REBUS PARTECIPATE, NUOVO SUMMIT CENTRODESTRA.
I PRIMI NOMI, DI BIASE VERSO CONFERMA?

9 Settembre 2024 07:34

Regione - Politica

L’AQUILA  – Finite le ferie, oggi il centrodestra del riconfermato Marco Marsilio, dovrà subito affrontare un dossier a dir poco scottante, e già foriero di scontri e tira e molla: le nomine negli enti regionali, in base ai nuovi equilibri e rapporti di forza restituiti dalle elezioni del 10 marzo, rispetto alla precedente legislatura.

Con Fdi che legittimamente vuole fare man bassa di presidenze e poltrone nei cda, anche procedendo intanto ai commissariamenti, a discapito della decaduta Lega, che però è pronta a resistere, e con Forza Italia che anche lei ha alte aspettative, e con uno spazio da riservare anche alla lista del presidente, oltre che a Noi Moderati.

Basti considerare questo scenario per comprendere perché fino ad ora ancora non si è cavato un ragno dal buco, nei numerosi summit che hanno avuto come protagonisti da maggio, i segretari regionali dei partiti del centrodestra, e poi anche gli eletti in consiglio.

Unica nomina, di seconda fascia,  è stata finora alla presidenza di Arap Servizi, di Carla Zinni, vicesindaco di Casalbordino, candidata con Fratelli d’Italia alle regionali del 10 marzo, non eletta, ma risultando la donna più votata in Abruzzo dopo Tiziana Magnacca, ora assessore regionale.

Sul tavolo oggi ci sarà la proposta di commissariare, con un esponente di Fdi, anche l’intera l’Agenzia regionale attività produttive (Arap), di cui è ora presidente in scadenza Giovanni Savini, in quota Fi. Ad Arap puntano a questo proposito gli esponenti del partito di Giorgia Meloni, il lancianese Paolo Bomba, candidato non eletto alle regionali di marzo, ed anche il coordinatore provinciale di Chieti, Antonio Tavani. Ma non sarà facile per loro, tenuto conto che la provincia di Chieti ha ottenuto Arap servizi.

A creare già fibrillazione, è la voce secondo la quale Marsilio avrebbe pronto il nome di una professionalità romana, per la presidenza della Saga, di cui è presidente Vittorio Catone, in quota Lega. E le opposizioni del centrosinistra, provocatoriamente hanno proposto come ipotesi abruzzese di gran lunga migliore, il consigliere regionale leghista, Carla Mannetti, che è stata già presidente della società. Provando a far leva sul malcontento anche nel centrodestra per l’ipotesi dell’ennesimo “papa straniero” in arrivo, di cui, assicurano più di un esponente di maggioranza, nessuno sa ancora il nome.

Forza Italia è pronta a fare quadrato sulla Tua, la società regionale del trasporto pubblico, anch’essa in mano a Forza Italia, con il presidente Gabriele De Angelis, segretario provinciale dell’Aquila.





Fdi invece è ponta poi a lanciare l’assalto alla Fira, la finanziaria regionale, di cui è presidente fino al 2025 Giacomo D’Ignazio,  in quota Lega anche lui, ma che si è avvicinato sempre di più a Fdi, e questo potrebbe salvargli il posto.

In scadenza anche Nunzio Merolli, quota Lega, presidente dell’Ersi, l’ente regionale del servizio idrico, che gestisce indirizzi e programmazione del ciclo delle acque in Abruzzo.

Dovrebbe essere confermato, in quota Fdi, in Abruzzo progetti, l’amministratore unico Andrea Di Biase, fedelissimo del sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi.

Lo spoils system non è una scienza esatta, ma in ogni modo a contare è il peso specifico di ciascuna forza di maggioranza, e dunque legittimamente vuole fare la parte del leone Fratelli d’Italia, che rispetto al 6,7% del 20219, ha preso alle elezioni regionali del 10 marzo il 24,1%. E Marsilio chiede posti in quota anche per la sua lista Marsilio presidente, che ha ottenuto un buon 5,7%.

Alte le aspettative per Forza Italia, salita al 13,4%, mentre a dover fare sacrifici sarà la Lega,  scesa dal 27,5% di cinque anni fa al 7,5%.

Qualcosa andrà garantito anche a Noi Moderati che ha preso il 2,6% ed anche eventualmente all’Unione di centro – Democrazia cristiana, che con l’1,1% non eletto nessun consigliere, ma ha in ogni modo contributo alla vittoria del centrodestra.

In base a questi numeri a fine giugno si era stabilita una simile ripartizione, relativa non solo al numero aritmetico delle poltrone, ma anche al loro peso: 45,5% per il più forte della coalizione, FdI, 24,5% per Forza Italia, 14,5% per la Lega, 10,5% per la lista Marsilio Presidente e 5 per Noi Moderati.

C’è però un problema: la Lega ha già blindato posti molto pesanti: all’Agenzia sanitaria regionale  (Asr), il direttore generale Pierluigi Cosenza, medico aquilano, nominato nel 2021, è stato confermato per altri due anni con una delibera di giunta del febbraio scorso, poco prima delle elezioni. Dunque il cambio di guardia ci potrà essere a febbraio 2026. Ed anche all’Agenzia regionale della tutela ambientale (Arta) il direttore Maurizio Dionisio, avvocato aquilano, si è visto rinnovare il contratto fino a maggio 2028. E dunque sarà difficile, se non impossibile per Fdi espugnare queste due caselle.





Nella partita dello spoils system ci sono poi le Azienda per il diritto agli studi universitari (Adsu), della provincia dell’Aquila, di Chieti e Pescara e di Teramo, e le Aziende territoriali per l’edilizia residenziale, le Ater  di L’Aquila, Pescara, Chieti, Teramo, Lanciano-Vasto.

Per quanto riguarda le Adsu e le Ater, un passo avanti è stato fatto in una riunione di metà luglio. delle cinque Ater, tre andranno a Fdi, una rispettivamente a Lega e Forza Italia.

Le Adsu andranno una ciascuna a Lega, Fdi e Forza Italia.

L’Adsu dell’Aquila fino a pochi mesi fa era in mano alla Lega, ora è commissariata e affidata a Paolo Costanzi, direttore della Direzione Attività amministrativa dell’assemblea regionale, ma solo per sei mesi, in attesa della nomina del nuovo cda. E qui c’è già l’ipoteca di Fdi.

Per quanto riguarda le Ater: la Lega, a cui spetta una posizione, conta di mantenere quella dell’Aquila, di cui è presidente l’avvocato Isidoro Isidori, cedendo a Fdi o a Forza Italia quella di Teramo, dove è presidente Maria Ceci, che intanto si è avvicinata a Fdi.

In prospettiva c’è anche la nomina del nuovo direttore generale della Asl provinciale dell’Aquila, visto che Ferdinando Romano, è stato prorogato fino a maggio del 2025 e solo per portare a termine il piano di risanamento della Asl più indebitata di tutte. Mentre gli altri tre direttori generali delle Asl, Thomas Schael a Chieti, Maurizio Di Giosia a Teramo e  Nunzio Merolli a Pescara, si sono visti rinnovare  il contratto a fine agosto 2023 e per altri 4 anni.

 

 

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