PESCARA – “Questa iniziativa serve a liberare le Asl, far sì che direttori, i dirigenti, i medici si sentano liberati, che non vengano considerati schiavi e succubi. Il loro contratto è limitato a garantire il diritto alla salute. Non può essere che le Asl vengano considerate dei caschi blu, per rimediare alle difficoltà elettorali del centrodestra. C’è la legge dalla nostra parte che impedisce di strumentalizzare le Asl con appuntamenti mascherati come istituzionali, ma che sono di mera comunicazione politica. Dove non c’è nulla di non rinviabile. Eppure la legge numero 28 del 2000 da questo punto di vista è implacabile sulla censura. I prefetti devono fare sì che la legge non deve essere calpestata”.
Il deputato del Partito democratico, Luciano D’Alfonso, ex presidente della Regione, al fianco del candidato sindaco di Pescara, Carlo Costantini, lancia un nuovo durissimo attacco al centrodestra di Marco Marsilio.
Oggetto della conferenza stampa dalle sue Officine di Pescara, un episodio di “campagna elettorale piratesca”,. e “illegittima” da parte del centrodestra, quello in programma il 5 marzo, denominato “Sanità territoriale della Val Pescara. Lavori in corso”, con un sopralluogo itinerante in tre cantieri con lavori in corso della Asl di Pescara”; all’iniziativa, che riguarda i Comuni di San Valentino, Tocco da Casauria e Popoli, parteciperanno quattro candidati alle imminenti elezioni regionali, tutti del centrodestra; si tratta in particolare del presidente Marco Marsilio, del
presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, dell’assessore alla salute Nicoletta
Verì e del presidente della commissione sanità Leonardo D’Addazio.
Su questa vicenda, che D’Alfonso parifica al piantare qualche canna di bambù per impasticcare un immagine viziata che fa vedere che c’è un cantiere, quando non c’è un operaio”. E ha aggiunto, hanno avuto 59 mesi e 20 giorni per fare quello che volevano, non possono organizzare queste sceneggiate”
D’Alfonso sulla vicenda ha scritto ai quattro direttori della Asl e ha presentato una interrogazione parlamentare.
Ai direttori ha detto: “mi rivolgo a voi come parlamentare che ha a cuore il buon funzionamento della pubblica amministrazione in ogni momento della vita del Paese e che non resta indifferente a prepotenze e spintonamenti di eletti pro tempore che hanno una visione proprietaria dei servizi pubblici”.
E gli ricorda l’articolo 9 della legge n. 28 del 2000 in cui si legge che “dalla data di convocazione
dei comizi elettorali e fino alla chiusura delle operazioni di voto è fatto divieto a tutte le
amministrazioni pubbliche di svolgere attività di comunicazione ad eccezione di quelle effettuate in forma impersonale ed indispensabili per l’efficace assolvimento delle proprie funzioni”.
“Sono certo che questa iniziativa non è nata da una volontà autonoma di chi oggi guida la ASL di Pescara; al contrario essa sarà stata inoculata, con l’usuale indifferenza alla terzietà delle istituzioni, da parte di coloro che vorrebbero esorcizzare il fantasma di una imminente sconfitta elettorale con ogni mezzo, anche a dispetto della ragionevolezza e della decenza, e senza escludere varie forme di pressione”, prosegue D’Alfonso -. Comprendo bene la difficoltà che simili atteggiamenti possono provocare, anche perché provengono da persone che non hanno avuto ritegno di tentare di intimidire persino dei docenti universitari, i quali a loro avviso non avrebbero dovuto dare contributi di pensiero e di elaborazione a soggetti politici nella loro dimensione personale e privata, poiché la Regione ha finanziato alcuni corsi di laurea in cui tali docenti insegnano”.
E ha incalzato: Chi ha potuto concepire una simile aberrazione, figuriamoci che
aspettativa nutre (e con quale forza di pretesa) nei confronti di chi amministra la sanità
che è di gran lunga la prevalente fonte di spesa della Regione. Sono certo che tutti costoro vorrebbero persino che i bianchi camici dei medici e del personale sanitario potessero tingersi dei colori dei loro movimenti politici, naturalmente avendo avuto cura di dare informazioni aggiornate e puntuali su di essi, visto che sono soggetti a repentini cambi e mutamenti.
Naturalmente tutto questo è inaccettabile, non può e non deve essere permesso.
“Con questa lettera intendo esprimervi oltre che la nostra solidarietà, la nostra più ferma rassicurazione con l’invito a non temere nulla perché nulla vi potrà mai accadere, se non asseconderete i desideri illegittimi di coloro che oggi vi cercano con prepotenza. Una prepotenza non nuova, visto che in passato alcuni costoro hanno preteso con spinte telefoniche che le ASL non si costituissero parte civile nei processi riguardanti la sanità. Torno a ripetere che non avete nulla da temere e che la vostra autonomia e libertà devono restare inviolabili e che vigileremo con fermezza perché questo avvenga, senza risparmiare alcun gesto e iniziativa che reputeremo utile per conseguire questo fine. Le ASL non possono diventare un megafono di propaganda in
questi giorni che precedono il voto. Non possono perché sono luoghi in cui ogni attenzione deve essere riservata alla cura e al sollievo di chi soffre e perché questo prevedono le leggi che tutti
abbiamo il dovere di rispettare. Confidando nella comprensione del contenuto e dei toni di questa
missiva, vi saluto cordialmente ringraziando voi e tutto il personale della sanità per il
lavoro che svolgete per rendere possibile per i cittadini l’esercizio del diritto alla salute
e alla cura”, ha concluso D’Alfonso.
Questo invece il testo integrale della interrogazione parlamentare.
L’INTERROGAZIONE PARLAMENTARE
Premesso che:
la legge 22 febbraio 2000, n. 28, recante la disciplina per la parità di accesso ai mezzi di informazione durante le campagne elettorali e referendarie e per la comunicazione politica, stabilisce, all’articolo 9, il divieto, dalla data di convocazione dei comizi elettorali e fino alla chiusura delle operazioni di voto, a tutte le amministrazioni pubbliche, di svolgere attività di comunicazione ad eccezione di quelle effettuate in forma impersonale ed indispensabili per l’efficace assolvimento delle proprie funzioni; il divieto copre ogni forma di comunicazione, con qualsiasi tecnica e a qualsiasi scopo effettuata a partire dalla convocazione dei comizi elettorali: le amministrazioni pubbliche devono astenersi non solo dalle manifestazioni volte ad appoggiare le liste o i candidati impegnati nel confronto elettorale (propaganda elettorale in forma diretta) ma anche da tutte le attività di comunicazione che, avendo come finalità principale la promozione dell’immagine politica o dell’attività istituzionale dell’ente stesso, stimolino una rappresentazione positiva o negativa di una determinata opzione elettorale (propaganda elettorale in forma mediata);
secondo notizie apprese dall’interrogante, negli spazi dell’Azienda Sanitaria Locale di Pescara si starebbe organizzando per il prossimo 5 marzo un evento intitolato “Sanità territoriale della Val Pescara. Lavori in corso” durante il quale – si legge nell’invito – sarà effettuato “un sopralluogo itinerante in tre cantieri con lavori in corso della Asl di Pescara”; all’iniziativa, che riguarda i Comuni di San Valentino, Tocco da Casauria e Popoli, sono invitati quattro candidati alle imminenti elezioni regionali, tutti di area centrodestra; si tratta in particolare: del presidente Marco Marsilio, del presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri, dell’assessore alla salute Nicoletta Verì e del presidente della commissione sanità Leonardo D’Addazio;
l’iniziativa appare chiaramente in contrasto con la citata disciplina per la parità di accesso ai mezzi di informazione durante le campagne elettorali e a giudizio dell’interrogante, si tratta in particolare di una strumentalizzazione di spazi istituzionali che priverebbe gli organi decisionali dell’Asl di Pescara della propria autonomia di comportamento, di una “passerella elettorale” organizzata ad arte priva di qualsiasi valenza istituzionale, e come tale proibita dalla legge-:
quale sia l’opinione del Ministro interrogato in merito ai fatti esposti in premessa a tal fine stigmatizzando la condotta di chi abusa del proprio ruolo istituzionale in campagna elettorale e come intenda garantire il corretto svolgimento delle attività prodromiche al voto che si terrà il prossimo 10 marzo in Abruzzo per l’elezione del presidente della Regione e per il rinnovo del Consiglio regionale ripristinando la corretta applicazione delle disposizioni previste dall’articolo 9 della legge 22 febbraio 2000, n. 28.
LA DIRETTA
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