AVVIO MEMORABILE DELL'ANNO SCOLASTICO NEI MUSP DEL MARIELE VENTRE, ALLA PRESENZA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, GRANDE SHOW CON SCOLARESCHE DA TUTTA ITALIA, IL NODO IRRISOLTO DEGLI EDIFICI NON RICOSTRUITI

PRIMA CAMPANELLA: ”SIAMO I NATI DOPO 2009” LA VOGLIA NORMALITA’ DEI GIOVANI AQUILANI

di Filippo Tronca

16 Settembre 2019 20:17

Regione - Cronaca

L'AQUILA – Un bignami d'Italia, con le sue luci e le sue ombre, con le feconde e giovani speranze, e gli atavici problemi irrisolti, quello andato in scena a L'Aquila, nel cortile della scuola primaria ‘Mariele Ventre’, di via Ficara, ospitata da dopo la catastrofe del 6 aprile 2009, in un modulo prefabbricato, uno dei tanti cosiddetti “Musp”. Un luogo simbolo di un Paese dove il provvisorio rischia sempre di diventare definitivo.  

Ed è stato per un giorno, un cortile gremito di studenti, oltre mille, in rappresentanza di 350 istituti di tutta Italia, che hanno accolto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Lorenzo Fioramonti, assieme alle massime rappresentanze politiche e istituzionali della città e della regione. Per celebrare l'inizio dell'anno scolastico.

Un vero e proprio show,  reso possibile da un grande sforzo organizzativo del Ministero e della direzione scolastica regionale, che ha riportato il capoluogo d'Abruzzo alla ribalta nazionale.  Andato in diretta su Rai Uno, ricco di contenuti ed ospiti. A presentare sul palco Flavio Insinna e Francesca Fialdini. Con interventi dell’attrice Veronica Pivetti, dei cantanti Ron, Enrico Nigiotti  e Noemi, dei The Jackal, che spopolano da anni con i loro video su youtube

Testimonial d’eccezione anche la calciatrice Sara Gama, la nuotatrice Simona Quadarella, i due atleti paralimpici Lorenzo Marcantognini e Margherita Paciolla. Ad accompagnarli il presidente del Coni, Giovanni Malagò, e il presidente del Comitato Paralimpico, Luca Pancalli.

I veri grandi protagonisti sono stati però innanzitutto i giovani studenti, con i loro progetti didattici, i loro sogni e il loro presente.

Quelli dell'istituto Galileo Galilei di Paganica, frazione dell'Aquila tra le più devastate dal sisma abruzzese: nati tra il 2010 e il 2011, che sul palco hanno spiegato che “non c'eravamo nell'aprile del 2009. A raccontarci il terremoto sono le pietre agli angoli delle strade”. “Siamo i bambini nati dopo il 2009, quelli che vedranno il domani di questo territorio, per noi oggi è già domani”.

E c'è stato un passaggio più di altri dell'intervento del presidente Mattarella, che ha rappresentato nella sua tragicità cosa significa, in termini di valore e conquista di civiltà, relativamente recente, “la scuola aperta a tutti”, come recita il primo comma dell'articolo 34 della Costituzione italiana, impressa sulle magliette di tutti gli studenti venuti a L'Aquila.

“I ragazzi hanno diritto di sperare che i loro progetti migliori potranno realizzarsi – ha detto Mattarella -. La scuola è il terreno dove coltivare questi progetti, e farli crescere. Il pensiero corre a quel ragazzino di quattordici anni, che veniva dal Mali, che aveva attraversato il deserto ed è annegato in un naufragio nel Mediterraneo. Quando ne hanno ritrovato il corpo, si è scoperto che aveva cucito, nel vestito, la sua pagella. La proteggeva come la sua carta di identità, e la sua speranza”.

A pochi metri, nella rotonda della statale 80, il presidio di rappresentanti di Cgil, Udu, Action Aid, Appello per L'Aquila e altre sigle,con la partecipazione di Francesco Sinopoli, segretario generale Cgil Federazione lavoratori conoscenza, a ricordare la mancata ricostruzione delle scuole nel cratere sismico aquilano. Numeri alla mano, a dieci anni dal sisma, sono stati portati a conclusione soltanto 53 dei 142 interventi previsti, hanno ricordato. In linea con i ritardi della ricostruzione degli edifici pubblici: 358 interventi rispetto ai 1.038 quantificati dopo il terremoto, per una richiesta di spesa pari 1.345.150.120 euro, di cui finanziati 1.286.707.420 euro ed erogati 462.658.530, secondo i dati illustrati dalla Cgil.





La mancata ricostruzione delle scuole è stato il tema sollevato anche dal presidente della Regione Marco Marsilio, che ha accolto Mattarella insieme al sindaco della città Pierluigi Biondi, al presidente del consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, al vice presidente di giunta, Emanuele Imprudente.  

“L' Aquila rappresenta un modello di ricostruzione per aver saputo reagire e alzare la testa dopo il terremoto – ha detto Marsilio -. Purtroppo le scuole sono troppo indietro e, con la presenza del capo dello Stato, vogliamo riportare al centro dell’attenzione il cratere sismico per far capire a tutta l'Italia, al governo, al Parlamento e alle altre istituzioni che bisogna cambiare passo. C'è bisogno di strumenti più efficaci di quelli messi in campo fino ad oggi”.

Ad incontrare Mattarella è stato poi Tommaso Cotellessa, rappresentante degli studenti dell’istituto Cotugno, che aveva scritto, qualche giorno fa, una lettera al Capo dello Stato, per denunciare la situazione delle scuole superiori aquilane, che hanno indici di vulnerabilità bassi, e anche lui la mancata ricostruzione degli edifici danneggiati dal terremoto del 2009. Al suo fianco uan delegazione composta anche da genitori e insegnanti, del comitato Oltre il Musp

“Il presidente si è complimentato per come, in questi anni, abbiamo resistito, continuando sempre a fare scuola con coraggio. Ha detto che vigilerà sulla situazione delle scuole aquilane. E’ un incontro che ci ha rinfrancati”, le parole di un'ancora emozionato Cotellessa.

E un solenne impegno se lo è preso, in tal senso, il ministro Fieramonti, sperando che sia la volta buona.

“E' inaccettabile che dopo dieci anni non si sia ripartiti – ha detto Fieramonti – soprattutto nel contesto scolastico, quindi ho chiesto una totale inversione di tendenza, un cambio di passo. Dopo dieci anni, diciamocelo chiaramente, le parole non contano più. E' anche vero che la difficoltà nella ricostruzione prevede molti livelli di governance coinvolti quindi non c'è una responsabilità di qualcuno in particolare però resta il fatto che una persona seria dopo dieci anni non può fare altro che evitare troppe parole, ascoltare e prendersi la responsabilità di cambiare le cose”.

A proposito di scuole che non ci sono più, guardano al dopo-terremoto anche gli alunni dell’Istituto comprensivo ‘Simone de Magistris’ di Caldarola, a Macerata, uno dei centri colpiti dal devastante sisma del 2016. Con il coro della direzione didattica Amiternum dell'Aquila, hanno cantato “Domani”, la stessa canzone, un inno alla speranza e al coraggio passata di testimone, composta dopo il sisma del 2009.

Tra gli studenti, anche quelli delle scuole liguri coinvolte dal crollo del Ponte Morandi a Genova.

“Portami via da chi mi dice che questo gioco non è per me, che sto occupando un posto che deve essere di qualcun altro, sì deve essere di un bimbo bianco”, questo invece un passaggio  della canzone cantata dagli alunni dell'istituto comprensivo Trento 6 su musiche e testo del maestro Alessio Zeni. Composta in risposta alle affermazioni razziste e discriminatorie di un consigliere comunale di Trento, sull'utilizzo di parchi da parte di bambini stranieri.





Un tema toccato, quello dell'integrazione, nel suo intervento, dal ministro Fieramonti: “'Non uno di meno' diciamo, e ciò vale per gli studenti di origine straniera, membri vitali delle nostre comunità scolastiche, come per i docenti necessari a coprire le cattedre scoperte, a partire dagli insegnanti di sostegno senza i quali non può essere garantito il diritto allo studio per gli alunni con disabilità. A tal proposito mi impegno acciocché non accada più che l'anno scolastico cominci senza il personale scolastico necessario”.

A proposito di disabilità e inclusione, protagonisti anche allievi e docenti della scuola infanzia Appiani di Fanzolo-Vedelago, in provincia di Treviso. Dove Pietro, bambino colpito da ippossia post-natale è protagonista di un progetto che ha preso la forma di un bellissimo libro, “Le parole di Pietro”, scritto dai genitori Raffaella e Diego,  rivolto a tutti i bambini compagni di scuola di loro figlio, per spiegare che esistono tanti linguaggi, per comunicare, non solo quelli dei normodotati.

Gli studenti della scuola Enrico Medì di Palermo, hanno illustrato a loro volta un progetto per sensibilizzare alla riduzione del consumo della plastica. Più attenzione all’utilizzo della plastica e tutela dell’ambiente sono anche i fili conduttori del breve filmato Plastic free dell’Istituto comprensivo ‘Centro storico Pestalozzi’ di Firenze.

A seguire i The Jackal, che strappando risate hanno spiegato come fare correttamente la raccolta differenziata. “Il nostro augurio e che possiate seguire le vostre passioni”, le loro parole prima di congedarsi.

Dura e toccante la performance del liceo artistico Nanni Valentini di Monza, “Com'eri vestita”: il racconto di una violenza sessuale, attraverso il ricordo indelebile degli indumenti che indossava la vittima quella notte maledetta, che gli cambiato la vita per sempre.

Tanti applausi anche per “Rap publica”, geniale rap che spiega in rimae, i primi 12 articoli della Costituzione italiana, composto e cantato dagli alunni dell’istituto comprensivo di Vignanello, in provincia di Viterbo.

“Scuola e famiglia  – ha detto  Mattarella – devono parlare e incontrarsi. Una società aggressiva rischia di accentuare fratture tra insegnanti e genitori. La nostra società ha bisogno di ascolto, di dialogo, di rispetto, di fiducia. E la fiducia comincia dalla scuola”.

Ovunque, e anche a L'Aquila.

 

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