REGIONALI: IL PROFESSORE CONTRO IL POLITICO DI RAZZA, PARTE LA SFIDA TRA D’AMICO E MARSILIO

22 Settembre 2023 12:04

Regione - Politica

L’AQUILA – Il professore ed economista, contro il politico di razza, fieramente di partito e di lunga esperienza.

Il teramano 63enne Luciano D’Amico, ex rettore dell’Università di Teramo e presidente della società di trasporto Tua, e il 55enne, originario abruzzese, Marco Marsilio, nato a Roma da una famiglia di origini di Tocco da Casauria, presidente della Regione uscente, ex parlamentare tra i fondatori  ed esponente di spicco di Fratelli d’Italia: saranno loro due a contendersi, rispettivamente per la coalizione di centro-sinistra e quella di centro-destra, la presidenza della Regione alle elezioni di marzo 2024, in una campagna elettorale che si preannuncia lunga e senza esclusione di colpi. Altri candidati non si intravedono ad oggi all’orizzonte, ma in politica mai dire mai.

Marsilio, che sente già la vittoria in tasca, almeno in base agli attuali sondaggi, è di fatto già in campo da tempo, potendo contare su una coalizione compatta, che i panni sporchi se li lava in casa, come prescrivono i manuali di arte della politica, e lavora a testa bassa per centrare l’obiettivo storico di in secondo mandato, mai accaduto in Regione Abruzzo.





Il campo largo del centrosinistra, ovvero la coalizione di Abruzzo insieme, ha invece sofferto non poco a trovare la quadra dopo un mese di estenuanti tavoli programmatici, divisioni, scatti in avanti, indiscrezioni  su un toto nomi che di settimana in settimana si arricchiva e si modificava.

A sbloccare la situazione, da quanto si apprende, è stata una riunione a tre nei giorni scorsi tra il capogruppo del Partito democratico, Silvio Paolucci, il leader regionale di Demos, Alfonso D’Alfonso e lo stesso D’Amico. Come pure il via libera del Movimento 5 stelle e di Italia viva, e quello di Polis, dei civici del sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto, seppure quest’ultimo non annunciato pubblicamente. E così ieri, nel tavolo convocato a Pescara è arrivata la fumata bianca, visto che da tempo spingevano per D’Amico, l’ala sinistra della coalizione (Demos, Sinistra italiana, Verdi e Articolo uno), come pure il consigliere regionale di Abruzzo Insieme, Sandro Mariani, i socialisti, e + Europa. E arrivato anche il placet del potente senatore dem ed ex presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, che nominò D’Amico a presidente della Tua, ma poi nelle settimane scorse sospettato di avere altri candidati nel novero dei suoi desiderata.

A spianare l’ipotesi condivisa di puntare su D’Amico, anche i veti da parte di Movimento 5 stelle e formazioni civiche, su candidati politici e di partito, considerati, al di là dello spessore, poco inclusivi e non adatti a rappresentare le variegate anime di una ampia coalizione, come quella dello stesso Paolucci, o anche di Francesco Taglieri, capogruppo del Movimento 5 stelle e anche di Americo Di Benedetto, e se pure è un civico, nello stesso tempo è consigliere regionale in carica, di Legnini presidente.

Ad aver complicato la partita poi, la presa di posizione del deputato e segretario regionale di Azione, Cesare Sottanelli, che ha fatto di tutto per imporre a tutta la coalizione la candidatura dell’ex parlamentare ed ex consigliere regionale, l’avvocato pescarese Carlo Costantini. Per di più sospettato di voler andare con il centrodestra, ricevuto uno scontato no da tavolo.

E la svolta è stata quella appunto di tagliare la testa al toro, con buona pace di Sottanelli ed Azione, messi davanti al classico prendere o lasciare.  E nei giorni prossimi l’obiettivo già dichiarato tra le righe nei comunicati stampa diramati ieri da Abruzzo insieme, è quello di lavorare a riportare Azione nella coalizione, per non disperdere nessun prezioso voto.





Ha commentato ieri Paolucci, “Una scelta unitaria, inclusiva, larga, abruzzese, civica: Luciano D’Amico è l’uomo del Noi, il nome per costruire un nuovo futuro per la nostra terra, così malgovernata da Marsilio. La scelta di Luciano D’Amico contiene un Abruzzo diverso da quello che abbiamo conosciuto nei 56 lunghi mesi di governo della destra. Che ha fallito su tutto: spopolamento, migrazione giovanile, sanità, trasporti, infrastrutture, impoverimento, la destra ha rappresentato per l’Abruzzo solo perdita di opportunità e di diritti”.

Ha detto il segretario reginale di Italia Viva, Camillo D’Alessandro, “Luciano D’Amico è un realizzatore con il dono dello studio e della prefigurazione. Con lui possiamo tornare a fare respirare l’Abruzzo che ha incredibilmente bisogno di serietà, sobrietà e fiducia. Al lavoro ora per non fare perdere questa bella occasione all’Abruzzo”.

Per +Europa commenta Maurizio Di Nicola, ex assessore regionale, “dal Rettore Luciano D’Amico ho imparato la forza seduttiva dell’eloquenza competente. A Luciano D’Amico avrei voluto rubare lo stile, personale ed istituzionale, in quelle lunghe sedute di Commissione bilancio dove veniva, umile e capacissimo, a dare il suo contributo esperto per lo sviluppo della sua terra: l’Abruzzo”.

 

 

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