PULIZIE OSPEDALI: CONTENZIOSO ASL L’AQUILA E DUSSMANN, PER INADEMPIENZE BLOCCATI 10 MILIONI

BRACCIO DI FERRO RISCHIA DI FINIRE IN TRIBUNALE. IN ARRIVO INTERROGAZIONE PARLAMENTARE SOLLECITATA DA  MULTINAZIONALE CHE ASSICURA: "LAVORI FATTI BENE". VICENDA SCOTTANTE ANCHE SUL TAVOLO DEL GOVERNATORE ABRUZZESE MARSILIO   

di Luca Tomassoni

17 Febbraio 2025 08:49

Regione - Sanità

L’AQUILA – Nervi tesi e venti di un pesante contenzioso legale tra i vertici della Asl provinciale dell’Aquila e quelli della multinazionale dei servizi Dussmann, colosso che con la sola branca italiana sfiora il miliardo di euro di fatturato e i 25mila dipendenti. La grande azienda, dal 2021, gestisce l’appalto Consip da 20 milioni di euro (più rivalutazioni) per la pulizia degli ospedali dell’Aquilano.

Negli ultimi mesi però sono cominciate le difficoltà: l’azienda sanitaria avrebbe bloccato i pagamenti alla Dussmann, oltre a chiedere indietro somme già versate in passato, contestandone il regolare svolgimento del servizio anche in virtù di una relazione del superconsulente Remigio Benedetto Tecchia, ingegnere romano ingaggiato dall’ex direttore generale, Roberto Testa, e confermato dal suo successore, Ferdinando Romano.

In ballo, secondo indiscrezioni, ci sarebbero circa 10 milioni di euro. E secondo le stesse fonti, i legali della multinazionale avrebbero risposto per le rime e rinviato al mittente ogni addebito.





In questi giorni, si sono intensificati i contatti ma nessun accordo è neppure in vista. Anzi, all’orizzonte non è da escludere uno scontro cruento: non solo denunce e richieste risarcitorie, addirittura interrogazioni parlamentari sulla vicenda delle pulizie negli ospedali aquilani.

E nel frattempo anche la politica è stata investita della questione. Stando a quanto si è appreso, su iniziativa dei dirigenti di Dussmann, la problematica sarebbe stata posta anche all’attenzione del governatore abruzzese, Marco Marsilio, di FdI.

Comunque, è un fatto ufficiale che tra le due parti ci sia un contenzioso in corso, scritta nero su bianco in un documento datato 23 dicembre 2024. Si tratta della delibera 2.780 con cui il manager Romano ha approvato il conferimento di un incarico legale all’avvocato Alessandro Benedetti, come supporto in quello che viene chiamato “procedimento stragiudizionale Asl/Dussmann”. Anche Benedetti è un super esperto, calabrese che lavora a Roma, noto per aver preso parte a processi come quello per l’omicidio Pecorelli, quello per la strage di Ustica e quello a carico dell’ex presidente della Regione Sicilia Raffaele Lombardo.

Nel ricostruire la vicenda del contenzioso aquilano, la delibera di Romano spiega che “in data primo ottobre 2024 si è proceduto a formalizzare in contraddittorio alla ditta Dussmann Service srl una contestazione di mancata esecuzione di determinate prestazioni previste nel programma delle attività, tuttavia fatturate per un valore annuo pari a circa 796mila euro”. Si legge ancora: “Allo stato emergono rilevanti profili di responsabilità a carico del fornitore in merito alla corretta esecuzione del contratto di appalto, tanto da dover considerare il recupero di corrispettivi non dovuti e/o eventuale risarcimento del danno. Sussiste pertanto il dovere della Asl alla migliore tutela dei propri interessi nei confronti della Dussmann”.





Sebbene l’atto parli poi della volontà di “addivenire a una soluzione” da parte della Dussmann, secondo indiscrezioni  la multinazionale avrebbe comunque rigettato ogni rilievo e rivendicato il saldo dovuto dalla Asl. Tanto che un accordo stragiudiziale non sarebbe stato trovato, facendo palesare il rischio di uno scontro legale in tribunale.

Solo pochi giorni fa il Partito democratico, tramite il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci, aveva tuonato proprio contro le contestazioni mosse dalla Asl dell’Aquila verso alcuni suoi fornitori e contro i debiti accumulati, parlando di sei milioni di credito vantato proprio dalla Dussmann.

La Asl aquilana, del resto, indossando la maglia nera della più indebitata tra le quattro aziende sanitarie abruzzesi, è alle prese con il piano di rientro del buco della Sanità, cioè l’azione di risanamento con la quale è stata motivata la proroga di un anno fino a maggio prossimo, del mandato triennale del direttore generale Romano, scaduto nel giugno dell’anno scorso.

 

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