ROVENTE SUMMIT A ROMA CON LA MELONI: BOCCHE CUCITE DEI DIRIGENTI LOCALI, PARTITA NON CHIUSA. BIONDI PROTAGONISTA INCONTRO

REGIONALI, FDI CALA TRIADE: MARSILIO, MORRA, FOSCHI. È POLEMICA: NESSUN CANDIDATO NATO IN ABRUZZO

18 Ottobre 2018 22:05

Regione - Politica

L'AQUILA – Nessuna comunicazione ufficiale, come è nello stile di Fratelli d’Italia, il partito più piccolo della coalizione di centrodestra: ma al solito, da puntuali indiscrezioni romane, filtra che i meloniani hanno deciso la triade dei papabili alla candidatura alla Presidenza della Regione alle elezioni del prossimo 10 febbraio. 

Le indicazioni sarebbero arrivate dopo la consegna degli 11 nomi decisi in Abruzzo. 

I tre, che secondo quanto si è appreso, dovrebbe essere presentati agli alleati nei prossimi giorni, come stabilito dal tavolo nazionale del centrodestra che nelle passate settimane, nell’ambito della ripartizione delle quattro regioni al voto nel 2019, ha assegnato a Fdi l’Abruzzo. 

Ma alla luce del clima e delle polemiche, sia nel centrodestra sia in seno a Fratelli d’Italia, che si sono letteralmente disintegrati in questi giorni febbrili di trattative, e di quanto accaduto oggi a Roma, alla presenza tra gli altri del leader, Giorgia Meloni, non sembra che la partita sia definitivamente chiusa. 





Cominciamo dai nomi che hanno una caratteristica comune, non sono nati in Abruzzo ed in questo senso è già polemica rovente: al termine di una infuocata riunione sono rimasti sul tavolo il coordinatore abruzzese, Giandonato Morra, ex assessore regionale con la Giunta di centrodestra guidata da Chiodi, originario di Foggia ma teramano di adozione, dove lo scorso mese di giugno ha perso, dopo aver vinto il primo turno, le elezioni amministrative come candidato sindaco del centrodestra, e il 4 marzo scorso anche le politiche come candidato senatore, il senatore Marco Marsilio, romano ma di origini abruzzesi solo sulla carta, e il cardiochirurgo dell’ospedale di Chieti Massimiliano Foschi, anche lui originario della regione Puglia, che secondo quanto si è appreso ha la caratteristica “vincente” di essere amico e frequentatore del leader della Lega e vice ministro Matteo Salvini e della sua compagna la giornalista Rai Elisa Isoardi.

Morra e lo sconosciuto, in Abruzzo, Foschi, facevano parte dell’”esercito” di 11 candidati usciti dal coordinamento regionale martedì scorso, il terzo è il nome nazionale ben visto da Meloni e da parte di classe dirigente abruzzese. 

Fuori il manager pescarese della comunicazione Michele Russo, nonostante la sua amicizia e stima professionale con la Meloni che gli ha affidato la comunicazione e l’immagine nazionale del partito alle elezioni politiche del 4 marzo scorso: Russo è stato difeso solo dal coordinamento di Pescara, in testa il capogruppo al comune di Pescara, Guerino Testa, ex presidente della Provincia di Pescara, che aveva fatto un passo indietro già martedì scorso. Impossibile avere commenti ufficiali dalla dirigenza regionale visto che per tutto il pomeriggio i cellulari hanno squillato a vuoto, con i protagonisti imbarazzati evidentemente nel trovare spiegazioni alla scelta. 

Infatti, nonostante la scrematura dei papabili, il partito regionale si era presentato con 11 nomi tra politici ed esponenti della cosiddetta società civile, la scelta della triade ha fatto già divampate rivenuti polemiche. Infatti, tra i stessi militanti abruzzesi di Fdi e anche tra gli alleati della Lega e di Forza Italia non va giù il fatto che i tre non sono nati in Abruzzo e stanno già vivendo il dato come un ostacolo ad una vittoria che fino a qualche mese fa sembrava cosa fatta visti numeri e sondaggi.

Ma a far emergere un quadro preoccupante della situazione che è maturata nella ultime settimane anche i siparietti e le liti che emergono dal tavolo nazionale di oggi, seguito al lungo summit abruzzese di martedì scorso. 





A fare, al solito, la parte del leone, il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, la cui candidatura è tramontata per il niet della Meloni, sua amica di vecchia data, e per il veto di Fi partito per il quale non poteva abbandonare dopo soli 15 mesi la guida del capoluogo abruzzese. 

Il primo cittadino, dopo aver provato a imporre il nome di Adolfo Cicchetti, presidente dell’Ance del capoluogo e suo amico, che ha pubblicamente declinato con un post su Facebook dando l'impressione che il sindaco lo abbia proposto senza avvisarlo, ha movimentato la riunione presentando una triade inedita: Marsilio, il leader civico di Azione Politica, l’imprenditore pesarese di adozione nato nel reatino Gianluca Zelli, e l’ex parlamentare di Pdl e Fi Fabrizio di Stefano, da mesi alla ricerca di una chiave candidarsi alla presidenza delle Regione che, dopo aver ricevuto il due di picche da Fi e dal Lega, ha ripiegato nella gestione delle reti civiche. 

Davanti a questa proposta c’è stata un’alzata di scudi, promossa da Morra, in seguito alla quale la Meloni avrebbe abbandonato la riunione fino al ritorno ad un clima sereno.

Bocciata la proposta dopo altre ipotesi che hanno comunque confermato un partito spaccato, si è arrivati alla sintesi della triade. Ma c’è chi giura che non è finita qui. (b.s.)

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