REGIONALI: COSTANTINI CANDIDATO PRESIDENTE DI AZIONE? SOTTANELLI PRONTO A SPARIGLIARE LE CARTE

di Filippo Tronca

28 Settembre 2023 18:50

Regione - Politica

PESCARA – Potrebbe esserci un terzo candidato presidente della Regione Abruzzo, alle elezioni di marzo, al fianco dell’uscente Marco Marsilio di Fdi, alla guida del centrodestra e del professor Luciano D’Amico per l’ampia coalizione di centro sinistra: è l’ex parlamentare e consigliere regionale dell’Italia dei valori, il 63enne avvocato pescarese Carlo Costantini, pronto a scendere in campo con i vessilli di Azione.

Ad averlo quasi convinto, sarebbe proprio il segretario regionale del partito di Carlo Calenda, il deputato di Roseto degli Abruzzi, Giulio Cesare Sottanelli, rimasto con il cerino in mano dopo che il centro-sinistra ha respinto al mittente la sua proposta di Costantini come candidato dell’intera coalizione, scegliendo D’Amico. Con le porte del centro-destra rimaste chiuse, essendo Sottanelli inviso in particolare dalla Lega, considerato un corpo estraneo, soprattutto dopo la debacle delle elezioni di Teramo del giugno scorso, quando il deputato rosetano impose a tutto il centrodestra il candidato sindaco “civico” Carlo Antonetti, sbaragliato al primo turno dal centrosinistra di Gianguido D’Alberto.

Costantini è stato già candidato presidente della Regione nel 2008, per l’intera coalizione del centro sinistra, battuto da dal centro-destra del forzista Gianni Chiodi. E si meritò il plauso di tutto l’Emiciclo quando decise di dimettersi da parlamentare dell’Italia dei valori per restare in consiglio a fare opposizione.

Le speranze di vittoria per lui però questa volta sono pressoché nulle, basti solo dire che azione ma insieme Italia viva che ora è con il centro-sinistra alle politiche di settembre scorso ha preso 39.295 voti.





Ma l’obiettivo di superare la soglia di sbarramento del 4% che equivale a larghe spanne a 25.000 – 30.000 voti  è invece ritenuta alla portata. E questo basterebbe a Costantini per tornare all’Emiciclo, e alla ribalta della politica dopo la fallimentare candidatura a sindaco di Pescara nel maggio del 2019, dove si fermò al 6,3%, ma per far questo dovrà presentarsi come capolista tutti e quattro i collegi provinciali abruzzesi, visto che il terzo candidato presidente non entra in automatico.

E Sottanelli in caso di superamento della soglia del 4% potrebbe portare un bel risultato sul tavolo nazionale e al leader Carlo Calenda. Anche perché le alternative non ci sono, se non quella di piazzare qualche candidato di bandiera o in una lista del centrosinistra o in una di quella del centrodestra. Con Azione nel ruolo di comprimaria e umile portatore d’acqua per l’altrui sete, senza uno straccio di autonomia e libertà di marcare le differenze e affermare il brand politico.

Costantini e Sottanelli, per centrare l’obiettivo, contano anche di giocare la carta dell’appoggio del consigliere regionale vice presidente del consiglio, Domenico Pettinari, pescarese come Costantini, recordman di preferenze con 9.653 voti ottenuti alle elezioni regionali del 2019, oramai sostanzialmente fuori dal Movimento 5 stelle, “cane sciolto”, come lui stesso si è definito, e concentratissimo nel costruire la sua candidatura alle prossime elezioni comunali di Pescara. Il patto sarebbe dunque chiaro: appoggio di Pettinari alle regionali a Costantini, in cambio dell’appoggio di Costantini a Pettinari alle comunali.

Un candidato di spessore potrebbe poi essere Enrico Verini consigliere comunale dell’Aquila, battitore libero all’opposizione del centrodestra di Pierluigi Biondi. Il quale va però detto avrebbe sconsigliato a Costantini l’ipotesi di una candidatura in solitaria

Per il resto Sottanelli confida nei voti del suo feudo a Roseto degli Abruzzi, sull’appoggio di vari sindaci suoi amici e vicini anche a Costantini.





È stato già messo in conto che parte della base e della dirigenza di Azione che “pende” a sinistra, non segua Sottanelli in questa avventura. Del resto grande nervosismo aveva suscitato la voce ed anzi più che una voce dei continui contatti di Sottanelli con Marsilio nelle settimane in cui Azione partecipava al tavolo del centro sinistra. Con il sospetto che l’aver proposto come out out Costantini serviva a Sottanelli solo come  scusa per abbandonare il tavolo e sondare l’ipotesi di correre con il centrodestra.

Altro calcolo che depone a favore della possibilità di superare il 4%, è proprio il proporsi di Costantini come terzo incomodo e come battitore libero, forte anche della sua dialettica e capacità oratoria frutto di anni di politica ai massimi livelli. Potendo dunque attrarre gli scontenti del centrodestra e del centrosinistra e attingendo, per di più, nell’enorme bacino degli astenuti, quasi la metà degli abruzzesi con diritto di voto.

Se l’ipotesi di discesa in campo di Costantini dovesse diventare realtà, per D’Amico e il centrosinistra sarebbe un bel problema, riducendosi le chance di vittoria, che potrebbe giocarsi su poche migliaia di voti e con una rincorsa volta a colmare l’attuale svantaggio. E non è un caso che nel centrosinistra, dopo la rottura con Sottanelli, si sono  moltiplicate le dichiarazioni sulla necessità di ampliare ulteriormente il campo largo. Leggasi: ricucire con Azione.

A brindare anticipatamente alla riconferma sarebbero invece Marsilio e il centrodestra, che non dovranno nemmeno prendersi la briga di imbarcare lo scomodo Sottanelli, ma potendo beneficiare lo stesso del suo preziosissimo aiuto.

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