REGIONALI: DI PAOLO, ”D’ALFONSO? UN DEMOCRISTIANO COME ME”

8 Maggio 2014 15:13

L'Aquila - Video

L'AQUILA – “Quando ti accadono certe cose non si possono accettare a cuor leggero, però poi passa il tempo e uno cerca di farle scorrere sulla propria pelle e nel proprio animo”.

Scordiamoci il passato, lascia intendere ad AbruzzoWeb il nuovo coordinatore regionale di Centro democratico Angelo Di Paolo.

Il passato, molto recente, martoriato da veementi polemiche sulla sua paventata candidatura nelle file del centrosinistra, bruciata all’ultimo momento a seguito del niet di Italia dei valori, Sinistra ecologia e libertà e parte del Partito democratico, di chi insomma ha bollato la conversione politica di Di Paolo come mero trasformismo; sia il passato meno recente, che ha visto Di Paolo protagonista nel centrodestra abruzzese, come assessore regionale della giunta Chiodi.





Per diventare poi, da poche settimane, coordinatore regionale del Centro democratico, che alle regionali appoggerà il candidato di centrosinistra Luciano d’Alfonso. E con D’Alfonso, Di Paolo si è intrattenuto a parlare a margine della presentazione di qualche giorno fa a L’Aquila dei candidati delle due liste civiche ‘Regione facile’ e ‘Valore Abruzzo’.

“Ovviamente ho parlato con lui di campagna elettorale – spiega Di Paolo – che mi vedrà impegnato in prima linea con il Centro democratico e in appogio alla sua canditura a presidente di Regione”.

“Con D’Alfonso mi intendo, vado d'accordo perché è un democristiano come me, lo sappiamo bene entrambi. E io non posso certo cambiare le mie opinioni da un giorno all’altro”, rivela poi Di Paolo.

Sulla necessità di un rinnovamento nella classe politica abruzzese Di Paolo sottolinea che “la democrazia presuppone il ricambio generazionale, ma devono essere i cittadini elettori a decidere. Se fossi stato candidato, gli elettori avrebbe potuto non votarmi”.





Ma, appunto, scordiamoci il passato, di Paolo a tal proposito rivencia la sua coerenza: “Una persona seria capisce quando è il momento di fare un passo indietro, nell’interesse generale, io a differenza di altri l’ho fatto”.

Un passo indietro, per farne, chissà, due in avanti al momento giusto, come insegnavano due virtuosi della tattica politica come Lenin e Giulio Andreotti. (f.t.)

 

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