TERAMO – “L’età fragile” di Donatella Di Pietrantonio, abruzzese di Arsita, in provincia di Teramo, ha vinto il Premio Strega, il più influente premio letterario italiano. Il romanzo, che è stato pubblicato dalla casa editrice Einaudi e parla di una donna impegnata a ricostruire un rapporto con la figlia ventenne durante il lockdown per il coronavirus, ha ricevuto 189 voti.
Il secondo classificato, Invernale di Dario Voltolini (La nave di Teseo), si è fermato a 143.
Di Pietrantonio ha 62 anni ed è un’autrice conosciuta e apprezzata da un gran numero di lettori a partire dal successo di L’Arminuta, che vinse il Premio Campiello del 2017 e fu uno dei libri di cui si parlò di più in quell’anno: da allora ha venduto circa 400mila copie.
Data fin dall’inizio per superfavorita, la scrittrice che aveva già conquistato lo Strega Giovani 2024, ha superato tutti con 189 voti per ‘L’età fragile’ (Einaudi), dedicato alle sopravvissute. Attraverso il rapporto tra una madre, Lucia, e la figlia ventiduenne Amanda, scardina gli stereotipi sugli anni e sulla sicurezza dei piccoli luoghi di provincia, con la pandemia sullo sfondo.
Per la prima volta la scrittrice, che non ha mai lasciato la sua professione di dentista dei bambini, affronta nel libro anche la violenza di genere – rievocando un fatto di cronaca nera accaduto nel 1997 nella sua terra, l’Abruzzo.
“Prometto che userò la mia voce scritta e orale in difesa di diritti per cui la mia generazione di donne ha molto lottato e che oggi non sono più scontati” ha detto emozionata e raggiante in abito nero e rosa con decorazioni e al collo una collana con un angioletto portafortuna.
Questa la trama del libro: Amanda prende per un soffio uno degli ultimi treni e torna a casa, in quel paese vicino a Pescara da cui era scappata di corsa. A sua madre basta uno sguardo per capire che qualcosa in lei si è spento: i primi tempi a Milano aveva le luci della città negli occhi, ora sembra che desideri soltanto scomparire, si chiude in camera e non parla quasi. Lucia vorrebbe tenerla al riparo da tutto, anche a costo di soffocarla, ma c’è un segreto che non può nasconderle. Sotto il Dente del Lupo, su un terreno che appartiene alla loro famiglia e adesso fa gola agli speculatori edilizi, si vedono ancora i resti di un campeggio dove tanti anni prima è successo un fatto terribile. A volte il tempo decide di tornare indietro: sotto a quella montagna che Lucia ha sempre cercato di dimenticare, tra i pascoli e i boschi della sua età fragile, tutti i fili si tendono. Stretta fra il vecchio padre così radicato nella terra e questa figlia più cocciuta di lui, Lucia capisce che c’è una forza che la attraversa. Forse la nostra unica eredità sono le ferite. Con la sua scrittura scabra, vibratile e profonda, capace di farci sentire il peso di un’occhiata e il suono di una domanda senza risposta, Donatella Di Pietrantonio tocca in questo romanzo una tensione tutta nuova.
Dario Voltolini mantiene il secondo posto, in cui si era piazzato a sorpresa nella prima votazione a Benevento, con 143 voti per “Invernale” (La nave di Teseo), potente racconto degli ultimi anni di vita del padre.
E rimane al terzo posto con un distacco di 5 voti Chiara Valerio a 138 preferenze, per “Chi dice e chi tace” (Sellerio), che ci porta a Scauri, suo paese d’origine, e ci fa entrare nei sentimenti e pregiudizi e nell’assioma della inconoscibilità dell’altro attraverso la storia di Lea.
Al quarto posto Raffaella Romagnolo con “Aggiustare l’universo” (Mondadori), 83 voti.
Al quinto Paolo Di Paolo con “Romanzo senza umani” (Feltrinelli), 66 voti. Al sesto Tommaso Giartosio con “Autobiogrammatica” (minimum fax), 25 voti.
A presiedere il seggio Stefano Petrocchi, direttore della Fondazione Bellonci, al posto di Ada d’Adamo, vincitrice nel 2023, morta il 1 aprile dello scorso anno, a cui sarebbe spettato come da consuetudine. Hanno votato in 644 su 700 aventi diritto, pari al 92%.
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