L’AQUILA – “L’ipotesi di bloccare il concorso in atto è una mossa illogica e ingiusta, perché a quel concorso si sono iscritti in settemila, in tremila hanno partecipato, non vedo perché a loro debba essere preclusa la possibilità di avere un’assunzione a tempo indeterminato”. E ancora: “non c’è nessuna norma che possa garantire che i precari vengano internalizzati, sistemati in Abruzzo Progetti, società di scopo. Perché chi racconta queste cose illude le persone, fa leva su un bisogno. C’è un certo tipo di politica, un certo tipo di sindacato che utilizza le necessità, le preoccupazioni, le legittime paure di persone di questo territorio come scudi umani”.
Rompe il silenzio con una lunga intervista esclusiva ad AbruzzoWeb il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, responsabile nazionale Enti locali di FdI, e si toglie più di qualche sassolino dalla scarpa parlando a 360 gradi della sanità in crisi in Abruzzo a causa di un buco pesante che ha portato all’aumento delle tasse e a tagli al bilancio regionale.
Il primo cittadino attacca le opposizioni di centrosinistra e boccia la proposta di stabilizzazione dei precari con una società pubblica ad hoc o con l’assorbimento da parte di Abruzzo Progetti. Risponde per le rime anche sindacati e politici che lo hanno accusato di essere assente da manifestazioni di protesta e dibattito.
E così interviene sulla scottante questione dei paventati licenziamenti che preoccupano i 150 precari del settore tecnico e amministrativo della Asl provinciale dell’Aquila, dopo il mancato rinnovo dell’appalto, una delle misure disposte dal Dipartimento della Salute, guidato da Emanuela Grimaldi, a causa del debito sanitario da 113 milioni. In piazza da diversi giorni lavoratori, sindacati e opposizioni di centrosinistra – nonostante l’aggiudicazione per altri quattro anni del nuovo bando alle stesse cooperative Biblos di Pescara, Az solutions di Roma e Vigilantes Group di Giulianova, con la Asl che che ha rinnovato anche alla luce della pressione della politica – hanno più volte lamentato uno scarso interesse del primo cittadino, che è anche presidente del Comitato ristretto dei sindaci, nonché presidente dell’Anci Abruzzo.
Nella lunga chiacchierata, destinata a provocare polemiche, Biondi risponde: “A quelli che urlano in piazza, che vanno ai presidi, che convocano le assemblee, non importa nulla dei lavoratori e del loro destino. A loro interessa solo poter alzare dei polveroni per attaccare la controparte politica”.
“Io sono abituato a lavorare in silenzio, non a fare proclami e la mia storia parla per me – sottolinea – Quando mi sono insediato in questo Comune c’erano operai e personale della ricostruzione precari, oggi all’interno del Comune dell’Aquila non c’è un solo lavoratore precario, perché sono stati tutti stabilizzati grazie all’attività di questa Amministrazione, nella precedente e nella attuale Consiliatura. Così come abbiamo garantito i perimetri occupazionali dentro Ama nel momento in cui l’azienda perdeva 150mila euro al mese con la gestione del centrosinistra; idem nel Centro turistico, dove venivano pagati gli stipendi con le spese per gli investimenti; idem le altre aziende dove di volta in volta si sono create delle crisi. Così come mi sono impegnato in prima persona su tutte le altre vertenze occupazionali del territorio, ne cito una su tutte, quella dei call center con il lavoro di internalizzazione che è stato fatto con Inps servizi, che è un soggetto privato, per quanto a controllo pubblico, e ha potuto costituire una SpA”.
E spiega: “Non spetta alla Asl istituire un’azienda di proprietà in cui internalizzare il personale precario assunto dalle cooperative, le quali svolgono un servizio come prestazione di beni, tanto è vero che parliamo di servizi tecnici e amministrativi. Il piano di razionalizzazione della Regione prevede un blocco anche per la spesa del personale amministrativo, con particolare attenzione per i somministrati. La Asl dell’Aquila, aderendo all’indicazione della Regione, ha bandito un concorso che attualmente prevede 53 posti, con la possibilità di arrivare fino a 123 assunzioni mantenendo l’attuale perimetro occupazionale. Naturalmente non tutti quelli assunti dalle cooperative vinceranno il concorso, questo è fisiologico, perché il personale assunto dalle cooperative non ha fatto una procedura selettiva. Si tratta di persone assunte a chiamata diretta dalle cooperative, non so attraverso quali strumenti e canali, dalla politica ai sindacati, e probabilmente oggi qualcuno di loro resterà fuori”.
“L’ipotesi di bloccare il concorso in atto è una mossa illogica e ingiusta – rimarca il primo cittadino -, perché a quel concorso hanno partecipato 3mila persone, si sono iscritti in 7 mila, non vedo perché a loro debba essere preclusa la possibilità di avere un’assunzione a tempo indeterminato. È una condizione di parità che deve essere uguale per tutti. Potremmo avere tutti la possibilità di partecipare ad un concorso e trovarci con gli stessi diritti di chi, senza concorso, si ritrova assunto. Ad ognuno di noi preoccupa comunque il futuro di chi è entrato anche attraverso una sponsorizzazione e ci interessano allo stesso modo le sorti di chi non ha avuto la stessa fortuna di essere chiamato da una cooperativa”.
“Aspettiamo il concorso – aggiunge -, vediamo quanti degli interinali sono entrati in graduatoria, quanti potrebbero essere assunti, poi cercheremo di occuparci di chi è rimasto fuori, fermo restando che non c’è nessuna norma che possa garantire che vengano internalizzati, sistemati in Abruzzo Progetti, società di scopo. Perché chi racconta queste cose a questi ragazzi li illude, fa leva su un bisogno. C’è un certo tipo di politica, un certo tipo di sindacato che utilizza le necessità, le preoccupazioni, le legittime paure di persone di questo territorio come scudi umani. A quelli che urlano in piazza, che vanno ai presidi, che convocano le assemblee, non importa nulla dei lavoratori e del loro destino. A loro interessa solo poter alzare dei polveroni per attaccare la controparte politica”.
Biondi poi osserva: “È accaduto in passato che una certa politica urlava che sarebbero stati licenziati i lavoratori di Tecnocall e invece attraverso un importante lavoro istituzionale nessuno di loro è stato licenziato. Non ho sentito né un politico né un sindacalista riconoscere questo risultato”.
Il sindaco poi esclude una partecipazione all’assemblea pubblica in programma sabato alla Casa del Volontariato dell’Aquila: “Sabato mattina porto mio figlio ad una festa dello sport, già tolgo troppo tempo alla mia famiglia e la sede in cui siamo stati convocati non è neanche una sede istituzionale. Io credo che se c’è un problema, si apre una vertenza, si portano avanti le procedure previste in questi termini: si chiede un incontro con il sindaco, con il presidente della Regione, con rappresentanti istituzionali, lo si fa nelle sedi deputate. Tanto che sabato alla manifestazione non parteciperà neanche una parte di sindacati”.
BUCO SANITA’: “PIANO RIORDINO COSTOSO PER MANTENERE PRESIDI IN UN TERRITORIO COME L’ABRUZZO”
“Per quanto riguarda il deficit della sanità – ricorda Biondi -, non molto tempo fa il Consiglio regionale è stato chiamato ad approvare il riordino della rete ospedaliera, il territorio abruzzese è molto complesso dal punto di vista orografico e dell’invecchiamento della popolazione. Se si vogliono mantenere presidi aperti abbiamo solo nella provincia dell’Aquila tre ospedali di primo livello, che sono L’Aquila Avezzano e Sulmona, poi Castel Di Sangro che è ospedale di area disagiata e due presidi di pronto intervento che sono Pescina e Tagliacozzo. Se in una provincia di 280mila abitanti si vogliono tenere aperti tutti questi presidi insieme a tutti poliambulatori distrettuali e i punti di erogazione dei servizi, è evidente che è un piano di riordino della rete che costa. Quindi noi dobbiamo fare una scelta. Teniamo i presidi e cerchiamo di contenere i costi o conteniamo i costi e chiudiamo i presidi? Questo è il tema, perché entrambe le cose non si possono avere”.
“GIUSTA BATTAGLIA DI MARSILIO, RIVEDERE CRITERI ASSEGNAZIONE FONDO SANITARIO”
“Io credo che sia giusta la battaglia che sta facendo il presidente Marco Marsilio. Oggi il fondo sanitario viene assegnato alle Regioni sulla base di un parametro che è la cosiddetta quota capitaria, che tiene conto della popolazione residente e dell’invecchiamento della popolazione. Confrontiamo i dati con una regione virtuosa, come l’Emilia Romagna: gli abitanti dell’intero Abruzzo occuperebbero una ristretta parte di territorio in pianura, con aree metropolitane quasi tutte collegate. È evidente che si sono meno costi di gestione, logistici, un’ottimizzazione delle risorse umane e quindi i soldi possono essere meglio investiti sui servizi e le infrastrutture sanitarie. Questo determina un aumento della qualità dei servizi, mobilità attiva ed ulteriori risorse”.
“Le regioni come l’Abruzzo, che hanno caratteristiche diverse e scarsa popolazione residente, devono necessariamente avere un livello di contribuzione diverso rispetto a quello che viene stabilito per le grandi regioni. È del tutto evidente. Il sistema per come lo conosciamo oggi è costoso, al di là delle disfunzioni che ogni Asl fisiologicamente ha, però dobbiamo capire che questo è il prezzo da pagare per una rete di servizi diffusa su tutto il territorio”.
- PRECARI ASL: BIONDI, “IPOTESI INGIUSTE, CHI URLA IN PIAZZA LI USA COME SCUDI UMANI”L'AQUILA - "L'ipotesi di bloccare il concorso in atto è una mossa illogica e ingiusta, perché a quel concorso si sono iscritti in settemila, in trem...