“NO A CHIUSURA PUNTO NASCITE SULMONA” BARRICATE IN ABRUZZO CONTRO GOVERNO

21 Gennaio 2021 17:02

L'Aquila - Sanità

SULMONA – Con il parere negativo alla proroga dell’apertura del punto nascita di Sulmona (L’Aquila), il Comitato Percorso Nascita nazionale (CPNn) del Ministero della Salute chiede alla Regione Abruzzo la data perentoria di chiusura della struttura.

Un epilogo amaro, dopo anni di battaglia per tenere aperto il presidio, da parte di cittadini, comitati, ed esponenti poltici di ogni colore. Previsto dalle ragionio contabili, poche nascite l’anno, sotto le 500, più volte contestate, previste nel famigerato decreto 70 dell’ex ministro Beatrice Lorenzin, lo stesso che ha imposto pesanti tagli di posti letto, chiusura e ridimensionamento di presidi ospedalieri, facendo trovare il Paese impreparato davanti alla devastante emergenza covid 19.

Si preannuncia pertnto un vero e proprio braccio di ferro tra Governo e Regione Abruzzo.

La Giunta Marsilio non ci sta e promette battaglia. L’assessore regionale alla Sanità Nicoletta Verì questa mattina a Pescara, a margine di un evento presso il Distretto ASL di Pescara Nord ha ribadito: “Nel 2015 con il DM 70 è avvenuta la chiusura del Punto Nascita dell’ospedale di Sulmona poi è stata chiesta una deroga per tenere il Punto aperto e presentata ulteriormente da noi nel 2019 a pochi mesi dal mio insediamento, e oggi arriva una risposta che dopo un anno e mezzo ci impone la chiusura”.

“Una decisione che non condividiamo e a chi non daremo una risposta affermativa perché il Punto Nascita di Sulmona serve le donne e da risposte a cittadini di una zona orografica disagiata per cui – spiega ancora l’assessore Verì – aver letto che si può andare a partorire in un altro ospedale e in un’altra regione a noi dispiace molto per cui porteremo avanti le nostre istanze e in questo senso ho chiesto alla ASL di procedurale le norme di messa in sicurezza e di ampliamento del personale, cosa che dobbiamo verificare perché l’istanza risale al luglio del 2019, e così verificheremo questi requisiti e chiederemo al Ministero di nuovo di verificare i nuovi dati. Dire che un Punto Nascita oggi non raggiunge i 500 nati è fuori luogo perché oggi nel Paese sono diminuite le nascite. Per questo è anche in atto anche a livello ministeriale un momento di confronto e un tavolo per rivedere questi parametri e questi criteri sul numero delle nascite, per cui noi andremo avanti a difesa del donne di questo territorio”.

Sulle barricate il sindaco di Sulmona, Annamaria Casini.

“Il Punto Nascita di Sulmona non si salva a parole né con la richiesta di mobilitazione generale, ma con investimenti e risorse da parte di Regione e Asl per adeguarlo ai parametri di sicurezza richiesti dal Ministero già dal 2018 con personale e mezzi e con l’attivazione di guardia attiva h24. Una pessima notizia la chiusura del Punto Nascita di Sulmona, in linea con l’abbandono della sanità peligna”.

“Il precedente governo regionale lo aveva salvato ottenendo la deroga, ora la Giunta regionale attuale avrebbe dovuto agire con la programmazione per garantirne la definitiva salvaguardia, come da sempre propagandato, e invece non fa nulla per evitare che chiuda – sostiene il sindaco – Paghiamo il mancato varo della nuova rete ospedaliera che prevedeva una diversa annunciata qualificazione per il nostro ospedale e la conferma del Punti Nascita, peraltro mai passata in Consiglio regionale. Il Punto Nascita di Sulmona ha salvato negli anni vite umane residenti nel vasto territorio di riferimento. Il valore dei piccoli ospedali e dei servizi essenziali più vicini ai cittadini si è resoancora più evidentein questi mesi di emergenza,così come il fallimento della politica sanitaria dei tagli di cui anche la chiusura del Punto Nascita di Sulmona è diretta conseguenza, come la pessima gestione di questa emergenza”.

Conclude il sindaco: “La chiusura del reparto sancirà il fatto che il presidente Marco Marsilio e l’assessore Nicoletta Verì non hanno mantenuto nessuna delle promesse fatte in campagna elettorale. Si assumano ora le loro responsabilità e mettano mano una volta per tutta alla rete ospedaliera allocando anche risorse regionali se necessario, perché finalmente si dia stabilità al Punto Nascita di Sulmona nell’interesse di una vasta area montana. Attendo di leggere gli atti e mi riservo ogni iniziativa a tutela”

A seguire le note di fuco di altri esponenti politici abruzzesi.

PIETRUCCI: “MARILIO COMPLICE E SOBILLATORE”

“Marsilio deve decidere se essere il Presidente della Regione che sa interloquire con il Governo per programmare il futuro della sanità abruzzese o un sobillatore di folle che tenta di nascondere le sue inettitudini dietro la chiamata alle armi dei cittadini peligni facendo leva, per giunta, sull’esasperazione e la paura proprie di un periodo come quello pandemico”.

Così il consigliere regionale del Pd Pierpaolo Pietrucci.

“Il diniego sopraggiunto dal Comitato Percorso Nascita nazionale del Ministero della Salute alla presenza del Punto nascita di Sulmona getta nella disperazione un intero territorio, quello peligno, che è stato illuso dalle rassicurazioni di Marsilio e che oggi si sente persino apostrofare con un “armiamoci e partite” dal Presidente della Regione. Auspico che la battaglia che ho condotto in passato in prima persona – arrivando a votare contro l’orientamento della mia stessa maggioranza – sia portata avanti oggi senza alibi dal nuovo governo regionale con in testa i consiglieri eletti del territorio chiamati ad esprimersi senza nascondersi dietro la preoccupazione montante dei cittadini”.

“Sia chiaro – incalza il dem -: la responsabilità della chiusura della struttura è tutta della Regione. La messa in sicurezza del Punto nascita di Sulmona – soprattutto con l’adeguamento del personale medico e ostetrico sotto dimensionato – doveva essere attuata quando si è chiesta la deroga al Comitato nazionale e non dopo a parole. Il regolamento ministeriale sulle deroghe, infatti, è chiarissimo: il rispetto degli standard deve essere concreto e reale e non teorico e futuribile. Tutto questo Marsilio e il centrodestra lo sapevano bene. Ma nell’interlocuzione ministeriale non hanno trasmesso un solo atto di potenziamento della pianta organica, perché erano coscienti della presa in giro da teatranti che avrebbero dovuto sostenere. Un’inerzia che riguarda tutta la sanità abruzzese dove Marsilio non ha voluto né programmare né utilizzare gli oltre 500 milioni a disposizione per una riorganizzazione sul territorio, perché ognuno potesse puntare sulle esigenze, eccellenze e competenze proprie.

“Invece la Regione è rimasta ferma – completamente immobile – e ora dimostra pure la sua viltà perché, senza aver mosso una paglia per rendere sicuro il Punto nascite, adesso codardamente accusa altri. Questa responsabilità, che con onestà intellettuale ho attribuito alla Regione ai tempi in cui era commissariata sulla Sanità, resta ancor più a carico dell’attuale Giunta ora che non è più commissariata e quando, con la pandemia, il diritto alle cure è diventato il perno su cui poggiare il nostro futuro.  A Marsilio dico che è giunto il momento di cominciare a scoperchiare i danni fatti alla Sanità abruzzese dall’inerzia della sua Giunta e di assumersi le responsabilità proprie di chi governa”, conclude Pietrucci.





GENOVESI: “DECISIONE SCANDALOSA”

“È scandaloso il ‘no’ alla proroga dell’apertura del punto nascita di Sulmona. Stiamo parlando di un servizio essenziale per il territorio e il parere negativo da parte del Comitato Percorso Nascita nazionale (CPNn) del Ministero della Salute non può che ritenersi una vergogna”.

Così il coordinatore della Lega della provincia dell’Aquila, Tiziano Genovesi, commenta la notizia della richiesta perentoria di chiusura della struttura alla Regione Abruzzo.

“Non posso che esprimere il più totale disaccordo con questa decisione, che rappresenta sicuramente un duro colpo, l’ennesimo, per le nostre aree interne, sempre più marginalizzate dalle azioni di questo Governo e ormai in ginocchio”, aggiunge Genovesi.

Il “no” è arrivato a seguito della richiesta della Regione Abruzzo di mantenere aperto il punto nascita proprio a servizio della popolazione delle aree interne.

“Nella relazione del Comitato la chiusura viene giustificata con il fatto che non si raggiungerebbero i 500 parti annui – come disposto dal Decreto Lorenzin – Una condizione che si basa su un rigoroso e freddo calcolo che non tiene conto di altri fattori fondamentali, come i collegamenti con la rete autostradale e la possibilità di raggiungere l’ospedale più vicino”, precisa il coordinatore provinciale.

Genovesi punta il dito contro il Governo centrale: “Questa decisione evidenzia la poca conoscenza del territorio abruzzese – conclude –  È evidente che non sono state prese in considerazione le reali necessità della popolazione. Questo è inaccettabile, auspico una immediata inversione di marcia da parte del Governo”.

Per il capogruppo Pd in Consiglio regionale Silvio Paolucci: “Solo un esecutivo che non sa programmare e governare la sanità, dopo aver a lungo e vanamente illuso il territorio peligno sulle sorti del punto nascite di Sulmona, può arrivare a scaricare la colpa della sua chiusura sul Governo”. Il sindaco di Sulmona Annamaria Casini sottolinea che la chiusura del punto nascita sancirà il fatto che il presidente Marsilio e l’assessore Nicoletta Verì non hanno mantenuto nessuna delle promesse fatte in campagna elettorale”. E se la senatrice M5S Gabriella Di Girolamo fa sapere che “ho intenzione di convocare nei prossimi giorni i rappresentati regionali locali, il sindaco e i tecnici del settore per tracciare una linea comune volta a chiedere formalmente alla Regione Abruzzo e all’assessore Verì quali siano stati gli impedimenti per attuare gli investimenti assicurati dal centrodestra regionale in campagna elettorale”, nel frattempo la Fp Cgil annuncia la mobilitazione.

Nella relazione – spiega la Regione –  il Comitato nazionale per giustificare l’imposizione di chiusura sottolinea che non si arriva, come disposto dal Decreto Lorenzin, al minimo dei 500 parti l’anno, evidenziando oltretutto che l’ospedale di Sulmona non rientra tra quelli posti in zone disagiate e che i comuni ubicati in zone montane sono ‘pochi e con un disagio orografico modesto’. Comuni di montagna i cui abitanti, secondo il Ministero, possono scegliere soluzioni alternative fuori regione per partorire, raggiungendo l’ospedale di Isernia.

“Abbiamo assistito a passerelle politiche e impegni solennemente assunti. È ora necessario che tutto l’Abruzzo si mobiliti per affermare il diritto alla salute e di piena cittadinanza. Per quanto ci riguarda, al Ministero continueranno ad aspettare ancora a lungo la comunicazione di chiusura! – il commento di Marsilio –Sono mesi che ascoltiamo melassa di retorica sulla medicina territoriale e i piccoli ospedali. Oggi ci chiedono in termini perentori la data di chiusura. La soglia dei 500 parti è stata messa in discussione all’interno della Conferenza delle Regioni e lo stesso ministro Speranza aveva accolto la richiesta di avviare un tavolo per rivedere i parametri del Decreto Lorenzin e superare queste situazioni. Non si possono usare gli stessi parametri in aree metropolitane e in zone interne, disagiate e meno popolose. I cittadini hanno gli stessi diritti al di là del luogo di residenza”.

“Per quanto ci riguarda – aggiunge l’assessore Verì – proseguiremo nel percorso già avviato con la Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila per il rilancio e potenziamento del punto nascita di Sulmona, sul quale l’azienda sanitaria ha programmato ulteriori interventi di adeguamento strutturale e rafforzamento del personale in organico. Siamo convinti che, intervenendo con le azioni individuate, riusciremo a garantire un servizio efficiente alla popolazione dell’area peligna e lo faremo in assoluta sicurezza”.

“Un no che va contro le esigenze e i diritti di cittadini abruzzesi che vivono in zone meno popolate e sicuramente più disagiate e che si infrange con le promesse del ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, il quale, aprendo gli Stati generali della montagna lo scorso mese di febbraio a Roccaraso, aveva sottolineato che l’emergenza Covid-19 aveva chiarito ancora una volta che alcuni diritti universali non sono negoziabili ma vengono prima dei vincoli di bilancio e lo Stato deve garantirli a tutti, facendo specifico riferimento anche a scuola e punti nascita”.

PAOLUCCI: “GIUNTA HA ILLUSO TERRITORIO, NON HA FATTO NULLA”

“Agli anni di strumentalizzazioni del centrodestra quando la Regione era commissariata, sono seguiti i mesi di promesse firmate Salvini, Meloni e Marsilio. E oggi si rileva che, la Regione, non più commissariata come allora, ma nei pieni poteri, non ha giocato nessun ruolo”, scrive in una nota Silvio Paolucci.

“Non spiegano Marsilio e i suoi che la messa in sicurezza del punto nascita di Sulmona, in termini soprattutto di adeguamento del personale medico e ostetrico sotto dimensionato, doveva essere attuata al momento della reiterata richiesta al Comitato nazionale e non dopo a parole – riprende l’ex assessore alla Sanità – Il regolamento ministeriale sulle deroghe è estremamente chiaro: certezza di rispetto degli standard, ma concreta e reale e non teorica e futuribile. Tutto questo Marsilio e la sua maggioranza di centrodestra lo sapevano bene e nella interlocuzione ministeriale non hanno trasmesso un solo atto di rivisitazione della pianta organica, perché erano coscienti della presa in giro da teatranti che avrebbero dovuto sostenere. Un atteggiamento peraltro comune a tutta la dimensione della sanità, dove gli atti efficaci e vigenti sono tutti quelli precedenti, nel mentre Marsilio non ha voluto né programmare né utilizzare i fondi a disposizione (oltre 500 milioni) per una riorganizzazione sul territorio, perché ognuno potesse puntare su eccellenze e sulle proprie competenze”.

“Al danno di un’inerzia consapevole sulla pianificazione relativa al punto nascite, si aggiunge anche la beffa del futuro del presidio, perché con tale bocciatura salta Sulmona DEA di I livello, visto che nel documento sulla rete che hanno rilasciato e che si presume trasmesso a Roma, la motivazione del Dea era ancorata alla permanenza del punto nascita. Per timore di essere attaccati, sono rimasti fermi e ora cercano di mettere le mani avanti, incolpando altri della propria inerzia. A dimostrazione di questo la risposta all’ultimo accesso agli atti è datata 18 gennaio 2021, mi hanno consegnato la proposta di rete ospedaliera 2019-2021 che porta la data di ottobre 2019!”.





“Quella data è importante, perché da allora in poi tutto è fermo sulla sanità e la loro proposta di rete ospedaliera che doveva valere già dall’anno scorso, siamo ormai a febbraio ed è ancora una bozza. Vale solo la propaganda, ma quella non dà accesso a un diritto sacrosanto che la Regione deve assicurare, perché è fra le sue competenze primarie: il diritto alla salute”, conclude Paolucci.

DI GIROLAMO: “DUE ANNI DI ASSORDANTE SILENZIO DALLA REGIONE”

“A distanza di due anni, ci troviamo nella medesima situazione che induce il Comitato Percorso Nascite nazionale del Ministero della Salute ad esprimere parere negativo alla richiesta di proroga chiusura del Punto nascita di Sulmona Abbiamo la fortuna di avere nei reparti del punto nascita un personale medico estremamente qualificato, che è costretto a rendere ordinario quello che è straordinario, senza il personale necessario e senza i mezzi adeguati”, scrive la senatrice M5S Gabriella Di Girolamo.

“Una situazione che, per il prolungarsi negli anni di una “non azione”, non dà la possibilità al comitato tecnico ministeriale di esprimere parere diverso dai precedenti. Ho intenzione di convocare nei prossimi giorni i Rappresentati  Regionali locali, il Sindaco e i tecnici del settore per tracciare una linea comune volta a chiedere formalmente alla Regione Abruzzo e all’assessore Verì quali siano stati gli impedimenti per attuare gli investimenti assicurati dal centrodestra regionale in campagna elettorale per mettere in sicurezza  questo Punto Nascite che, ad oggi, permetterebbero di garantire  il diritto di tutte le mamme del territorio di essere assistite e partorire a Sulmona”.

FP CGIL: “PRONTI A MOBILITAZIONE”

“Apprendiamo con sconcerto e sdegno, da una agenzia della Regione Abruzzo, della perentoria chiusura del Punto Nascita dell’Ospedale di Sulmona. Da quanto si legge nel comunicato, le motivazioni a giustificazioni della chiusura sarebbero da ricondurre al mancato raggiungimento di 500 parti l’anno, evidenziando oltretutto che il Nosocomio Peligno non rientra tra quelli posti in zone disagiate e che i comuni ubicati in zone montane sono ‘pochi e con un disagio orografico modesto’. Comuni di montagna i cui abitanti, secondo il Ministero, possono scegliere soluzioni alternative fuori regione per partorire, raggiungendo l’ospedale di Isernia (con buona pace per la mobilità passiva)”, scrivono in una nota il segretario generale Cgil e Fp Cgil dell’Aquila Francesco Marrelli e Anthony Pasqualone.

A parere delle scriventi Organizzazioni sindacali, l’azione di chiusura rappresenta un vero e proprio atto ostile nei confronti dell’intera comunità della Valle Peligna e dell’Alto Sangro, che va ad impoverire i servizi essenziali di un territorio già da anni attraversato da una grave crisi economica, sociale ed occupazionale. Un atto che avrà tra le conseguenze peggiori quella di aumentare il grave spopolamento delle Aree interne della Regione Abruzzo”.

“Esprimiamo, nuovamente, la nostra netta e ferma contrarietà alla chiusura del punto nascita di Sulmona ed affermiamo che, come dichiarato in anni di lotte e battaglie a tutela del diritto alla salute, questo Punto Nascita non solo non può essere chiuso, ma deve diventare oggetto di quei necessari investimenti la cui mancanza, ormai annosa, ha determinato un lento e progressivo declino dei servizi sanitari a svantaggio della popolazione delle aree interne. Riteniamo da sempre che la vertenza sul punto nascita di Sulmona sia prima di tutto una questione di civiltà, e sappiamo che sguarnire un territorio così vasto di un presidio fondamentale è una scelta scellerata. La permanenza del Punto Nascita nel territorio della Valle Peligna, anche in considerazione della nuova struttura Ospedaliera completamente antisismica (la prima ed unica nella Regione Abruzzo), deve, al contrario, diventare un presidio strategico e fondamentale”.

“Oggi pretendiamo dalla politica, e dalle istituzioni tutte, così come lo pretendono cittadine e cittadini, soluzioni che scongiurino definitivamente la chiusura del Punto Nascita e chiediamo che la classificazione in Ospedale di I livello dell’Ospedale di Sulmona sia solo un primo passaggio per il potenziamento dei servizi sanitari sul territorio. In questi mesi è stato assordante il silenzio della Politica che torna, solo oggi, a fare annunci in concomitanza delle direttive assunte dal Ministero, mentre ricordiamo perfettamente gli infiniti proclami elettorali che hanno soltanto alimentato le illusioni della popolazione che quel territorio lo vive e lo agisce quotidianamente”.

“Il periodo storico che stiamo attraversando, dovuto alla pandemia da Covid 19, ha fatto emergere in maniera inequivocabile la necessità del potenziamento del Sistema Sanitario Pubblico e di prossimità. È pertanto evidente la necessità di correggere i tanti errori degli anni passati, anche quelli generati dai parametri imposti dal Decreto Lorenzin, in cui ha contato più l’equilibrio di bilancio ed i conti economici che la salute dei cittadini. La difesa del Punto Nascita di Sulmona, così come dell’intero sistema sanitario provinciale, deve rappresentare una battaglia comune e su questa istanza la Cgil e la Fp Cgil della provincia dell’Aquila, lanciano una mobilitazione territoriale a sostegno del diritto alla Salute costituzionalmente garantito. Da portare avanti anche ad oltranza, se sarà necessario”.

ROCCARASO FUTURA: “EVITARE CHIUSURA”

“Occorre fare tutto il possibile affinché il punto nascita di Sulmona non chiuda. La Pandemia, che stiamo vivendo, ci insegna che occorre tutelare la vita in ogni suo stadio. Sosterremo ogni azione civile e pacifica per fare in modo che il punto nascita non chiuda”.

È quanto dichiara Alessandro Amicone, presidente dell’associazione “Roccaraso futura” in merito alla richiesta di chiusura del punto nascita di Sulmona.

“Occorre dire basta ai provvedimenti calati dal cielo – aggiunge Amicone – e da chi non conosce i nostri territori. Il punto nascita di Sulmona è da anni un luogo di riferimento per tutto il territorio Peligno e dell’Alto Sangro. Si parla di nascite 0 e dello spopolamento delle aree interne abruzzesi e poi si chiede la chiusura di un punto nascita. Siamo all’assurdo”.

LA PORTA (LEGA): “RISOLUZIONE URGENTE IN CONSIGLIO REGIONALE”

È a firma della consigliera regionale Antonietta La Porta (Lega) la risoluzione per evitare la dismissione del punto nascita presso il presidio ospedaliero di Sulmona. Il documento sarà presentato d’urgenza nella seduta di consiglio regionale del 26 gennaio a L’Aquila.

“Lo scopo – dichiara La Porta – è quello di impegnare la Giunta regionale ad avvalersi dell’autonomia amministrativo-gestionale riconosciuta dal Titolo V della Costituzione e conservare il punto nascita presso il presidio ospedaliero di Sulmona; a svolgere ogni positiva azione affinché il direttore generale della Asl dell’Aquila garantisca efficacia, economicità dell’assistenza nonché qualità e sicurezza per la madre e per il neonato presso il punto nascita di Sulmona”.

“Confido nel lavoro di squadra con il presidente Marsilio e l’assessore Verì per ovviare ai numeri da ragionieri di provincia imposti dal Decreto Lorenzin che ha apportato tagli con l’accetta alla sanità regionale e locale; inoltre sono fiduciosa nel percorso già avviato dall’assessore Verì con la Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila per il rilancio e potenziamento del punto nascita di Sulmona, sul quale l’azienda sanitaria ha programmato ulteriori interventi di adeguamento strutturale e rafforzamento del personale in organico”, aggiunge La Porta.

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