PROCESSO RIGOPIANO, PROCURA CHIEDE ARCHIVIAZIONE PER EX CAPO DELLA MOBILE MURIANA

27 Settembre 2020 12:41

Pescara - Cronaca

PESCARA – La Procura di Pescara ha chiesto l’archiviazione per Pierfrancesco Muriana, l’ex capo della squadra mobile locale finito al centro di un’inchiesta per calunnia a margine del caso Rigopiano.

Come si legge sul quotidiano Il Messaggero, la vicenda che prese le mosse da una contro-denuncia presentata dall’avvocato Monica Passamonti per conto del carabiniere forestale Michele Brunozzi “potrebbe dunque avviarsi verso la conclusione un’altra brutta pagina di un caso nato male, che oltre a costare la vita a 29 persone ha dato origine ad una lunga scia di sospetti e veleni, portando all’apertura di un procedimento bis per depistaggio a carico dell’ex prefetto e di altre sei persone, ma anche all’avvio di una serie di inchieste parallele, frutto di esposti, denunce e contro-denunce, che hanno finito per coinvolgere quasi tutti coloro che presero parte alle indagini. Tra questi proprio Muriana, che dopo avere vestito i panni dell’accusatore è stato costretto ad indossare quelli dell’accusato”.





Motivo questo, per cui il 16 giugno scorso tentò di togliersi la vita pochi minuti prima di incontrare il procuratore aggiunto Anna Rita Mantini e il sostituto Luca Sciarretta, che lo attendevano a Palazzo di Giustizia per interrogarlo. Fu comunque soccorso in tempo e si ristabilì in qualche giorno, ma poco più di un mese dopo, con i legali Augusto La Morgia e Marco Spagnuolo, fu ascoltato in Procura e fornì la propria versione dei fatti, ricostruendo l’intera vicenda, a partire dalle deleghe ricevute e dal ruolo svolto nelle indagini.

Muriana presentò inoltre un esposto in Procura, contro tre carabinieri forestali, sostenendo “che i militari ostacolarono le indagini sul depistaggio dell’inchiesta e riferì che pochi giorni dopo la tragedia aveva trasmesso via Pec, ai forestali, l’annotazione dell’agente Crosta riguardante la telefonata effettuata dal cameriere del resort Gabriele D’Angelo per chiedere aiuto al Coc di Penne”.





Secondo Muriana i forestali avevano alterato quell’annotazione, ritardando quindi l’invio dei documenti in Procura. A seguito dell’esposto, scattò però l’indagine per falso materiale e falso ideologico sui forestali, ma le accuse risultarono del tutto infondate e il giudice archiviò su richiesta della stessa Procura. L’avvocato Passamonti, nel frattempo, era però passato al contrattacco, presentando una denuncia per calunnia contro Muriana e alla denuncia alla quale finì per sovrapporsi anche un ulteriore esposto contro l’ex capo della mobile per favoreggiamento, presentato da Alessio Feniello, padre di una delle vittime. Muriana, di fronte ad una situazione difficile e inaspettata, non resse la pressione e tentò quindi uccidersi.

Dopo avere raccolto tutti gli elementi i magistrati si sono dunque convinti che non ci fu dolo e che le accuse mosse da Muriana contro i forestali, pur risultate infondate, furono semplicemente il frutto di un pur grave errore di valutazione. Sarà ora il Gip a decidere se archiviare e in questo modo chiudere definitivamente la vicenda.

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