L’AQUILA – In Abruzzo da marzo 2019 ad oggi, tra coloro che hanno percepito il reddito di cittadinanza, solo 4.893 fruitori hanno trovato un lavoro, dicendo addio all’assegno mensile.
Ma in buona parte un posto se lo sono trovati per conto loro, visto che solo in 1.362 ci sono riusciti grazie ai Centri per l’impiego e l’orientamento degli oltre 50 navigator, assunti per far decollare la fase due della misura cavallo di battaglia del Movimento 5 stelle al governo.
Questo a fronte dei 23mila percettori abruzzesi, stando ai dati Inps di giugno, di cui solo la metà sono abili al lavoro, e che hanno già fatto colloqui e messo a punto il loro curriculum. Che restano però quasi tutti a casa.
Visto che il lavoro è merce rara, e che in parallelo solo pochi comuni in Abruzzo, come più volte evidenziato da Abruzzoweb hanno attivato Progetti di utilità collettiva (Puc) in cui far lavorare fino a 16 ore alla settimana i percettori del reddito di cittadinanza.
E in tal senso a brillare, in tutta Italia, è Pescara: da agosto il Comune ha attivato puc per quasi 200 persone e presto entreranno in servizio altre 200 persone.
Per il resto in Italia solo 700 amministrazioni su 8mila che hanno inviato proposte di puc caricandole sul sito del Reddito. In Abruzzo ad aver approvate delibere e avviato l’iter una manciata di comuni, tra cui Tocco da Casauria (Pescara), San Buono (Chieti) e Tossicia (Teramo). L’ultimo pochi giorni fa è stato il comune di Sulmona assieme ai comuni del comprensorio peligno.
I numeri dei percettori del reddito che hanno trovato lavoro, sono contenuti rivelati da un’inchiesta del Il Fatto quotidiano. Da essi emerge che a fronte di 3 milioni circa di percettori attuali, pari a 1,3 famiglie, solo 196mila hanno firmato un contratto dopo aver iniziato a percepire l’assegno.
Ma come detto non per merito della macchina messa su dal governo Mr5 lega con al centro l’Anpal, per favorire l’incontro tra domanda e offerta.
Dell’Abruzzo si è detto, ma lo stesso accade in Liguria, dove hanno trovato lavoro grazie ai centri per l’impiego 1.618 percettori su 4.054, in Friuli Venezia Giulia, 782 su 2.114.
Per le altre regioni, denuncia Il Fatto, i numeri sono parziali, non aggiornati o del tutto mancanti.
Il quadro che emerge contribuisce comunque a fare luce su una misura che ha avuto il merito di abbassare il tasso di povertà in Italia del 9 per cento, ma che non sembra funzionare per realizzare lo scopo per cui è nato: trovare lavoro, del resto merce sempre più rara in crisi covid, a chi non ce l’ha.
Uno dei motivi per il quale aumenta il pressing del Partito democratico sui Cinquestelle, per cui il rdc è un cavallo di battaglia, per cambiare il prima possibile la misura.
Al ministero dell’Economia girano le prime preoccupanti proiezioni sulla spesa per il sussidio nel 2021, da cui emerge che il reddito di cittadinanza potrebbe venire a costare circa 9,5 miliardi l’anno prossimo, sarebbe a dire 2 miliardi e mezzo in più del 2020, mentre il limite di spesa autorizzato per il 2021 è di 7,3 miliardi. La platea dei beneficiari continua infatti a crescere per effetto della crisi mentre i percettori che hanno trovato lavoro sono appunto una piccola minoranza.
A preoccupare anche i troppi casi di “furbetti” che percepiscono in modo illegittimo l’assegno.
Clamorosi gli ultimi due casi in Abruzzo: 14 soggetti hanno indebitamente percepito il reddito di cittadinanza mentre erano in carcere o ai domiciliari per i reati di traffico di sostanze stupefacenti, ma reati contro il patrimonio, quali l’usura, l’estorsione ed il furto.
Un 50enne di San Salvo, formalmente disoccupato, percepiva da circa un anno l’assegno mensile di 500 euro, pur essendo proprietario di ben sei appartamenti. Che ovviamente aveva omesso di dichiarare.
Anche in Abruzzo intanto i percettori della prima ora ad ottobre non riceveranno più l’assegno mensile.
Si tratta di soggetti che avevano ottenuto questo beneficio da 18 mesi, e che di conseguenza hanno visto scadere la card apposita il 30 settembre.
Il Rdc potrà però dice la legge, essere rinnovato, verificando nuovamente i requisiti.
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