L’AQUILA – Frasi come “È troppo bona, la caccia è aperta per punirla…”, foto “guardone” delle allieve, e ridda di commenti sessisti.
E quanto sta emergendo delle chat oggetto dell’inchiesta della Procura dell’Aquila, scattata a seguito di una denuncia di un’allieva 20enne campana, della Scuola ispettori e sovrintendenti della finanza di Coppito, per presunta violenza sessuale e maltrattamenti in concorso.
Ad essere coinvolto, e già sospeso e trasferito un 33enne capitano istruttore siciliano, indagato per violenza sessuale, lesioni personali e maltrattamenti, con l’aggravante di aver commesso il fatto approfittando della sua posizione di ufficiale, sono stati sequestrati il telefonino e un computer.
Coinvolti anche tre parigrado, di Pescara, di Formia nel Lazio e Battipaglia in provincia di Salerno.Il Comando generale della Guardia di Finanza, dal proprio canto, ha deciso di allontanare immediatamente gli indagati, trasferiti in altre regioni con compiti operativi. Nei loro suoi confronti potranno essere presi provvedimenti più severi se dovesse arrivare una misura cautelare o il rinvio a giudizio.
La vicenda risale allo scorso maggio, quando l’allieva ha deciso di denunciare le presunte violenze subite da parte di un capitano della Scuola, una delle più prestigiose delle Fiamme Gialle a livello nazionale. L’allieva ha raccontato di essere stata violentata a casa del capitano e di essere stata convocata più volte nel suo ufficio.
Nell’episodio più grave, del 27 maggio, la donna, in casa dell’indagato, ha raccontato di essere stata afferrata per i capelli ed essere stata costretta ad avere un rapporto sessuale.
Invitata a cena a casa del capitano, infatti dopo alcuni baci consenzienti, l’uomo sarebbe andato oltre nonostante il rifiuto della giovane, prima aggredita e poi violentata: presa per i capelli, spinta con la testa sul tavolo del salotto e colpita con forza sui glutei, prima di essere costretta a subire atti sessuali nonostante avesse opposto un rifiuto. “Questo è solo un assaggio di quello che ti farò provare se sabato non ti farai punire”.
Subito dopo però, la donna è andata a fare il tampone vaginale al pronto soccorso dell’ospedale San Salvatore, e le lacerazioni riscontrate sarebbero compatibili con uno stupro, tanto che stata necessaria una prognosi superiore ai 20 giorni. L’intimo indossato dalla giovane è stato acquisito come indizio e il commissario capo Francesco D’Antonio ha redatto l’informativa di reato e l’ha consegnata alla Procura dell’Aquila.
Sulla vicenda, sulla quale indaga anche la Procura militare, vige ovviamente il massimo riserbo sia per il tipo di reato contestato e sia perché le indagini sono tutt’ora in corso ma gli inquirenti, guidati dal pm Ugo Timpano, hanno comunque già acquisito la chat incriminata nella quale i quattro finanzieri, secondo l’accusa, si scambiavano commenti sugli episodi di violenza.
“La vicenda è incresciosa e sottoposta all’attento vaglio della procura aquilana”, ha commentato l’avvocato della vittima, Francesco Vetere, che e ha aggiunto “È una ragazza molto coraggiosa, era venuta all’Aquila per inseguire il sogno di diventare maresciallo della Guardia di Finanza, e ora vuole parlare. Non si nasconde. Vuole essere ascoltata dalla Procura. In un incidente probatorio che deve essere fatto immediatamente. Non possiamo rischiare che venga ascoltata tra tre o quattro anni, quanto i ricordi non saranno nitidi come oggi”.
Si teme infatti che possano essere numerosi i casi simili a quelli raccontati dalla vittima degli abusi, adescata con la promessa di un aiuto in vista degli esami.
Il capitano della guardia di finanza è difeso da due legali, uno dei quali dell’Aquila, Maria Leone. che ha preferito non commentare, ritenendo comunque opportuno il trasferimento dell’ufficiale, che renderà le indagini più serene.
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