espresso la volontà  di aumentare il costo di conferimento della monnezza del capoluogo portata nella discarica sulmonese di Noce Mattei, rispetto alle attuali 110 euro a tonnellata, visto che nel capoluogo la differenziata è ferma ad appena il 39%, uno dei dati peggiori d’Abruzzo e non solo, e che altri comuni sotto la soglia del 65% pagano ben 136 euro.

Del resto Caruso lamenta il fatto che i comuni di maggiori dimensioni, L’Aquila ma anche la sua Castel di Sangro, che pagano per il servizio reso al Cogesa le cifre più alte, sopra il milione di euro ogni anno, dovrebbero avere maggiore considerazione e peso, rispetto a Comuni che pagano cifre nell’ordine delle decine di migliaia di euro.

Gerardini, ex sindaco di Giulianova, due volte parlamentare del Pci, e per venti anni dirigente regionale ramo rifiuti, di cui è un esperto a livello nazionale, è stato eletto in particolare con il sostegno di Di Piero, che detiene le quote più pesanti del consorzio, 200 su 1.200, essendo a capo del comune più popoloso, assieme a Pratola Peligna, Pettorano sul Gizio, Acciano, Pacentro e Cansano, che aveva la delega anche di Vittorito e Tornimparte. Nomina avvenuta subito dopo l’estromissione per “giusta causa” del presidente Nicola Guerra e dei consiglieri Sandro Ciacchi e Valentina Di Benedetto.

Dopo il polverone che si è sollevato, lo stesso Gerardini ha annunciato che venerdì prossimo si presenterà alla riunione del controllo analogo, organismo composto da tutti i soci, con le sue dimissioni, dopo aver però illustrato ai soci la situazione di Cogesa, e “indicando anche una via d’uscita dal rischio di fallimento della società”. Ha intanto cominciato a fare piazza pulita di consulenze ritenute “immotivate”, non  rinnovando una consulenza fiscale da 20mila euro, e avviando l’iter per la revoca di un’altra consulenza da circa 70mila euro, per una assistenza tecnica.





Nella diffida dei 20 comuni, come conferma ad Abruzzoweb Caruso,  sono illustrati numerosi presunti profili di  illegittimità nella nomina di Gerardini: i punti all’ordine del giorno dell’assemblea non erano stati comunicati nei tempi, la revoca del Cda e la nomina  del nuovo amministratore unico è stata fatta con il 38,83% delle quote societarie, non si è riunito preventivamente il controllo analogo, prima dell’assemblea dei soci, come vuole lo statuto.

“E’ una vicenda nata sotto una cattiva stella – spiega in particolare Caruso -, la nomina di Gerardini è avvenuta in modo illegittimo, con una assemblea ridotta davvero al lumicino, e che ha determinato non solo la  nomina del nuovo amministratore unico, ma anche la revoca del consiglio di amministrazione in carica, che pure aveva preannunciato la volontà di dimettersi per favorire un’anticipazione del rinnovo della governance. Circostanze che hanno destato non poca meraviglia e hanno avuto come conseguenza, inevitabile, la reazione della maggioranza dei sindaci soci, e la diffida di cui sono primo firmatario”.

Caruso insomma ribadisce che “nostra volontà è che la nomina del vertice del Cogesa sia davvero condivisa, per non dire unanime, e che non debba fare solo riferimento al peso delle quote dei comuni maggiori, ma anche ad un confine municipalistico più ampio possibile, vista la difficile situazione di bilancio in cui si trova il Cogesa, tra debiti e crediti da riscuotere. I gioco è il destino di azienda di capitale importanza, da risanare e rilanciare, con  200 persone che ci lavorano”.

Pertanto, “occorre necessariamente annullare come prima cosa il provvedimento di nomina di Gerardini, che riteniamo illegittimo per le ragioni illustrate nella diffida, per poi compiere gli atti alla luce di quanto stabilisce lo statuto”, e infine arrivare a una delle due ipotesi illustrate da Caruso, la nomina di un cda a tre, o di un amministratore unico, ma con un direttore generale, nel ruolo manageriale e di visione strategica.

Con lo stesso Geradini che potrebbe restare tra i papabili, “essendo persona stimata e qualificata, e che non ha bisogno di presentazioni. Il problema è infatti non sulla persona, ma su una nomina, che sarebbe dovuta avvenire in maniera limpida e cristallina, e io mi sarei aspettato anche addirittura all’unanimità. Ma ora è chiaro che rispetto a quello che è accaduto, c’è la necessità di resettare, e di ricondurre tutto nell’alveo della legittimità”.

Caruso rispedisce poi al mittente, senza mai citare il sindaco Di Piero e il0 Pd peligno, che ha fatto quadrato sul sindaco e sulla nomina di Gerardini, l’accusa secondo la quale in sostanza il fronte del no vuole perpetrare un gestione politicizzata del Cogesa, che è la causa principale del suo indebitamento, con assunzioni “segnalate”, spese allegre e consulenze inutili o eccessivamente costose.

“Siamo i primi a dire che il Cogesa deve essere gestito in modo manageriale da figure tecniche e competenti – assicura il sindaco di Castel di Sangro -, al di là delle appartenenze politiche, perché questo è nell’interesse di tutti.  È pacifico che le aziende pubbliche debbano oramai rispondere a canoni di efficenza, centrando risultati economici e non risultati ‘politici’. Un’azienda pubblica come noto non è tenuta a generare utili, ma non deve nemmeno maturare passività”.

Per quanto riguarda poi lo scontro nato per il costo di conferimento dei rifiuti dell’Aquila a Sulmona, la posizione di Caruso è articolata, ma anche qui volta a favorire il dialogo e la pacificazione.





Intendimento non facile, visto che nei giorni scorsi Biondi è partito alla carica affermando che “non si può dire che i rifiuti dell’Aquila puzzano più degli altri, perché vorrebbe dire che l’impianto di trattamento non funziona e quindi va chiuso” aggiungendo:  “c’è la volontà di stoppare e creare difficoltà all’Aquila per motivi politici, che noi saremo comunque in grado di gestire”, evocando ancora una volta uno “spirito anti-aquilano”.

E Gerardini ha risposto: “Biondi non sa di cosa parla, o fa finta di non saperlo, l’impianto di Cogesa può sopportare una frazione di organico non superiore al 30%, come d’altronde è scritto e previsto dall’autorizzazione, quindi la percentuale aggiuntiva dei rifiuti aquilani influisce sulle emissioni odorigene”.

Premette dunque Caruso: “occorre partire  dalle giuste doglianze dei comitati dei residenti, delle famiglie che abitano nei pressi della discarica, che subiscono odori insopportabili. Quindi il primo dubbio è se la discarica  sia compatibile con la residenza, e occorre domandarsi perché ci sono case in prossimità di una discarica, ovvero se la discarica andava realizzata proprio in quel punto”.

Al di là di questo peccato originale, “se ci sono delle irregolarità o comunque delle inadeguatezze nel conferimento in discarica dei rifiuti da parte del Cogesa, esse vanno sanate, a tutela della vivibilità e della salute dei cittadini. Poi ovviamente occorre aumentare la quota dei rifiuti differenziati, riducendo così la quantità da portare in  discarica”.

Arrivando dunque al nodo cruciale, quello delle tariffe:  “è chiaro che il costo di conferimento nella discarica di Noce Mattei, è un primo banco di prova per il Cogesa e la sua nuova governance: c’è necessità di aggiornare un prezzo,  visti gli aumenti a carico del Cogesa, determinati dal caro energia”, ma occorre farlo definendo in modo certo e scientifico, “quando spende per il servizio il Cogesa, per farsi carico dei rifiuti che arrivano dall’Aquila, e poi stabilire il giusto costo, quello che sia”.

Oltre a Castel di Sangro , questi i comuni del “fronte del no”: Molina Aterno, Prezza, Roccacasale,  Bugnara, Ofena, Introdacqua, Goriano Sicoli, Corfinio, Campo Di Giove, Anversa Degli Abruzzi, Cocullo, Ateleta, San Demetrio ne’Vestini Fagnano Alto, Sant’Eusanio Forconese, Scanno, Alfedena, Villalago, Caporciano, Raiano, Secinaro, Castelvecchio Calvisio, Castel Del Monte, Castel Di Ieri, Calascio, Villa Santa Lucia, Fossa, Santo Stefano Di Sessanio, Carapelle Calvisio, Villa Sant’Angelo, San Benedetto In Perillis, Tione Degli Abruzzi, Collepietro, Scoppito, Capestrano, Prata D’Ansidonia, Villetta Barrea, Rivisondoli, Scontrone e Navelli.

L’INTERVISTA

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