QUALITA’ DELLA VITA: PESCARA 41ESIMA E PRIMA IN ABRUZZO, IN CRESCITA L’AQUILA, TERAMO E CHIETI

4 Dicembre 2023 13:13

Regione - Economia

L’AQUILA – E’ Udine la città in cui si vive meglio in Italia. A incoronare la provincia friulana è la 34esima edizione dell’indagine del Sole 24 Ore sulla qualità della vita, i cui risultati sono stati pubblicati sul quotidiano in edicola oggi.

Valutati sei categorie, “ricchezza e consumi”, “affari e lavoro”, “ambiente e servizi”, “giustizia e sicurezza”, “cultura e tempo libero”, suddivise in ben 90 sottocategorie.

Per quanto riguarda le province abruzzesi: prima è Pescara, al 41° posto, in salita di 3 posizioni  rispetto al 2022, segue la provincia dell’Aquila al  54° posto, nel 2022 era invece al 63° posto, poi c’è la provincia di Teramo, al 58° posto, con un balzo di 10 posizioni, e la provincia di Chieti al 61° posto, ben 14 posizioni in più rispetto al 2022.

E’ la prima volta che la provincia di Udine sale sul gradino più alto, entrando così nella storia della classifica che misura il benessere della popolazione, dopo essersi piazzata tra le prime dieci solamente tre volte dal 1990 a oggi.

Suonano più come delle conferme, invece, il secondo e il terzo posto di Bologna, vincitrice dell’edizione 2022, e Trento. Bergamo (quest’anno capitale della cultura insieme a Brescia) sale al quinto posto. Tra le prime dieci anche Milano.





Mentre Roma si ferma al trentacinquesimo posto, perdendo quattro posizioni. Anche questa edizione fotografa nella seconda metà della graduatoria una concentrazione di città del Mezzogiorno, con l’unica eccezione di Cagliari al 23esimo posto. A chiudere la classifica è Foggia che torna a vestire la maglia nera dopo dodici anni.

A precederla Caltanissetta e poi Napoli al terz’ultimo posto che nonostante ‘l’effetto scudetto’ sul turismo (non rilevato nei dati presi in esame) è penalizzata – secondo l’indagine – dalla densità abitativa, dalla criminalità predatoria in ripresa, dagli scarsi dati occupazionali e da un saldo migratorio sfavorevole.

Per quanto riguarda la provincia di Pescara la performance migliore riguarda i medici di medicina generale, che collocano il territorio al primo posto per numero di professionisti attivi ogni mille abitanti, mentre la peggiore riguarda i furti di automobili, per cui è 92/a in classifica. Per quanto riguarda i singoli indicatori, Pescara scende al 63/o posto per Ambiente e servizi, perdendo 32 posizioni rispetto al 2020-2021. In calo anche Affari e lavoro (66/a posizione, -18). Migliorano ‘Ricchezza e consumi’ (68/a, +2), Giustizia e sicurezza (37/a, +18), Demografia e società (12/a, +11) e Cultura e tempo libero (10/a, +10).

L’Aquila, 54/a, cresce di 9 posizioni. La provincia migliora per quanto riguarda Giustizia e sicurezza, dove si posiziona decima in Italia, guadagnando 32 posizioni. Bene anche Cultura e tempo libero (43/o posto, +18) e Ambiente e servizi (69/o, +6). Invariata la posizione per Ricchezza e consumi (67/o). Peggiorano Demografia e società (41/o posto, -6) e Affari e lavoro (67/o, -3).

La provincia di Teramo guadagna 10 posizioni. Ad eccezione di Giustizia e sicurezza (76/o posto, invariato), migliorano tutti gli indicatori: Demografia e società (35/o, +34), Ricchezza e consumi (+8), Ambiente e servizi (29/mo, +8), Affari e lavoro (53/mo, +6) e Cultura e tempo libero (39/mo, +4).

Chieti guadagna 14 posizioni. Tutti in miglioramento gli indicatori: Ricchezza e consumi (+8), Affari e lavoro (+4), Giustizia e sicurezza (+22), Demografia e società (+34), Ambiente e servizi (+1), Cultura e tempo libero (+13)

Dalla suddivisione in sei categorie dei 90 indicatori – tutti pesati in modo uguale – emergono sei classifiche tematiche, ciascuna con i suoi primati e le sue peculiarità. I 15 indicatori che compongono ogni tappa raccontano presentano diversi record e curiosità.





Ci sono le “teste di serie” che si sfidano nelle leadership di settore puntando al podio della classifica generale: Bologna, che ha vinto più edizioni della Qualità della vita (cinque, in 34 anni, alla pari con Bolzano) ma è anche quella che esce da questa edizione con il bottino più ricco in termini di piazzamenti sul podio, ben quattro. Oppure Milano, che nel 2023 fa razzìa di primati: sei su 90 indicatori.

L’indagine permette anche di fotografare la vittoria di Milano su Roma nell’eterna lotta tra la capitale finanziaria e quella istituzionale del Paese: la provincia lombarda ha un posizionamento più alto rispetto alla Capitale in 62 parametri su 90; Roma si ferma a 27 partite vinte su Milano, con un parimerito nell’indice sintetico di Fpa che stila un ranking dei “Comuni più aperti”, in cui condividono il 4° posto.

L’indagine punta i riflettori anche su singole eccellenze. Conferma primati consolidati come quello di Massa Carrara nelle librerie ogni 100mila abitanti oppure di Vibo Valentia nelle imprese con titolari under 35. C’è poi Savona che non lascia il record nel numero dei ristoranti in rapporto alla popolazione residente (7,2 ogni 1000), ma perde quello nei bar, che per la prima volta va a Nuoro, con 5,7 locali ogni 1000 abitanti.

Leadership inedite ce ne sono molte: in parte sono legate agli indicatori inseriti quest’anno, come per esempio la vittoria di Isernia per numero di progetti finanziati con i fondi del Pnrr sul territorio: 12,3 ogni 1000 abitanti; in parte sono legati a miglioramenti registrati dai territori in indicatori che l’indagine ripropone ogni anno. Come quello di Ascoli Piceno, che l’industria farmaceutica ha spinto in prima posizione nel rapporto export/Pil.

Meritano attenzione anche i record negativi, possibili punti di partenza per la ripresa dei territori. I piazzamenti inferiori – come l’ultima posizione di Palermo nel nuovo indicatore sulle famiglie con Isee basso – sono spesso (ma non sempre) occupati dal Mezzogiorno. Anche quest’anno nelle ultime 40 posizioni si trovano 31 province del Sud e delle Isole.

Alcune di loro, però, stanno risalendo la (lunga) china: Isernia è passata da 106ª a 82ª (+24 posizioni); Potenza da 94ª a 83ª (+11), mentre Enna ha salito 10 gradini, passando da 100ªa 90ª. Miglioramenti che, abbinati ai record forse meno altisonanti del Sud nei 90 indicatori, come quello di Isernia nei progetti Pnrr, raccontano un Paese in cui, tutto sommato, è in atto qualche rimescolamento.

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